Giorgio Verdelli, autore e protagonista di “Unici” (RaiDue)
A Taranto per l’ICO Magna Grecia e lo spettacolo “Indimenticabile Luis”, tributo al maestro Bacalov, dice la sua sugli sbarchi. Il suo programma, Rita Pavone e Vittorio De Scalzi, il successo con il tributo a Pino Daniele. Prende a prestito musica e parole di Edoardo Bennato, protagonista della puntata del prossimo 27 maggio. Il sodalizio con il direttore d’orchestra Piero Romano.
«“Unici”, è una riserva, qualcosa che somiglia a una biodiversità musicale; io e i colleghi ci pregiamo di mettere in onda cose sfuggite o che, forse, gli altri non conoscono; della puntata su Edoardo Bennato in onda il 27 maggio su Raidue alle 21.20, mi piace sottolineare un aspetto in particolare: il cantautore, napoletano come il sottoscritto, descrive da par suo accoglienza ed extracomunitari, già protagonisti di alcuni suoi quadri – lui dipinge benissimo – nella canzone “Pronti a salpare”, titolo anche del suo ultimo album dedicato a Fabrizio De André; bene, questo affresco musicale è una perfetta sintesi anche della mia idea di accoglienza e massima disponibilità verso il prossimo: come direbbero Totò e Peppino, “…Ho detto tutto!”». Giorgio Verdelli, uno dei più quotati autori Rai, prende a prestito Bennato, l’ultimo protagonista del suo programma televisivo di successo, “Unici”, una volta che gli chiediamo il suo punto di vista su migranti e accoglienza, tira dentro un napoletano illustre dietro l’altro.
Tributo a Pino Daniele la scorsa stagione, a Bacalov con “Indimenticabile Luis” al teatro Orfeo di Taranto. L’invito a una formula-bis dopo il successo registrato con una serie di concerti dedicati al cantautore napoletano, è dell’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano. Quello con la “Città dei due mari” per Giorgio Verdelli è un rapporto stretto. E’ entusiasta di come sia andata, anche la sera prima a Matera. Grandi applausi del pubblico fra clip, aneddoti, grandi emozioni.SUCCESSO, IL CELLULARE SQUILLA IN CONTINUAZIONE
Due passi in città, cellulare permettendo. Il telefonino squilla. Quando viene retrocesso in modalità “mute”, vibra. Non esiste una via di fuga per un produttore di programmi televisivi che funzionano con il conforto degli indici di ascolto. Eccole che continuano, telefonate una dietro l’altra. Pare di capire che una di queste sia di Bruno Voglino, grande regista televisivo; un’altra è di Peppino Di Capri, uno degli artisti italiani più amati. A breve distanza, per discrezione. Per lo stesso motivo non chiediamo i contenuti di quella che sembra un’amichevole chiacchierata. L’autore di “Qualcosa resterà”, tributo a Pino Daniele che è valso al suo docufilm un Nastro d’argento, in questo periodo incassa solo complimenti. Una delle sue ultime produzioni, uno speciale di “Unici” sull’inarrestabile Gianna Nannini, ha funzionato. Raidue gongola e pensa a una serie di repliceh, cominciate con un doppio Vasco Rossi e Arbore, proseguendo con una puntata inedita con Edoardo Bennato il 27 maggio.
Con l’autore e produttore televisivo gli argomenti su cui soffermarsi sono tanti. Intanto, la stretta cronaca. Partendo da una Taranto che Verdelli vive come fosse la sua Napoli. I vicoli, le vie. Quelle adiacenti il centro. Gli sembra di stare a casa. Per strada i manifesti dell’Orchestra della Magna Grecia, orgogliosa di tributare fra Taranto e Matera un sentito omaggio al grande Luis Bacalov, Oscar per le musiche del film “Il Postino”, ultima interpretatazione dell’indimenticato Massimo Troisi (anche lui amico di Verdelli). La foto del grande Bacalov, gli “strilli” per Rita Pavone e Vittorio De Scalzi, mente pensante dei New Trolls.
