Lucio, nel ’69 in spiaggia a due passi da Taranto

Il Comune di Palagiano commissiona un murales. In due mettono in rete pensieri e parole, e scatti in bianco e nero. Una casa in via Vespucci, un asciugamano steso in spiaggia, una tintarella appena oscurata da una dozzina di bagnanti. L’artista di “Emozioni” che sorride di fronte a tanto affetto e tanta curiosità. Sognando che “Acqua azzurra, acqua chiara”…

Un pugno di foto in bianco e nero,  pose ingenue tipiche degli Anni Sessanta. E un graffito, stavolta a colori, didascalico (“Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi…Emozioni”) commissionato dal Comune di Palagiano a Carlo Casamassima. Tanto che l’idea, lodevole senza dubbio, assomiglia più a un 3×6 di quelli che incrociamo negli aeroporti di Termini o Linate, piuttosto che un omaggio originale all’artista di Poggio Bustone, che a Chiatona avrebbe messo radici a una incollatura dagli Anni 70.

Tempi di “Acqua azzurra acqua chiara” e “Mi ritorni in mente”. Due successi che Lelio Luttazzi strillava nella sua radiofonica “Hiiiiit Parade”. La spiaggia sarebbe a due passi da una casa in affitto in via Vespucci, una storia che fra pensieri e parole racontano Claudio Mauceri e Andrea Carbotti, che hanno messo in rete storia e foto. E bene hanno fatto a ricomporre i pezzi di quello storico mosaico. Considerando che Battisti non è mai stato un soggetto facile. Lo racconta la sua storia, un tipo da maneggiare con molta cura. Per dirne una, anzi due: Lucio non accettò una milionaria produzione americana, perché non gli piaceva l’idea che qualcuno intascasse un quarto del frutto scaturito dal suo genio e da quello di Mogol, con il quale aveva stretto una grande amicizia; l’artista di “Un’avventura”, presentata quell’anno nel suo unico Festival di Sanremo, un bel giorno decise di dire addio ai concerti, alla tv e ritirarsi in collina, a Dosso di Coroldo, vicino Como, perché troppo criticato per la sua voce. Due le storiche apparizioni in Rai: “Speciale per voi”, con Renzo Arbore, e “Teatro 10”, con Alberto Lupo e Mina. Proprio con quest’ultima, la Tigre di Cremona, escogitò un piano di fuga dalle pagine dei giornali e dalla tv. Per sempre.

Battisti 2 - 1

QUEL BATTISTI LA’…

Anche per questo motivo hanno grande valore pensieri e parole sul soggiorno di Battisti a Chiatona. Può essere uno spot e, in parte, già lo è. Magari questa estate non ancora aperta all’intero mondo, causa Covid, non sarà quella giusta, ma un primo tassello è stato posto. Per il prossimo anno ci aspettiamo più murales e più “sottopassi” dedicati alle canzoni di “…quel Battisti là…”.

Vietato sognare che la moglie di Battisti, Grazia Letizia Veronese, già autrice dei testi dell’album “E già”, un giorno “scenda” a Palagiano a ritirare una cittadinanza onoraria in memoria dell’artista dalle mille canzoni. Scordiamocelo.

Provate solo a pensare al Comune di Molteno, che lo ha in qualche modo ospitato per decenni in un’ala del paese. L’Amministrazione avrebbe voluto organizzare una rassegna in onore di Lucio. Diffidata. Battisti, con la sua straordinaria ironia, perché era un “battutaro”, avrebbe fulminato chiunque, alla romana, con un bel “Ahò, nun c’è trippa per gatti…”.

Un po’ gli capitò di fare a “Speciale per voi”, seccato da tante chiacchiere sulla sua voce, che secondo chi scrive è, invece, l’arma in più, quella vernice che sporca, macchia un affresco, rendendolo unico. Come fosse un’impronta al centro di un capolavoro. Battisti è così. “Io propongo delle cose: vi emozionano, vi piacciono, sì o no?”, la filippica con cui interruppe sul nascere le prime, sterili polemiche. Del resto, venticinque milioni di copie vendute, non sono un numero trascurabile.

Rispettando le volontà del compagno di una vita, Grazia, immortalata negli scatti, pare, presta molta attenzione a iniziative, concorsi, tributi, fiere, impiego dell’immagine, titoli di spettacoli, qualsiasi cosa porti il nome dell’autore di “Emozioni”, tanto amata di Pete Townshend degli Who.

PERCHÉ NO UN “IO C’ERO!”?

Dunque, dimentichiamoci che la signora Battisti, come fosse un notaio, certifichi quelle foto e autorizzi a farne un uso anche moderato. Certo, non può impedirne la pubblicazione, sono foto scattate in un luogo pubblico e, pare, anche con una discreta, ma sostanziale partecipazione dello stesso artista. Pertanto, lunga vita a quegli scatti. E se ci scappano due, tre murales o il ricampionamento di quelle immagini e quella storia, che sarà mai. Del resto, purché non ci sia business, si potranno rendere pensieri e parole a scopo puramente benefico in onore di un artista che appartiene a tutti e in Italia ha avuto un impatto simile a quello dei Beatles in tutto il mondo.

Così, bene Chiatona, bene Palagiano. Forza intramontabile Battisti. Anzi, perché non scrivere un libriccino della serie “Io c’ero”? Certo, nella foto c’è una dozzina di bagnanti e, alla fine, ne troveremo mille di signori che quell’estate indossavano costume e tintarella, a raccontare la loro angolazione di quella giornata piena di sole.

Detto, però, fuori dai denti, fosse andata secondo aneddoto, chi ha amato Battisti proverà un po’ di invidia nei confronti di quei signori per quell’incontro ravvicinato. E pure andando indietro con quell’“affetto della memoria” che tanto piaceva a Modugno, se la storia diventasse romanzo, il romanzo leggenda, ci sta bene lo stesso.

Basta che a nessuno ritorni in mente di scrivere o cantare una canzone su quell’episodio estivo. Facciamo in modo che Lucio resti così, steso sulla spiaggia, sorridente di quell’accerchiamento pieno di stupore e affetto, nel cuore e nell’anima.