Cominciate le prime audizioni di speaker radiofonico. I ragazzi si pongono con il giusto spirito. Massima considerazione per lo strumento. Se non c’è emozione, non c’è rispetto. E Abdoullah e Billy, ci provano, dalle notizie alla rassegna stampa. Proseguono le selezioni.

Foto articolo 03 - 1Cantieri “Costruiamo Insieme”. C’è la web radio, l’ultimo progetto fortemente voluto dalla cooperativa. Cominciano i lavori, dunque. Come a dire, «per noi l’integrazione è una cosa seria, passa attraverso qualsiasi strumento che possa dare voce ai nostri ragazzi».   

Detto fatto, ci sono già i primi, quelli del «Quando cominciamo?», modo contagioso per trasmettere entusiasmo. Billy, nome da anchorman americano, e Abdoullah, sono i primi a indossare la cuffia e a soffiare parole nel microfono disposto un palmo dal viso da Paolo. «Uno, due, tre…prova!». E’ cominciata nel modo più semplice l’avventura «Una radio tutta nostra!». I ragazzi fanno mille domande. E fanno bene. Devono farle tutte, fino ad esaurimento scorte, perché dopo dovranno essere loro a fornire risposte. «Sentire la mia voce in cuffia, fa un certo effetto!», dice Billy. Gli si apre un sorriso, diciamo anche un mondo. Non appena parla e si ascolta, si vede che la cosa gli fa effetto. Conferma. «E’ incredibile, in cuffia fino a oggi avevo solo ascoltato musica, tutt’al più avevo conversato al telefono, mai invece sentito la mia voce: quasi ti metti soggezione da solo, fa una certa impressione; non che non sapessi che la radio si fa in questo modo, ma il debutto non lo avevo mai considerato: sei portato da solo a fare in modo che quanto “esca” in questi provini sia il meglio che tu possa dare!».

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PIU’ EMOZIONE C’E’, PIU’ RISPETTO HAI PER IL LAVORO

I ragazzi lo sanno, sono emozionati. Dovranno compiere numerosi passi avanti nella professionalizzazione, ma lo spirito con il quale stanno affrontando il progetto è quello giusto. Mai pensare che basti poco per farcela: quattro parole in croce, si dice da queste parti, e via. Non deve essere così, l’emozione deve mettere soggezione. Più emozione c’è, più rispetto hai per un lavoro. Ecco l’importanza di formulare mille domande, manifestare altrettanti timori. «Non so se ce la farò, ma ci provo…», dice Abdoullah. Invece è proprio quello il segreto. Non volendo, anche lui si è lasciato sfuggire la frase tipica di chi della radio e, dunque, della comunicazione, ne ha fatto un mestiere. Tutto si può fare per ingannare il tempo, diverso è se quella certa cosa diventa poi un lavoro. Allora, tutto cambia. Massimo rispetto per microfono, cuffia e i primi fogli dei notiziari stampati e raccolti in una cartellina. «Prima di registrare devo dare una lettura, comprendere la pronuncia, ripassarmi la mia parte». Abdoullah ha compreso perfettamente lo spirito con il quale entrare in partita. Lo scritto diventa uno spartito, un ruolo da interpretare in scena. Un giorno, forse, andrà di corsa, avrà raccolto una notizia all’ultimo momento e non potrà rileggersela. Ma questo fa parte del lavoro. E questa modalità è ancora remota. Anche questo è un piccolo insegnamento per chi vuole fare informazione. Radio, nel nostro caso.

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LA RADIO, LE PAROLE E UN SENSO DI LIBERTA’

«Ho sempre amato la radio – dice – più della tv; per me è l’informazione più diretta, le parole le trovo più importanti delle immagini, a meno che non ci si trovi davanti a un disastro; le parole, da sole, inducono al ragionamento, ti fanno pensare…». E’ il senso di libertà di Abdoullah, che per ammissione dello stesso, ha «tanto da imparare». Ma, si diceva, è lo spirito giusto. «Non so se alla fine farò questo mestiere, ma voglio imparare tutto quello che c’è da imparare!».

I ragazzi compiono un altro passo. Più che in avanti – c’è ancora tanto da fare – un passo di lato: i fogli del notiziario vengono riposti nel cassetto. Ora c’è da sfogliare un quotidiano. Altro mestiere, sempre delle parole: individuare i titoli più importanti per simulare una rassegna stampa. Anche questo lavoro richiede preparazione, selezione. In una mano un evidenziatore, l’altra sfoglia il giornale. Il titolo più robusto viene circoscritto da un segno. E avanti così, una pagina e un titolo da evidenziare, dalla cronaca allo sport. E’ così che i ragazzi si stanno avvicinando a un mondo nuovo, quello della radio. Siamo al primo ripasso, ma arriverà anche il momento in cui parleranno e faranno parlare la radio. Un passo per volta, possibilmente in avanti.