Intervista ad Anna Fiore, presidente Comitato CRI di Taranto

«La gente ci percepisce come un bene comune. Impegno a trecentosessanta gradi, non solo nella sanità. Facciamo parte della Protezione civile, per legge partecipiamo ai Tavoli operativi in Prefettura. Siamo diventati un soggetto privato a livello internazionale per difendere la nostra indipendenza»

Questa settimana per la rubrica Assistenti e assistiti, ospite di web radio, canale youtube e sito di “Costruiamo Insieme” è la professoressa Anna Fiore, presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Taranto.

Nei giorni scorsi, l’incontro con il presidente nazionale della Croce rossa italiana, Francesco Rocca. Cosa è scaturito da questo importante confronto?

«La presenza a Taranto del nostro presidente era inserita all’interno dell’Assemblea nazionale dei giovani della Croce rossa. Ogni anno questi incontri hanno luogo in città diverse, in questa occasione è toccato a Taranto. Abbiamo avuto il privilegio di ospitare questo importante appuntamento avendo presentato un valido programma e un ideale luogo di accoglienza, la Svam, Scuola volontari aeronautica militare. La perfetta riuscita dell’incontro per noi tutti è stato motivo di orgoglio.

Nell’occasione sono scaturiti progetti e strategie dei giovani legati all’attività della Croce rossa. Il nostro comitato ospita molti giovani, essenza dello spirito della Croce rossa: non ci fossero loro, qualsiasi comitato sarebbe da considerare senza futuro».

Ma l’esperienza resta un valore insostituibile.

«Certo, ma non possiamo negare il numero di idee che i nostri giovani avanza in molte occasioni; spunti che assicurano maggiore vitalità alla CRI. Personalmente accolgo sempre favorevolmente i loro progetti, mai per compiacerli, in quanto credo nella loro forza e nelle loro idee».Anna Fiore I GIORNI 3Croce rossa italiana, da quanti anni è impegnata e in cosa consiste questo impegno.

«La nostra istituzione è impegnata sull’intero territorio nazionale da oltre centocinquant’anni. Spaziamo a trecentosessanta gradi, dall’attività sanitaria a quella sociale, proseguendo con l’attenzione rivolta ai giovani, alla comunicazione, al diritto umanitario internazionale e tanto altro ancora.

Con la Legge regionale, la Croce rossa italiana è entrata di diritto nella Protezione civile. Prima prestavamo sostegno, oggi facciamo parte di quelle componenti presenti nel corpo della Protezione civile. In fatto di impegno non cambia molto rispetto al nostro impegno in passato, ma oggi la nostra attività è riconosciuta per legge».

Dunque, obbligati per legge ad intervenire.

«Oggi anche la Croce rossa viene convocata al Tavolo della Prefettura. Abbiamo una sala operativa. Oltre alla massima disponibilità dobbiamo assicurare copertura umanitaria, che in qualsiasi calamità non viene meno».

Anni fa la Croce rossa godeva del sostegno da parte delle istituzioni. Come fa una organizzazione così importante ed articolata a reggersi autonomamente?

«Siamo garantiti dalla Legge 178 del 2012, in cui il presidente della Repubblica – siamo sotto la sua egida – ci riconosce il ruolo di ausiliari nei pubblici poteri insieme con i corpi militari di cui fanno parte le crocerossine. Perché siamo diventati un soggetto privato? Tutte le Croci rosse a livello internazionale sono indipendenti, considerando questo principio alla base del nostro statuto. Lo stesso nostro presidente, Francesco Rocca, ha fortemente voluto dare un indirizzo di indipendenza alla nostra attività».

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Quante attività svolge sul territorio.

«Come gran parte dei comitati, con mezzi operativi, fra cui quelli sanitari, anche il nostro rientra nelle attività di soccorso del 118; svolgiamo anche attività privata e siamo presenti con unità di strada. Diamo supporto alle famiglie in stato di disagio, che questo sia di carattere economico, ambientale o sociale; supportiamo tutte le Forze armate nella formazione, svolgendo obbligatoriamente – e gratuitamente – corsi di Primo soccorso e di uso del defibrillatore. Fra gli impegni costanti: la formazione degli studenti delle scuole della provincia, del personale delle Amministrazioni e delle aziende».

La relazione con ospedali e presìdi sanitari del territorio. Capita spesso, in caso di necessità, sentire “Chiama la Croce rossa!”. “Arrivano i nostri!”: vi vedono così.

«Nonostante sia privata, la Croce rossa viene percepita come un bene pubblico, questa è una realtà: tutti si sentono confortati nel vedere impegnato un nostro mezzo di soccorso. Del resto, siamo presenti ovunque e quella “croce” di colore rosso è sicuramente identificativa della nostra attività. “Arrivano i nostri!”, è vero, ci vedono così.  Siamo presenti anche nel Pronto soccorso, nell’accoglienza dei pazienti; in Pediatria, dove i nostri giovani intrattengono i piccoli degenti; nell’ospedale di Grottaglie dove ci occupiamo dei lungodegenti».

Alla luce di tutto questo, si può dire che la Croce rossa italiana è una squadra affiatata.

«Ilaria Decimo, presidente regionale, si spende molto affinché il territorio resti unito e porti avanti tutte le attività appena illustrate e quelle che non ho avuto tempo di illustrare. Grazie ai volontari che si sentono costantemente motivati – non sta a me dire quali siano i meriti personali – penso di aver creato quell’insostituibile trait-d’union che ha fatto di Taranto una bella realtà».