Un dirigente scolastico del Varesotto e una giustifica originale

«Gli studenti non possono assolversi con la voce “sciopero”. Il Ministero mi ha chiesto prove tangibili a motivare la marcia ecologica. Dunque, foto e biglietti del viaggio in treno. I ragazzi hanno compreso, tutto è stato espletato». Con buona pace di preside e del Ministero della Pubblica istruzione. 

E’ successo a Gallarate, due passi da Varese. Ma avrebbe potuto essere Manduria, provincia di Taranto. Canicattì, un soffio da Agrigento. La sostanza non cambia, il messaggio è di quelli importanti: i ragazzi non vanno a scuola, giustificano l’assenza attribuendola al loro forte impegno ambientalista accanto alla piccola Greta. Bene, il dirigente scolastico rispetta la posizione dei suoi studenti, ma vuole vederci chiaro: i ragazzi si sono assentati arbitrariamente, dunque disertando anche la marcia ecologica, oppure hanno davvero preso parte alla manifestazione che ha mobilitato interi Paesi in tutto il mondo?

Così il dirigente entra in tackle e avanza ai suoi studenti le seguenti richieste: un selfie e il biglietto del treno per giustificare l’assenza in classe degli studenti che, a fine settembre, hanno preso parte a scioperi e manifestazioni giovanili per chiedere un cambiamento degli stili di vita inquinanti, sulla scia dell’ormai famoso «Strike for climate» lanciato dalla piccola, diventata per tutti i suoi coetanei, una gigante: la svedese Greta Thunberg.

BOTTA E RISPOSTA

Detto-fatto. Fatta la provocazione, accettata la risposta. Ad accettare una foto degli stessi studenti scattata durante il corteo insieme con la “prova” del viaggio verso Milano come giustifica, è stato il dirigente di un istituto di Gallarate (Varese), la scuola “Gadda-Rosselli”. Anselmo Pietro Bosello, questo il nome del dirigente scolastico lombardo, ha voluto però chiarire che la sua richiesta è stata un’eccezione indicata espressamente dal Ministero allo scopo di favorire la consapevolezza dei ragazzi a proposito dei temi ambientali.

Bosello, infatti, ha tenuto a precisare che le disposizioni, rese ufficiali attraverso una specifica circolare, non sono state affatto uno sdoganamento dello sciopero degli studenti.

«La scuola non ha aderito ad alcuna manifestazione – ha tenuto a sottolineare, tante volte a qualcuno venisse in mente di strumentalizzare la figura di un qualsiasi dirigente scolastico – e nessuno ha mai invitato studenti a parteciparvi: i lavoratori possono scioperare, non gli studenti».

GLI STUDENTI NON “SCIOPERANO”

Chiarito il fatto squisitamente tecnico, il responsabile dell’istituto Gadda-Rosselli, ha aggiunto. «Per questo la giustificazione per l’adesione a uno sciopero, seppur firmata dai genitori, non è di norma accettata». Strappo alla regola. «Questa volta – il dirigente scolastico prosegue – l’abbiamo fatto, vista la sollecitazione del Ministero, ma abbiamo invitato gli studenti affinché producessero pezze giustificative opportune e non avessero fatto una semplice capatina piacevole a Milano in una giornata di sole».

Ecco l’idea del selfie. Un “autoritratto” degli stessi alunni, scattato con il cellulare.  Qualcosa di normale, un esercizio cui i ragazzi si sottopongono numerose volte al giorno con i loro telefonini. Insomma, una prova inoppugnabile che attestasse che, chi ha marinato la scuola, l’avesse fatto per prendere parte davvero ai cortei organizzati a Milano.

Il risultato non è tardato ad arrivare. Una cinquantina di studenti dell’istituto “Gadda-Rosselli” hanno scelto questa soluzione. Foto ben dettagliate, che ognuno dei ragazzi ha consegnato al proprio insegnante di riferimento, perché la vicenda ambientalista fosse archiviata anche formalmente. Con somma soddisfazione del dirigente scolastico e del Ministero della Pubblica istruzione.