“Reddito”, si mette male

Adesso più della metà degli italiani lo boccia

Un quarto manterrebbe il Rdc, mentre il resto sarebbe totalmente indifferente. Due sondaggi, uno di Swg e un altro di Lab210, forniscono percentuali che oscillano fra il 54% e il 62%. Renzi vorrebbe il referendum, ma raccogliere cinquecentomila firme per promuoverlo non è semplice. Ne parla Mentana su La7, ne scrivono Il Tempo e Affari italiani

L’argomento, ripreso dal nostro Domenicale, è ancora di quelli caldi: Reddito di cittadinanza, sì o no? Esistono scuole di pensiero diverse, però più di metà degli italiani sarebbero ormai stanchi di questo “assegno” a pioggia a milioni di italiani. Solo un quarto del campione intervistato sarebbe d’accordo nel continuare a mantenerlo in vita, l’altro quarto francamente se ne infischia. Come foto d’insieme degli italiani non è male. C’è di tutto: gli intransigenti, che ci mettono la faccia; il resto che se la gioca fra un “non sarà quello il male del nostro paese” e, infine, un “vorrei ma non posso”.

Sul tema in questi giorni è intervenuto il quotidiano “Il Tempo”. Sul giornale diretto da Davide Vecchi, l’analisi comincia dal voto di domenica 12 giugno. Come risaputo, si vota in molti comuni per le elezioni amministrative e per i referendum sulla giustizia. Esistono continui sondaggi, uno di questi, costante, è quello di Swg, che ad ogni inizio settimana informa sulle intenzioni di voto ai partiti. Tale sondaggio non può andare in onda – scrive Il Tempo – ma il direttore Enrico Mentana presenta una rilevazione interessante: quella che riguarda un referendum, ancora ipotetico, sull’abolizione del reddito di cittadinanza.

Foto Perugia Today

Foto Perugia Today

ABOLIAMOLO, MA…

La maggioranza degli intervistati sarebbe a favore dell’abolizione del sussidio-totem del Movimento 5 stelle. Il 54% per cento voterebbe “sì”, mentre il 25% sceglierebbe di mantenere il Rdc. Il 21% degli intervistati, invece, non andrebbe a votare o non saprebbe quale segno spuntare sulla scheda.

Referendum ipotetico, si dice. Anche se, questo, sarebbe nei piani di Matteo Renzi. Il leader di “Italia Viva” ha anticipato che dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme per rimuovere il “sussidio grillino” col voto popolare. Politicamente, l’analisi del quotidiano diretto da Vecchi, Renzi su questa iniziativa potrebbe avere sostegno dal centrodestra, a partire da Fratelli d’Italia, anche se c’è chi sospetta si tratti solo di una mossa di comunicazione politica. Due gli ostacoli all’orizzonte: lo scoglio delle cinquecentomila firme, che non è un dettaglio, ma anche i tempi dettati dalla legge in relazione alla scadenza della legislatura. Nelle previsioni più ottimistiche, non se ne parlerebbe prima dell’autunno del 2023.

Foto Il Giorno

Foto Il Giorno

CINQUESTELLE ASSEDIATO

Negli ultimi mesi sono stati sferrati numerosi attacchi da parte di diversi esponenti politici al Reddito di cittadinanza e, ora, anche il sondaggio sarebbe ingeneroso nei confronti dei Cinquestelle. A proposito di sondaggi, c’è quello riportato da Affari Italiani ad essere ancora più impietoso rispetto a quello di Swg. Per “Affari” sarebbe addirittura il il 62% dei cittadini a chiedere che il Reddito di cittadinanza venga cancellato. Lab210, che che ha realizzato il sondaggio, spiega come soltanto il 37,8% degli italiani vuole mantenere la misura assistenziale. E con l’avvicinarsi delle elezioni non starebbe una buona notizia per i grillini e per Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio. Pare, infatti, che la difesa della misura sostenuta dai Cinquestelle ormai non rientri più fra gli argomenti che possano convincere gli elettori a votare il movimento fondato da Grillo.

«Lavorare? No, grazie preferisco il “Reddito”»

Meglio godersi l’estate, dicono in molti

A spasso fra gli organi di informazione che riprendono una provocazione di Massimo Giletti (La7). Sul Sole 24 Ore, Il Giornale, Libero e il portale Today, le dichiarazioni di imprenditori e le risposte dei candidati. «Mi tengo stretto l’assegno mensile, piuttosto lavoro in nero…». E un certo tipo di assistenzialismo crea una voragine tra domanda e offerta

Quando il palinsesto scarseggia, la redazione fa ricorso all’usato sicuro. Uno dei cavalli di battaglia è il Reddito di cittadinanza, tema trasversale, che interessa tanto quanti stanno a sinistra e non hanno del tutto condiviso la misura invocata e sostenuta dal Movimento 5 Stelle; quanto a destra, dove il “reddito di base” e, dunque, l’erogazione a pioggia di un minimo garantito, non ha mai convinto. Così, l’altro giorno, Massimo Giletti – simpatico o antipatico, ma sicuramente uno che conosce il mestiere e il sistema di fare ascolti – rilancia il tema dei temi: il Reddito di cittadinanza. Dalla sua ultima inchiesta, provocatoria, evidentemente, scaturisce una domanda e, in allegato, una risposta. “Lavorare? No, grazie, preferisco il reddito di cittadinanza”.

