Il rocker emiliano a Castellaneta
A Nova Yardinia, da anni il suo relax, nella megalocation lo stage per debuttare con il suo nuovo “live” estivo. E quarant’anni fa, un concerto allo Iacovone. Un ricordo indelebile, uno scatto, un abbraccio all’organizzatore e uno alla Ferrari, rosso fiammante
«E adesso tocca a me…». Un testo di Vasco per raccontare la sua ultima avventura pugliese, alla vigilia delle prove del suo prossimo tour. Che la Puglia fosse il suo “buen retiro”, un luogo tranquillo e appartato nel quale ritirarsi e riposare, lo sapevamo da anni. Del resto, lo sanno anche i sassi – anche se sarebbe più corretto dire i granelli di sabbia – che il rocker più amato d’Italia da anni soggiorna per le sue vacanze estiva al resort “Nova Yardinia”, a Castellaneta, provincia di Taranto.
Un po’ meno, che il Rossi più famoso del nostro Paese, avesse deciso di fare le prove del suo prossimo tour estivo al Cromie, anche questa struttura a un tiro di schioppo dalla suite Albachiara (così hanno ribattezzato una delle camere del suo albergo preferito). Nei giorni scorsi non è un caso che sia piombata in Puglia una delegazione del Blasco Fan Club, per assistere in anteprima a una parte del concerto che Vasco porterà in tour.
«Immerso nella pineta il Cromie è un luogo perfetto per raggiungere la giusta concentrazione; siamo un po’ isolati, siamo entrati in ritiro, come fanno le squadre di calcio; abbiamo già provato i primi pezzi… E’ sempre splendido, ritrovarsi insieme a fare della musica è una cosa straordinaria!». Parole di Vasco.
QUARANT’ANNI FA, STADIO IACOVONE
Forse è il caso di celebrare i quarant’anni dal concerto che Vasco tenne a Taranto, stadio Iacovone. Era il 1984. «Quella notte non ebbi il coraggio di chiedere una foto-ricordo al Blasco – ricorda Antonello Di Maggio, organizzatore di quel concerto memorabile – che prima abbracciò la mia Ferrari rossa fiammante e poi anche me: purtroppo non immortalammo quel momento».
Vasco è stato a Taranto quattro volte, ma il concerto più romantico è quello del 12 agosto 1984, domenica. Antonello, imprenditore e organizzatore di eventi, Chinee e Sonar fra le sue attività, lo ricorda attraverso il suo sito. La documentazione di quel concerto, seguito passo passo dai quotidiani dell’epoca, però non la trova più.
Meriterebbe qualche bacchettata. Perché non si può celebrare un compleanno senza torte e candeline. Di Maggio dice che il plico con ritagli stampa, lo avrebbe consegnato a un esperto di comunicazione perché gli realizzasse un sito-memorabilia. Per farla breve, non circola più niente di tutto quello che descriveva giorno per giorno “la costruzione di un amore”, sviscerato per Vasco.
Unica foto sopravvissuta: Vasco steso a pelle d’orso sul suo “Ferrarino”, proprietà Di Maggio, parcheggiato all’interno dello “Iacovone”. L’artista è di Zocca, Modena, come a dire Maranello, ecco giustificato l’affetto morboso, coitale, per La Rossa.
FOTO DA PROVINCIALI
Foto da provinciali. Non si può dire lo stesso di quanti una foto con il Blasco, quel giorno, se la sono fatta e, orgogliosi, oggi la espongono in soggiorno, la custodiscono nell’album dei ricordi, o la mostrano su Facebook, con didascalie del tipo «Vasco, grande amico mio!». Non sembra, ma si “acchiappa” anche con queste facezie. Alla faccia di chi i soldi li ha scuciti per regalarsi un sogno. Parentesi. «Antonello, non hai una foto con Vasco?». Chiusa parentesi.
