Silvio Garattini, novantasei anni, oncologo, invita a una vita sana
«Cominciamo a depennare dalle nostre abitudini il fumo e il bere, sarebbe un bell’inizio», dice il professore, bergamasco di nascita («Assegnerei il pallone d’oro a Gasperini, tecnico dell’Atalanta»), salentino di adozione (cittadino onorario, prossimamente anche di Lecce). La sua dieta. «Salto il pranzo, la sera antipasto, primo e dolce; cammino ogni giorno per cinque chilometri, ma sono importanti anche la mente e i rapporti sociali»
Esiste una ricetta per vivere a lungo? Chi può dirlo. Di sicuro esiste un sistema di vita che ci dice come vivere meglio. Insomma, ci sarebbe anche un mix fra le due cose. Se ne fa garante un uomo dalla statura intellettuale acclarata. Se poi, è un grande studioso, ha compiuto novantasei anni, ma ne dimostra tanti in meno, non facciamo certo fatica a stare ad ascoltarlo (o leggerlo) con la massima attenzione, se ci è cara la pelle.
Lo studioso in questione, altri non è che un volto noto a quanti vedono la tv, sfogliano i giornali, i siti internet: Silvio Garattini. Oncologo di fama mondiale, bergamasco di nascita, ma salentino d’adozione, è un noto farmacologo e ricercatore italiano. Presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, appena il mese scorso ha compiuto 96 anni. Quale migliore occasione per “svelare” la ricetta della longevità. Lo scienziato, cittadino onorario di Matino, a breve cittadino onorario anche del comune di Lecce, ha incontrato di recente gli studenti del liceo scientifico Banzi (lectio “Il futuro della nostra salute: prevenzione è rivoluzione”). Quell’incontro è stata l’occasione per ufficializzare il riconoscimento da parte di Palazzo Carafa. Un momento nel quale ha ricordato, inoltre, le sue origini salentine avendo avuto una nonna nata proprio a Matino, cittadina a una trentina di chilometri da Lecce.
«NON ESISTE UNA RICETTA…»
Garattini a chiunque gli chieda la ricetta della longevità, risponde senza problemi: «Non c’è una ricetta». Intervistato dal Corriere della Sera, infatti, proprio nei giorni scorsi ha raccontato un po’ delle sue abitudini, che possono tornarci utili, considerando che un fisico (e un corpo) non è come un altro. Questo, beninteso, per sgombrare il campo dagli equivoci. Da buon bergamasco, nell’intervista al Corsera parla del suo grande affetto per il tecnico Gian Piero Gasperini. «Se non lo danno a lui, mi spiegate a chi devono assegnare il Pallone d’Oro?». Non si sottrae al tema-pandemia mai tramontato, tanto che senza giri di parole dice a chiare lettere: «La vaccinazione è stata considerata con grande ritardo»; per non parlare della ricerca, «In Italia considerata una spesa, piuttosto che un investimento».
In una intervista riportata dal Nuovo Quotidiano di Puglia, Garattini parte dalla prevenzione. «Fondamentale – spiega lo studioso – basti pensare che il 40% dei tumori è evitabile, eliminando i fattori di rischio più comuni, ma in Italia muoiono ogni anno circa 180mila persone: lo stile di vita ha un effetto molto importante; molto dipende da noi: il fumo è un fattore di rischio per tumori, oltre che per altre ventisette malattie, ma nonostante questo abbiamo ancora dodici milioni di fumatori; l’alcool è cancerogeno ma è come se non lo fosse, tutti bevono regolarmente bevande alcoliche: e se è cancerogeno non esiste una soglia, anche berne poco, pur con una probabilità più bassa, espone al rischio; poi ce ne sono altri come il sovrappeso, l’obesità, ma anche l’uso esagerato di carne rossa per quanto riguarda il cancro al colon».
«LUNGHE CAMMINATE, NIENTE PRANZO»
Senza tanti giri di parole, novantasei anni, qual è la dieta a cui si sottopone lo stesso Garattini. «Salto il pranzo; la sera prendo antipasto, poi primo e dolce ma cerco di alzarmi con un po’ di appetito; ho osservato buone abitudini di vita, cammino ogni giorno per cinque chilometri, ma, attenzione, non è solo una questione fisica: anche la mente è importante, come è importante mantenere i rapporti sociali».
Cerchiamo di capire se esiste una dieta ideale. «In generale, bisogna mangiare poco per avere una vita più lunga, fare una dieta molto varia ed evitare i cibi “ultraprocessati”. Inoltre non affezionarsi a nessuna moda: c’è molta confusione in giro e si tende più a cercare nuove cose da vendere che a diminuirle; non abbiamo una scuola superiore di sanità: sarebbe molto importante per formare i dirigenti del servizio sanitario nazionale che spesso assumono ruoli di vertice senza la giusta formazione. La prevenzione per affermarsi in medicina ha bisogno di una grande rivoluzione culturale che passi attraverso una scuola di sanità e forme di educazione alla salute, oggi inesistenti, in buona sostanza basterebbe anche un’ora a settimana in ogni classe per cambiare completamente la mentalità».