Sei anni, origini bengalesi, il piccolo accoltellato a Rimini

A sferrargli un micidiale fendente un somalo di ventisei anni fuori controllo. Pare che il folle abbia agito sotto l’effetto di alcol e droga. «Ringrazio i medici per aver salvato mio figlio, le autorità e le forze di polizia per averci assicurato massima assistenza», ha dichiarato il padre della vittima. Fuori pericolo,  vivo grazie alla divina provvidenza

 

Ha sei anni, si chiama Tamin, il piccolo di sei anni, originario del Bangladesh, accoltellato alla gola sabato scorso sul Lungomare di Rimini. Pare sia fuori percolo, ma per miracolo, spiega il papà che si dà il cambio con la moglie nel vegliare quel bambino, che senza saperlo ha visto la morte in faccia.

Il sindaco della città romagnola, Andrea Gnassi, rimasto in ospedale per buona parte della prima nottata insieme al suo vice, aveva anticipato buone notizie. “L’équipe medica dell’ospedale Infermi – aveva dichiarato il primo cittadino – è intervenuta con un’operazione molto delicata, conclusasi positivamente: al momento le indagini diagnostiche escluderebbero danni ulteriori”.

Tamin, origini bengalesi, è stato operato nella notte all’“Ospedale Infermi”. Si è trattato di un delicato intervento chirurgico per la ricostruzione della carotide, seriamente danneggiata dal fendente sferrato dal ventiseienne. Ora, Tamin, è ricoverato in “Rianimazione” e rimane in prognosi riservata ma non sarebbe più in pericolo di vita.

“L’abbiamo riattaccata – ha detto Salvatore Tarantini, a capo dell’equipe di chirurgia vascolare – il bambino sta bene, ma la prognosi, dopo l’intervento, non abbiamo potuto scioglierla subito perché è un intervento delicatissimo: la carotide porta sangue al cervello; avevamo paura che ci fossero stati danni cerebrali, la tac lo ha escluso e anche la clinica sembra averlo escluso: il piccolo sta benino, risponde agli stimoli”.

 

CINQUE FERITI IN TUTTO…

Il bilancio di sabato 11 settembre a Rimini è di cinque persone ferite tra cui il bambino, figlio di una coppia – si diceva – originaria del Bangladesh che lunedì scorso avrebbe avuto il suo primo giorno di scuola; la folle violenza si è consumata a Miramare nel giorno del ricordo degli attentati terroristici a New York nel 2001. Al bambino, che ha avuto la sfortuna di trovarsi sulla strada dell’aggressore, il ventiseienne somalo ha reciso la giugulare con un fendente. “Una famiglia di persone che ha grande dignità vive ore drammatiche per il figlioletto – ha detto Jamil Sadegholvaad, assessore comunale di Rimini – la loro è una storia di integrazione riuscita”.

Somane Duula, il ventiseienne accoltellatore da due mesi in Italia ospitato dalla Croce Rossa di Riccione. Pima di giungere nel nostro paese, Somane aveva vissuto per alcuni periodi in Europa: Svezia, Danimarca, Germania e Olanda per richiedere lo status di rifugiato. “Il suo agire non è da collegarsi in alcun modo ad ambienti terroristici”, assicurano gli investigatori, anche per fugare un panico che si era diffuso in città, peraltro in una data significativa nella storia del terrorismo internazionale. Per la polizia il giovane era probabilmente sotto gli effetti di alcol o droga.

Duula si trova ora in carcere e dovrà rispondere delle accuse di tentato omicidio, lesioni e tentata rapina. In questi giorni, oltre all’interrogatorio di garanzia dal gip, si è riunito anche il Comitato per l’ordine e la sicurezza, alla presenza della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

 

…QUATTRO SONO DONNE

Oltre al piccolo bengalese, sono tutte donne le altre quattro vittime ferite dal somalo. Per prima cosa, l’uomo ha accoltellato al volto e alla gola le due controllore sull’autobus che lavorano per conto dell’azienda di trasporti Start Romagna. Trasportate al Bufalini di Cesena, alla più grave sono stati assegnati due mesi di guarigione.

Dopo aver accoltellato le due controllore, il ventiseienne somalo ha minacciato l’autista, costringendolo a fermare il mezzo e fuggire  in una traversa vicino alla stazione di Miramare, dove ha colpito una ragazza residente a Pesaro e una pensionata di settantasette anni, all’altezza del Lungomare Regina Elena. Puntando la lama alla gola di chi intralciava la sua fuga, con la polizia addosso, il somalo ha tentato anche di rubare un cellulare ad un automobilista barricatosi all’interno della propria auto.

Il padre di Tamin, ha parlato del gesto improvviso di un folle. Gli inquirenti al momento confermano «l’atto folle e improvviso e uno stato di alterazione del soggetto arrestato», ha spiegato il sindaco Gnassi, rimasto tutta la prima notte in ospedale con i genitori del bambino. “Perché una persona che aveva già dato segni di violenza e di alterazione – s’interroga il primo cittadino –  girava liberamente? Sono stati sottovalutati i segnali precedenti?».

«Il ventiseienne somalo – ha dichiarato il sindaco dopo aver raccolto ulteriori informazioni – è un richiedente asilo, ospitato alla Caritas di Riccione che, salito sul bus in direzione Rimini, nei pressi del Talassoterapico al confine tra i due comuni, ha colpito prima le controllore, poi nel tentativo di fuga ha colpito ancora altre persone, tra queste il bimbo operato d’urgenza».

«In ospedale – prosegue Gnassi – abbiamo trovato una famiglia sconvolta ma che con grande dignità e compostezza ha saputo pazientemente attendere in quelle drammatiche ore; il padre di Tamin lavora in una importante azienda del Riminese e i suoi tre figli sono nati tutti qui; nella notte ci siamo attivati con il datore di lavoro del padre del piccolo e con i servizi sociali del comune di residenza per prestare totale sostegno, solidale e pratico, alla famiglia».

Il padre del piccolo ha voluto, inoltre, ringraziare medici, poliziotti, Dio, tutti coloro i quali gli si sono stretti intorno in quei momenti durissimi. Sempre con grande dignità. «Per il responsabile di tale violenza – ha concluso il sindaco Gnassi – non si deve chiedere altro che il massimo rigore: non ci può essere alcuna giustificazione o attenuante per quanto fatto: le leggi esistono e vanno applicate, mi rifiuto di commentare qualsiasi speculazione politica in vista delle elezioni».