Avevo iniziato a scrivere sulla differenza di prospettive che orienta le coscienze alla luce dei fatti degli ultimi giorni e i miei campi di ricerca sono sempre (e rimarranno) la strada, i luoghi di ritrovo, casa mia.

Si, casa mia, per capire quanto riusciamo ad incidere realmente sulla capacità di riflessione e di lettura degli eventi.

Risultato: nessuna reazione emotiva di fronte alle tante persone lasciate per giorni sulle navi, incarcerate e condannate senza processo, respinte come si fa quando metti il veleno davanti alle porte per impedire l’ingresso agli scarafaggi. Nessuna reazione neanche di fronte ai corpicini inanimi che indossano la maglietta rossa per essere maggiormente riconoscibili sui gommoni.

Di contro, tutti attenti a seguire le sorti dei ragazzi rimasti intrappolati in una grotta in Thailandia!

Non che sia brutto, sia chiaro, ma fa riflettere sul concetto di “distanza”.

Adozioni a distanza”, “gli aiutiamo nei Paesi loro”…..

Insomma, l’importante e che non metti piede in casa mia!

Per non raccontare di tutti gli sfottò subiti durante tutta la settimana!

Uno per tutti: “Con tutta la carne che c’è sul fuoco, scrivi un libro o il Domenicale?”.

Non faccio nessuna delle due cose! Anzi faccio due cose: ringrazio il Presidente della Repubblica Mattarella sperando che non rimanga in solitudine nel tentativo di arginare questa deriva indecorosa, immorale e … (lascio perdere!), e voglio dare spazio alla voce di un amico, Alex Zanotelli, con il quale condivido l’incapacità di tacere, di non vedere, di girarsi dall’altro lato.

Foto DOMENICALE articolo 02 - 1

UN “DIGIUNO DI GIUSTIZIA” IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI.

Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?” così Papa Francesco ci interpellava durante la Messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese Guardian che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della “Fortezza Europa”.
È il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la “patria dei diritti umani”. La Carta della UE afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata”.
È un crimine contro l’umanità, un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che è diventato ancora più brutale con lo scorso vertice della UE dove i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l’Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle ONG ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salverà i migranti, li riporterà nell’inferno che è la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: “Non riportate i profughi in Libia, lì ci sono condizioni inumane.”
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L’ONU parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell’arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: “Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, è in grado di riconoscere immediatamente la “bancarotta dell’umanità”.
È il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: “Ero straniero… e non mi avete accolto.” Noi chiediamo a tutti i credenti, di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.

Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
“Il digiuno che voglio – dice il profeta Isaia in nome di Dio – non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti ?”.

Padre Alex Zanotelli