Nulla di cui stupirsi, anche se mette in evidenza una delle principali cause del fallimento del Reddito. La misura targata Movimento 5 Stelle, scrive Luca Sablone sul Giornale, avrebbe dovuto fare da spinta verso l’occupazione, ma in molti casi si è rivelata essere un vero e proprio disincentivo al lavoro.

E, infatti, a proposito di Giletti, come scrivevamo, la conferma viene dall’ultimo servizio di “Non è l’arena” andato in onda su La7 e all’interno del quale due percettori del rdc hanno rifiutato un contratto di lavoro per tenersi stretto il “sussidio”.

arton18566DISPONIBILITA’, MA IN NERO

«Spesso riusciamo a trovare la figura giusta ma quando chiediamo di portare i documenti per regolarizzare il contratto rispondono: no, grazie, abbiamo il Reddito di cittadinanza e non vogliamo perderlo: se vuole possiamo lavorare in nero». Sicindustria – riprende il portale Today – l’associazione di imprese della Sicilia che aderisce a Confindustria, sul Sole 24 Ore ha lanciato un grido d’allarme per l’occupazione dell’Isola. Secondo l’associazione le piccole e medie imprese faticano a trovare personale perché gli aspiranti lavoratori non vogliono rinunciare al reddito di cittadinanza. Non solo, manifestano disponibilità solo “in nero”: reddito, più salario più o meno pieno.

Torniamo a Sablone. L’imprenditore Valerio Laino – scrive il giornalista – da mesi ha messo annunci e sparso la voce, ma il risultato è sempre lo stesso: arriva una lunga serie di “no” da chi ha già un’entrata economica grazie al Reddito di cittadinanza. Così l’inviato Marco Agostini lo ha accompagnato a svolgere dei colloqui per l’assunzione di nuovi dipendenti: un posto da banchista, un contratto di terzo livello per 6 ore e 40 con una busta paga da 1.300/1.500 euro.

Il primo “candidato”, dopo essere venuto a conoscenza delle condizioni e degli aspetti del contratto, mette subito le cose in chiaro. «Ci sarebbe solo una cosa però, magari rimane tra me e lei… Se possibile non mi fa un contratto perché io già percepisco il reddito di cittadinanza». Il desiderio sarebbe dunque quello di un lavoro in nero così da non farsi mancare il sussidio grillino da 730 euro. «È un rischio stare in nero ma meglio così», aggiunge senza problemi.

La sostanza non cambia con un altro soggetto, già in passato candidato a lavorare nell’attività dello stesso Laino. L’interlocutore si dice disponibile, ma mette le mani avanti e fa sapere di percepire già il reddito di cittadinanza: «Facendo un contratto non… mi capisce?». «Questo lavoro potrei farlo – manifesta quasi magnanimo il “redditato” – se ci mettiamo d’accordo diversamente sì: resta il fatto, però, che al momento non lascio il reddito».

ansa10NUMERI IMPRESSIONANTI

Il quotidiano Libero parla di numeri drammatici circa la platea di beneficiari del Reddito di cittadinanza che non vuole saperne di accettare un lavoro. I Centri pubblici per l’impiego della provincia di Napoli, per esempio, hanno incassato risposte negative in molti casi. Nel 90% dei casi, i posti offerti agli assistiti sarebbero rimasti vacanti. Senza dimenticare l’enorme mole di truffe in tutta Italia, con i furbetti che incassano soldi pur non possedendo i requisiti necessari.

Anche per questa motivazione è tornato ad accendersi il dibattito sulla misura a firma del Movimento 5 Stelle. Le iniziative politiche non mancano. Italia Viva dal 15 giugno avvierà una raccolta firme per arrivare all’abolizione. Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, va giù dura: il reddito di cittadinanza, sostiene, «mortifica il merito e le competenze» e perciò propone di sospenderlo per la stagione estiva reintroducendo i voucher. «Questa cultura assistenzialista – completa la senatrice – penalizza anche gli imprenditori che non trovano più personale».

Alla fine, la riflessione degli imprenditori, ci ritroviamo in una situazione paradossale: esiste una ricerca di gente da contrattualizzare a tempo determinato, ma anche quest’anno le imprese stanno registrando grandi difficoltà a trovare gente che voglia lavorare. Si parla di numerosi colloqui per inserire in organico gente da poter far lavorare nei locali, ma la risposta è sempre la stessa: meglio il Reddito di cittadinanza e godersi l’estate. Detto che il reddito, in un momento di grande crisi sta aiutando tanta gente, un certo tipo di assistenzialismo ha creato una voragine tra la domanda e l’offerta».