Talenti che vanno, talenti che arrivano
Dopo l’intervista fatta ad Emmanuel Sanriemu qualche giorno fa nel CAS di Modugno e pubblicata da Costruiamo Insieme nella rubrica “Raccontiamo storie”, viene da riflettere su un tema che tocca tutti, quel fenomeno definito “fuga dei cervelli” che nel nostro Paese ha una dinamica piena di sfumature diverse.
Talenti che vanno, talenti che arrivano accomunati dallo stesso destino: la mancanza di opportunità.
Dentro un tessuto socio economico compromesso, ogni talento inespresso, “tenuto a dormire” come ha detto Emmanuel o costretto a lasciare il Paese deve essere considerato un danno sociale, un freno ed un ostacolo alla crescita collettiva.
Tante potenzialità vengono mortificate nel frullatore del mantenimento di uno status quo nel quale basta galleggiare restringendo gli orizzonti senza sforzarsi a guardare oltre.
Per questo motivo a fronte di migliaia di giovani italiani che partono in cerca di un futuro e di opportunità per esprimere capacità e competenze, migliaia di giovani arrivano da un altro Continente con le stesse aspettative, con le stesse speranze.
Costruiamo Insieme, che da sempre ha rifiutato il modello di una accoglienza sterile rifuggendo dall’idea che i Centri di Accoglienza debbano essere parcheggi per migranti sta gettando le basi per realizzare azioni di sistema capaci di costruire un ponte che porti al di la del muro.
Lo scorrere del tempo, il passare degli anni, l’essere di fronte ad un fenomeno strutturale e strutturato non ha prodotto l’evolversi di un processo di scambio, di incontro, di conoscenza. Quel processo che da un punto di vista sociologico rappresenta la molla per la crescita, per lo sviluppo sociale, culturale, economico.
Nei Centri di Accoglienza risiede un mondo per lo più sconosciuto, tenuto bloccato dai tempi della burocrazia e rispetto al quale i muri ideologici sono più cementificati dei muri materiali.
In una lettera aperta indirizzata ai Prefetti di Bari e Taranto, un folto gruppo di ospiti delle strutture di accoglienza gestite da Costruiamo Insieme ha scritto:
Noi, scappati dalle guerre che stanno dilaniando i nostri Paesi, dalle persecuzioni razziali, dalle torture, da ogni tipo di violenza fisica e psicologica, dalla miseria e dalla fame che ancora continuano ad uccidere migliaia bambini, donne e uomini fra i quali i nostri fratelli, le nostre madri e i nostri padri ci sentiamo fortunati per avere riacquistato una prospettiva di vita che ci era stata negata.
Per il Paese che ci ha accolti, l’Italia, e soprattutto per il territorio che ci ospita e ci garantisce le cure, l’istruzione, la formazione professionale oltre al soddisfacimento di tutte le esigenze primarie non vogliamo essere un problema, vogliamo essere una risorsa restituendo alla comunità quanto ogni giorno ci viene donato.
Impareremo a ragionare in termini di risorse e di opportunità?