“Costruiamo Insieme”, riunisce ragazzi di religione e colori diversi

Un solo scopo, celebrare l’amore per l’amore. Massimo rispetto per chiunque non abbia la nostra stessa pelle o preghi nel nostro stesso modo. «Oltre l’abbraccio simbolico», dice Nicole Sansonetti, presidente della cooperativa sociale.I GIORNI Etnie 03 - 1Un albero dai mille colori. Non solo grazie a quelle piccole luci appese all’ultimo piccolo abete messo in bella mostra nei Centri di accoglienza di “Costruiamo Insieme”. E’ una tradizione che si rinnova, una stretta di mano fatta davanti a uno dei simboli più famosi del Natale. In Italia il presepe riunisce i cattolici, descrive la nascita del Bambino Gesù; l’albero, invece, è il simbolo dei protestanti. In molte delle case degli italiani non è difficile imbattersi in uno e nell’altro: non è contraddizione, è solo amore per l’amore. L’affetto verso gli altri, la missione affinché ognuno nei confronti del prossimo sia più buono.

Alcuni nostri ragazzi si sono trovati sotto lo stesso albero. Come riunire una volta di più le diverse etnie, non solo sotto lo stesso tetto, ma anche davanti allo stesso simbolo, l’albero, che nel mondo civile – dove talvolta manca il rispetto per il prossimo – rappresenta il richiamo all’amore, la bontà.

I senegalesi Ibrahima e Papa Malik, i maliani Dramane e Gneriga, il guineano Ussumane, si sono prestati volentieri agli scatti fotografici. Qualcuno ha provato a spiegare loro cosa significasse fare un appello ai diversi colori di pelle: essere tutti più buoni, il messaggio. Due di loro hanno posato, indicato i diversi Paesi africani di provenienza, poi come nel loro stile, hanno rivolto una domanda. «Perché solo a Natale?». Cosa «perché solo a Natale?». «Perché solo in questi giorni la gente sente di dover essere più buona, quando dovrebbe sforzarsi – ammesso che voler bene agli altri equivalga a uno sforzo – ad essere più buona tutti i giorni che il Cielo manda in terra?». I GIORNI Etnie 02 - 1«PERCHE’ BUONI SOLO A NATALE»

I ragazzi hanno compiuto un bel salto in avanti, ci hanno restituito una lezione che spesso abbiamo tenuto ai nostri figlioli. E’ così che si fa. Punto secondo, perché c’è un’altra appendice: gli italiani di fede cattolica a Natale sembra pongano una tregua, non scritta, ma che circola da duemila anni. Altra considerazione dei ragazzi. «Fra noi ci sono cattolici e musulmani – dicono – secondo qualcuno dovremmo odiarci, ma questo qualcuno non ha compreso molto di noi, del nostro spirito; le nostre religioni hanno lo stesso scopo: rispetto e affetto verso il prossimo, di qualsiasi religione esso sia, anche se non ha un dio da invocare, nei momenti di sconforto come in quelli di debolezza…».

Dovrebbe essere una foto-simbolo e, invece, è diventata una lezione d’amore: come si ama il prossimo e come lo si rispetta. E’ così semplice. Diciamo la verità, adesso è più semplice. Dopo essere stati a stretto contatto con i ragazzi che non si sono prestati a fare solo da modelli alle nostre intenzioni, cioè mostrare etnie e religioni a braccetto i un Centro di accoglienza. In buona sostanza, questo era l’obiettivo di partenza, mostrare quanto i ragazzi, fra loro, di Paesi di origine e religione diversa, vadano profondamente d’accordo.I GIORNI Etnie 05 - 1IL NATALE SECONDO “COSTRUIAMO”

Ecco il nostro Natale. «Non vuole essere un abbraccio simbolico – dice Nicole Sansonetti, presidente di “Costruiamo Insieme” – ma qualcosa di molto più concreto: mostrare quanto i nostri ragazzi, chi lavora, chi studia, chi frequenta corsi di specializzazione e guarda al proprio futuro, in certi ragionamenti siano più avanti di noi; prestarsi a una foto significa dare un segno importante a chi non conosce la vita in un Centro di accoglienza: le nostre porte sono sempre aperte, c’è attività qui da noi: ci sono cuochi che preparano il pranzo a seconda dello stile di alimentazione di ciascuno dei nostri ospiti; non sono oggetto di violenza da parte della nostra cucina: anzi, mostrano di gradire e avvicinandosi anche alle nostre tradizioni; sono loro stessi a chiederci quale sentiero percorrere per stabilire un contatto sempre più stretto con i residenti; non è un caso che quest’anno, a proposito di Santo Natale, abbiano ospitato una banda musicale che ha eseguito le novene della nostra tradizione; abbiano imparato la ricetta per friggere le pettole il giorno di Santa Cecilia e offrire quelle invitanti e saporite pallottole di farina e lievito a musicisti e a quanti si sono avvicinati a “Cavallotti”, la sede di “Costruiamo Insieme”, all’alba dell’ingresso del Natale».

A proposito di alberi. Prosegue senza sosta la gara a colpi di “like” attraverso i social sull’albero più bello realizzato dai ragazzi delle diverse sedi dei Centri di accoglienza. Una competizione avvincente, fatta di “passaparola” per provare a convincere che esprimere un “mi piace” sia un pretesto per visitare le pagine del sito e di Facebook che “Costruiamo Insieme” allestisce e aggiorna quotidianamente. Come sempre vinca il migliore, ma anche se non vincesse, va bene così. Partecipare a un albero, a una stretta di mano, è come aver già vinto.I GIORNI Etnie 04 - 1