Quello del 12 agosto dell’84 è un concerto vissuto. Esiste un’agenzia centrale e, a cascata, subagenzie che acquistano “tot” date (come dire concerti). L’album “Va bene va bene così”, pubblicato nell’aprile dello stesso anno, è il primo “live” di Vasco. In Italia non amano molto i manufatti con le canzoni ricantate, specie dal vivo, ma il management dell’artista emiliano pensa che sia possibile lo stesso fare un tour. Lo sperano, ma non lo immaginano ancora, che l’artista sotto contratto stia diventando un’icona destinata ad entrare nella leggenda. Pensano: non c’è più l’effetto-sorpresa, il tour dell’anno precedente, “Bollicine”, ha già registrato sold-out ovunque, come vuoi che i ragazzi spendano altri soldi fra album-raccolta e concerto? Il ragionamento: le città italiane sono sempre le stesse, proviamo col bis.
ORGANIZZATORI DISPERATI
Le “date”, dopo un momento di incertezza, cominciano ad andare via come il pane. «Accidenti, fossimo “usciti” a cinquanta milioni, avremmo guadagnato il doppio!». Qualcuno prova il colpo d’astuzia: far circolare voce che sarà ridotto il numero di concerti. Lo scopo è quello di far scattare l’asta. Taranto vacilla, Di Maggio ha un contratto e due legali, vince a braccia alzate. I concerti si fanno ovunque. C’è attrito prima del concerto, agenzia centrale e artista sono all’oscuro di certe manovre. Qualcuno chiede un bonus, una sorta di premio-produzione. Dietro le quinte si scatena la tensione, volano gli stracci, ma alla fine tutto va per il verso giusto. Vasco sale, canta e incanta. Con lui la Steve Rogers Band, a quei tempi inseparabile.
Assistiamo alla “prima” del tour, Milano marittima, intervista al volo, scoop del “Corriere”. Finito il concerto, Vasco ha solo due minuti, poi, sudato com’è, lo coprono con un accappatoio e lo portano via, di corsa. Ma tanto basta per registrare due battute storiche. Servono per una bella apertura sul “Corriere del giorno” che, all’evento, dedica anche una locandina.
Non sono tutti dello stesso avviso al giornale cittadino. Come accade ogni tanto, si scatena un acceso dibattito fra redazioni. Tregua armata. Esce la locandina. Nel giro di un paio di anni, il caposervizio, Antonio Bagnardi, era riuscito nell’impresa di svecchiare un settore del giornale. Non era più solo un quotidiano per over trenta, ma anche per ragazzi matti per il rock e il pop. Basti pensare che un anno prima, con la macchina fotografica di Marcello Nitti, altro organizzatore di eventi, c’era chi aveva fotografato Jim Kerr, leader dei Simple Minds, con una copia del “Corriere” stretta fra le mani. Storica.
CHE DOMENICA BESTIALE…
Un pensiero rivolto a quella domenica. A quei tempi straordinari. E all’articolo, a commento di quel concerto. Bagnardi, coach e motivatore nato, legge l’articolo e commenta: «Siamo il “Corriere del giorno”, mica “Ciao 2001”! L’articolo è incompleto, scritto così va bene a Taranto, come può andare bene a Treviso e, con tutto il rispetto per i veneti, a noi non ce ne frega un beneamato…». Gira la sua Olivetti, la spinge delicatamente sulla scrivania del collega, perché “parli” tarantino. «Scrivi, hai dieci minuti, il giornale è già in stampa…». Non ci resta che inventare, in realtà tutto vero: i cori, la luna inchiodata al cielo, il clima vissuto dai fans di Vasco. Anche una certa emozione del cronista, nonostante lo avesse già conosciuto nel ’79, ai tempi di “Non siamo mica gli americani”. Presentato il suo amico fraterno Gaetano Curreri – raccontava il cronista – che con gli Stadio lo stesso anno aveva tappa a Taranto con Dalla, De Gregori e Ron.
Infine. «Articolo pronto!». E il caposervizio del “Corriere”: «…Oooh, ora è un articolo serio, eccheccavolo!». E un bravo a Carmine La Fratta, ribattezzato per le sue imprese fotografiche “Carmine Clic”.
Il tour di Vasco Rossi: Milano, Stadio Meazza – San Siro: 7, 8, 11, 12, 15, 19 e 20 giugno; Bari, Stadio San Nicola: 25, il 26, il 29 e il 30 giugno.