Due coppie respingono un ragazzo che avrebbe preso le ordinazioni
«Gente così non è benvenuta», la risposta secca del titolare di un ristorante siciliano. Post condiviso da centinaia di clienti, lettori e internauti. Storia di Amza, «dipendente che lavora con noi da tre anni: instancabile, garbato e gentile», ha sottolineato il titolare dell’agriturismo. «L’episodio ha lasciato tutti noi molto amareggiati», ha aggiunto
«Non vogliamo essere serviti da un cameriere africano». Due coppie di clienti di un ristorante siciliano, fanno una precisa richiesta al titolare. E il titolare? Non si lascia sfuggire una risposta da applausi. «Non li ho mandati via per evitare problemi in sala, ma poi ho deciso di prendere posizione e ho scritto il post di solidarietà ad Amza, il nostro dipendente che lavora con noi da tre anni lavoratore instancabile, garbato e gentile».
Meglio di così. Può andare fiero Amza, cameriere africano del Camerun respinto da chi ha ancora sciocchi pregiudizi su chi non ha lo stesso colore di pelle. Ci sarebbe da vergognarsi a prescindere, non c’è una data in cui il razzismo è stato debellato ed è stata introdotta la buona educazione, l’intolleranza. Anche quest’ultimo un gran brutto aggettivo, anche se non ne troviamo altri per spiegare che siamo tutti uguali e non devono esistere forme forti o blande di discriminazione.
SIGNORI SI NASCE…
Insomma, questi signori – volendo usare una certa accortezza nei confronti di chi signorilmente non si è comportato – non hanno voluto Amza al loro tavolo. Incredibile, ma vero. Come incredibile che una simile discrezione venga proprio dalla Sicilia, prima nell’accoglienza, conoscendo la propria storia quando proprio quella terra, insieme con la Campania, generò i primi emigranti. Gente che scelse gli Stati Uniti, chi l’Argentina, la lontanissima Australia.
Ma veniamo al racconto riportato da L’unione sarda, che riporta la sintesi di questa vicenda anche sulle colonne online. Due coppie di clienti dall’apparente media di quarant’anni – scrive – sono state ospiti dell’agriturismo Vultaggio, ubicato nella frazione di Guardato, comune di Misiliscemi (Trapani). E’ qui che qualcuno della coppia ha esclamato quella frasaccia che ha mandato su di giri il titolare dell’agriturismo.
Queste quattro persone hanno esplicitamente chiesto di «non essere servite da un cameriere di colore», originario del Camerun, che aveva una sola “colpa”: candidarsi per andare a prendere le ordinazioni da quei clienti.
Quando Giuseppe Vultaggio, titolare dell’agriturismo, è venuto a conoscenza dell’episodio ha voluto subito denunciare l’accaduto, definendolo «un episodio che ha lasciato tutti noi senza parole e visibilmente amareggiati».
«SE NON VI STA BENE…»
Qualcuno dirà, ma perché il titolare non ha preso subito la palla al balzo riprendendo quegli avventori che, evidentemente, avevano esagerato nelle loro considerazioni? Presto detto:«Non li ho mandati via per evitare problemi in sala – ha spiegato l’uomo – ma poi ho deciso di prendere una posizione netta e decisa e ho scritto il post di solidarietà ad Amza: lavora con noi da tre anni è un instancabile lavoratore, garbato e gentile». Un’azione coraggiosa, proprio perché avrebbe potuto incontrare il dissenso di una minoranza che avrebbe potuto condividere l’opinione di quei quattro avventori. Del resto, dice Ennio Flaiano, la mamma dei cretini è sempre incinta.
«Vorremmo chiarire e comunicare – ha scritto Vultaggio, allegando alla sua affermazione una foto del suo cameriere, che si tiene ben stretto! – che da noi accoglienza e inclusione sono un modo di pensare e di vivere. E se tra i nostri clienti o ospiti c’è qualcuno che non ha piacere nell’essere servito da Amza o da qualsiasi altro collaboratore per motivi non strettamente professionali, non sarà il benvenuto e non verrà servito affatto».
Vultaggio, come specificato su Unioneonline, è molto noto in città e negli ambienti del volontariato. Così, in conclusione, veniamo a conoscenza che la città ha risposto positivamente alla sua denuncia. «Abbiamo ricevuto – conclude il titolare dell’agriturismo – circa duemila interazioni e circa cinquecento commenti di solidarietà: credo proprio che quanto accaduto sia da considerare un caso isolato».