Ragazzo vittima di vessazioni a scuola, i genitori si trasferiscono in Germania
«A nulla sono valse le nostre proteste: il prepotente è ancora lì, mio figlio a casa. Se un colloquio di lavoro andasse bene, a malincuore lasciamo il nostro Paese». Istituzioni impotenti, ma inaspettatamente entra in gioco il Ministero dell’Istruzione e del Merito
Può, una famiglia, esasperata nel registrare episodi di bullismo decidere di lasciare l’Italia e trasferirsi in un altro Paese? Pare proprio di sì, se alla luce di una delle tante aggressioni subite dal proprio figlio, padre e madre, insieme con i propri figli, decidono a malincuore di lasciare il proprio Paese. Evidente si sono sentiti poco tutelati dalla scuola frequentata dal proprio figliolo-vittima, poi dai piani sempre più alti della filiera scolastica. La risposta più immediata, invece, arriva dopo un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Giorno” e ripreso da “TS”, il quotidiano della scuola, addirittura dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che apre un tavolo di confronto a seguito di una lunga serie di episodi di bullismo accaduti nelle scuole italiane.
Se la scuola di base, secondo circolari e altri documenti, deve seguire un iter che lascia poco scampo agli alunni vittime di bulletti di quartiere, la posizione del Ministero è sicuramente più severa. «Qui non si muove nulla, me ne vado in Germania», aveva dichiarato giorni fa il padre dello studente bullizzato al quotidiano “Il Giorno”.
«MIO FIGLIO A CASA, IL BULLO IN AULA»
«Mio figlio – aveva raccontato l’uomo al quotidiano milanese – è qui mentre tutti gli altri sono a scuola; nessuno si è fatto vivo: nessuno dalla scuola, nessuno dal Comune, nessuno da alcuna parte. Noi abbiamo scritto, abbiamo fatto presente la situazione. Ci è stato riferito che il bambino era atteso a scuola, dove sarebbe stato accolto e protetto. Ci è andato a scuola, ma è successo tutto daccapo. Un disinteresse che ha minato, insieme, la credibilità della scuola e quella mia. Pessima figura delle istituzioni con il risultato che mio figlio in quella scuola non vuole più andarci. Mentre chi lo vessa è sempre lì, senza che si prendano provvedimenti adeguati».
Nell’intervista resa al quotidiano “Il Giorno”, il papà dello studente bullizzato ha parlato anche di cambio della scuola. «Ma ovunque abbia chiesto – racconta – non c’era posto, e dove c’era posto la retta era troppo cara per noi. Così ho scelto un’altra strada: partire per la Germania. Vicino Stoccarda ho un conoscente che da anni lavora da quelle parti: mi ha procurato un colloquio di lavoro con un’azienda nella quale offrono lavoro come magazziniere. Vado a sostenere il colloquio e, se mi prendono, qui chiudiamo tutto e ce ne andiamo».
TAVOLO FAMIGLIE-STUDENTI CONTRO IL BULLISMO
Quello raccontato al quotidiano “Il Giorno” è solo uno dei tanti episodi accaduti in questi mesi nelle scuole italiane. Dopo l’ennesima vicenda, nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha ricevuto al Ministero il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (FONAGS). Durante l’incontro è stata condivisa la decisione di istituire un Tavolo permanente di confronto tra le associazioni delle famiglie e le rappresentanze degli studenti. Il Tavolo, è stato detto, ha l’obiettivo di affrontare le criticità che caratterizzano il mondo della scuola: le priorità sono il ripristino della cultura del rispetto nelle classi e la lotta al bullismo.
«Questo Tavolo- ha dichiarato il ministro Valditara – rientra pienamente negli scopi che il mio Ministero sta perseguendo: il ritorno della serenità nelle aule e la ricostruzione del patto educativo tra scuola e famiglia, ma anche tra studenti e docenti. È questo il senso della Grande Alleanza che è stata da subito il riferimento principale della nostra azione».