“Urbi et orbi”, atto unico nella storia

Non esistono precedenti in tempi moderni. Papa Francesco, causa il coronavirus, ha voluto stare accanto ai fedeli cattolici impartendo una benedizione a “reti unificate”. I sacramenti mediatici non esistono, ma il pontefice ha concesso un’indulgenza plenaria

Il Papa impartiva la benedizione solo in tre occasioni: quando viene eletto Successore di Pietro, a Natale e a Pasqua. Questo prima che, in tempi moderni, si abbattesse su tutto il mondo la sciagura del Covid-19, il coronavirus.

Nella storia della Chiesa, dunque, non aveva mai avuto luogo – come invece accaduto venerdì scorso – una benedizione “Urbi et Orbi” con un Papa, Francesco, in una Piazza San Pietro vuota, ma in compenso seguita a livello mondiale da centinaia di milioni di credenti grazie ai mezzi di comunicazione. Un atto unico nella storia.

Un atto necessario, l’unico in un momento storico così delicato da essere già costato decine di migliaia di vite umane ovunque, con cui un Papa poteva stare virtualmente vicino ai credenti sparsi in tutto il mondo.

Se fosse un atto necessario? È questa, sicuramente, la domanda che deve essersi posto Papa Francesco quando l’emergenza coronavirus è esplosa a livello planetario.

A differenza di quello che qualcuno avrebbe potuto pensare, la risposta non è stata l’aver celebrato Messa perché tutti potessero seguirlo mediante internet, radio o tv, come accade tutte le mattine. Seguire la celebrazione della Santa Messa attraverso i mezzi di comunicazione, secondo la teologia, infatti, non significa partecipare. Presto detto: i sacramenti mediatici non esistono, dunque la Messa “televisiva” non sostituisce il sacramento dell’Eucaristia. Se non si può assistere alla Messa, quella televisiva può essere un grande aiuto, ma non un sacramento a tutti gli effetti.

ATTO UNICO

Qual è stato, allora, il “gesto unico” cui il Papa ha fatto ricorso venerdì scorso per rendersi attivamente presente nella vita di ogni fedele? Un atto unico nel suo genere: la benedizione papale “Urbi et Orbi”, ovvero “alla città (di Roma) e al mondo”.

Un gesto, un atto che nessun altro vescovo può realizzare, e che può aver luogo in modo efficace attraverso i mezzi di comunicazione per il bene dell’anima dei fedeli. Secondo tradizione teologica cattolica, “Urbi et Orbi” concede la remissione delle pene dei peccati già perdonati, come a dire un’indulgenza plenaria in base alle condizioni stabilite dal Diritto Canonico e riportate dal Catechismo (n. 1471-1484).

Disposizione interiore a distaccarsi totalmente dal peccato (anche veniale), confessare i peccati, ricevere la Santa Eucaristia, pregare secondo le intenzioni del Romano Pontefice. Sono queste le condizioni per ricevere l’indulgenza plenaria.

Secondo la teologia cattolica, la colpa del peccato viene rimessa dal sacramento della Riconciliazione (Confessione), per cui la persona torna ad essere in grazia di Dio, e si salverà se non ricadrà in peccato mortale. Ma, attenzione, la Confessione, come questa benedizione, non è qualcosa di trascendentale. Il peccato provoca nella vita del credente un disordine che rimane dopo la Confessione. Per questo motivo si rende necessaria la penitenza imposta nel sacramento.

INDULGENZA PLENARIA

Il credente, secondo quanto stabilito dalla teologia cattolica, ha bisogno di purificarsi attraverso altre opere buone, e in ultima analisi, attraverso la sofferenza del Purgatorio.

Visto che l’indulgenza plenaria rimette completamente la pena dovuta, chi muore senza essere caduto nuovamente in peccato mortale non deve passare per il Purgatorio e accede direttamente al cielo.

Pertanto, come da tradizione, gli effetti della benedizione “Urbi et orbi” si compiono per chiunque la riceva con fede e devozione, anche se la riceve – come in questo caso, in un gesto unico in assoluto – in diretta attraverso i mezzi di comunicazione di massa. È proprio questo lo spessore del “gesto unico” che Papa Francesco ha voluto offrire a ogni credente con un rito cui nessun pontefice aveva mai fatto ricorso in tempi moderni, fatti di radio, tv e social.

Di seguito, il testo in latino della formula della benedizione “Urbi et Orbi” che il Papa ha pronunciato venerdì scorso alle 18.00.

– Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum.

– Amen.

– Precibus et meritis beatæ Mariæ semper Virginis, beati Michælis Archangeli, beati Ioannis Baptistæ et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum misereatur vestri omnipotens Deus et dimissis peccatis vestris omnibus, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam.

– Amen.

– Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum, spatium veræ et fructuosæ penitentiæ, cor semper penitens et emendationem vitæ, gratiam et consolationem Sancti Spiritus et finalem perseverantiam in bonis operibus, tribuat vobis omnipotens et misericors Dominus.

– Amen.

– Et benedictio Dei omnipotentis (Patris et Filli et Spiritus Sancti) descendat super vos et maneat semper.

– Amen.