Nei titoli, anche Giorgio Verdelli, “voce narrante” della serata dedicata al grande compositore e arrangiatore argentino arrivato in Italia sul finire degli Anni Cinquanta. «Erano i tempi della RCA e della Arc, la linea giovane della famosa casa discografica romana – spiega l’ideatore e produttore di programmi televisivi – negli studi sulla via Tiburtina andavano per la maggiore i direttori d’orchestra Luis Enriquez Bacalov ed Ennio Morricone: per intenderci, erano loro a firmare gli arrangiamenti di quei gioiellini musicali che partivano per i mercati discografici italiani e internazionali: non è un caso che i due siano arrivati all’Oscar. Bacalov lo conobbi personalmente nell’87, in occasione del programma “Sotto le stelle”: lui dirigeva l’orchestra, io ero assistente del grande Guido Sacerdote, regista e produttore televisivo di programmi cult della nostra tv, da Studio Uno a Canzonissima».TARANTO, LA PAVONE E I NEW TROLLS
Rita Pavone e New Trolls. «Mi viene da dire “La partita di pallone”, canzone mandata a memoria anche dalle ultime generazioni, dai tifosi di calcio, mi pare anche dai calciatori della Roma che intonarono questa canzone nella celebrazione dell’ultimo scudetto; l’elenco prosegue: “Cuore”, “Come te non c’è nessuno”, “Il ballo del mattone” e “Che m’importa del mondo”; se pensiamo al ritmo con cui Bacalov, come il suo altrettanto titolato collega, sfornava arrangiamenti, ci rendiamo conto che dalla mente e dalle sue dite passasse qualcosa che aveva del geniale; se non sei un predestinato non puoi fare tutto quello che ha fatto il maestro – compresi gli anni in cui è stato direttore principale dell’Orchestra della Magna Grecia – in cinquant’anni e più di attività; dunque, la Pavone: a quei tempi era la stella della Rca, qualsiasi cosa cantasse, finiva in classifica; De Scalzi vuol dire New Trolls; New Trolls vuol dire Concerto grosso; Concerto grosso non può che significare Bacalov: è stato il maestro, infatti, a dare quel tocco di sinfonico al rock progressivo e autorale del quale il gruppo musicale genovese si stava vestendo nei primi Anni Settanta».
Bacalov. «Prima i New Trolls, a seguire Osanna e Rovescio della Medaglia, formazioni che hanno scritto pagine importanti del rock progressivo italiano; c’era sempre Bacalov a dare il giusto indirizzo ad alcune delle pagine più creative del rock italiano; ma penso al maestro e, se non ricordo male, anche all’attacco di “Legata a un granello di sabbia” e “Con te sulla spiaggia” di Nico Fidenco, “Fatti mandare dalla mamma…” di Gianni Morandi, “Il capello” di Edoardo Vianello. E “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, vogliamo parlarne?».BACALOV, ROMANO E PINO A GRANDE RICHIESTA
Le colonne sonore firmate da Bacalov per i più grandi registi italiani: Fellini, Pasolini, Scola, Petri, Lattuada, Lizzani. E i suoi temi western, utilizzati a più riprese da Quentin Tarantino per “Kill Bill” e “Django Unchained”. Immenso Bacalov. «E bene ha fatto Piero Romano, direttore dell’Orchestra della Magna Grecia – riprende Verdelli – a curare questo straordinario tributo all’indimenticato maestro, autore di musiche straordinarie».
Dopo lo scorso anno, un ritorno a teatro. «Romano mi aveva invitato per un tributo a Pino Daniele del quale si era fatto promotore anche Martino De Cesare; non volendo il mio docufilm “Il tempo resterà”, realizzato per la Rai, dedicato appunto a Pino, in quei giorni vinceva il Nastro d’Argento: grande soddisfazione per un lavoro nel quale oltre alle idee ci ho messo tanto cuore: Pino, grande artista, per me è stato anche un grande amico».
Anche Pino Daniele e la sua storia sono state protagoniste di “Unici”, trasmissione ideata e curata da Verdelli. Dal 2013, solo stagioni televisive di successo. Fra i protagonisti, oltre al già citato Vasco, anche Zucchero, Ramazzotti, Negramaro, Pavarotti, Arbore. Perfino una puntatona su “Non stop”, trasmissione-culto degli Anni Settanta. Visti gli ascolti, il direttore di Raidue, Carlo Freccero, non si è fatto sfuggire l’occasione per assicurare alla sua rete un ciclo di repliche.