Giornata mondiale del rifugiato

I messaggi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quello del presidente dell’ANCI, Decaro, sindaco di Bari. La celebrazione giunge nei giorni del tragico naufragio al largo del mar Egeo. Bilancio raggelante: seicento dispersi in mare e ottanta morti accertate. Ventiseimila morti complessive negli ultimi dieci anni nel Mediterraneo

 

«La Giornata mondiale del rifugiato, quest’anno ha il sapore amaro dell’ennesima tragedia», scrive sul portale del Comune di Bari il sindaco di Bari Antonio Decaro, in occasione della giornata mondiale del rifugiato. «Quell’immenso cimitero senza lapidi – prosegue il primo cittadino barese, che riveste anche il ruolo di presidente di Anci, l’Associazione dei comuni italiani – richiama la responsabilità dei governi nazionali e della Ue sui doveri di accoglienza e di soccorso». Come dare torto a Decaro. Del resto è il caso di ribadire che, a oggi, sia inammissibile assistere impotenti alla più grande tragedia di questo secolo. «Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa», sostiene il sindaco di Bari. Ognuno per le proprie competenze e responsabilità, nel proprio ambito lavorativo e nella propria istituzione.

La giornata mondiale del rifugiato ci ricorda che la migrazione è un fenomeno strutturale che esiste e che, come abbiamo visto anche negli ultimi anni, incide sulla vita del mondo e ovviamente anche nel nostro Paese. I Comuni d’Italia sono in prima fila costantemente per accogliere, per tendere una mano, per dare un futuro alle persone che fuggono da situazioni di difficoltà.

 

 

L’IMPEGNO DI TUTTI

«Un impegno non solo dei Comuni italiani – sostiene Matteo Biffoni, delegato dell’Anci all’immigrazione e sindaco di Prato – ma anche degli operatori che agiscono all’interno dei progetti diffusi di accoglienza nel nostro Paese; le amministrazioni comunali del nostro Paese vogliono dare un sostegno a chi scappa da situazioni critiche; è uno dei nostri obiettivi, abbiamo tante cose da fare ma ci interessa fare anche questo».

In concomitanza con la Giornata mondiale del rifugiato sono state più di centocinquanta le iniziative organizzate su tutto il territorio nazionale con un elenco, in costante aggiornamento (www.retesai.it).

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con dichiarazioni al solito importanti, dalla parte dei più deboli, che lasciano ben sperare di quale possa essere la posizione del nostro Paese nei confronti di un tema così sentito. «Circa 100 milioni di uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costretti a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze», ha detto Mattarella.

«Il senso di umanità e il rispetto per i più alti valori iscritti nella Costituzione repubblicana – ha proseguito il presidente nel suo messaggio – impongono di non ignorare il loro dramma». «Da sempre l’Italia è in prima linea nell’adempiere all’alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza, secondo quanto previsto dalla Costituzione per coloro ai quali venga impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche», è un altro passaggio della dichiarazione di Mattarella.

 

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MATTARELLA SEVERO

«Nel celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato è opportuno ribadire che le iniziative di assistenza a queste persone – e in particolare ai rifugiati che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità – devono essere accompagnate dalla ricerca di un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo».

«Per superare definitivamente – ha proseguito Mattarella – la gestione emergenziale di tali fenomeni con un’azione di respiro europeo ed internazionale è indifferibile intervenire sulle cause profonde che spingono un così gran numero di esseri umani bisognosi ad abbandonare i loro Paesi. Essi meritano opportunità alternative ai rischiosi viaggi che, spinti dalle circostanze, intraprendono in condizioni anche proibitive».

Torturati in campi di detenzione, costretti a odissee senza lieto fine per fuggire dalle guerre, le persecuzioni e le violenze che li tormentano a casa, è il destino, sotto gli occhi di tutti, di oltre centodieci milioni di profughi in tutto il mondo (dati Acnur-Unhcr): solo nel 2022 erano 62,5 milioni gli sfollati interni e oltre 35 milioni i rifugiati. Per loro, martedì 20 giugno si è celebrata la Giornata mondiale del rifugiato. Che arriva proprio nei giorni del tragico naufragio al largo delle coste del Peloponneso, con un bilancio raggelante: oltre 600 dispersi in mare e 80 morti accertate, che si aggiungono alle 26mila degli ultimi dieci anni nel mar Mediterraneo (dati Oim).