Vincenzo Schettini, prof di fisica e conduttore televisivo si racconta

«Fui umiliato da una professoressa davanti all’intera classe: per lei ero magro e questa cosa, secondo lei, andava sbandierata in presenza dei miei compagni», racconta il docente di origine pugliese a proposito del “body shaming” subito. Vive a Monopoli, in tv spiega ai ragazzi i problemi in modo semplice. «Ho cominciato su YouTube pubblicando video e parlando di felicità, scelte di vita, omosessualità, orientamento universitario, metodo di studio, ansia, giudizio degli altri…»

 

«A scuola una docente mi umiliò davanti alla classe definendomi un “mazzacano”, a causa della mia magrezza: mi fece sentire male, ne fui segnato a lungo». Vincenzo Schettini, quarantasette anni compiuti lo scorso marzo, professore di fisica, popolare sui social e amatissimo dai giovani e non solo, propone ai ragazzi come affrontare con coraggio le sfide di natura emotiva racconta quello che ancora non veniva definito “body shaming”, l’offesa a causa di un aspetto fisico. La battuta, l’incipit di questo servizio, è un’intervista rilasciata all’ottimo Mario Manca per “Vanity Fair”, e ripresa con grande puntualità dal sito Orizzontescuola.it, sempre attento nel segnalare ai propri lettori notizie, anche scomode, legate al mondo della scuola. Questa, probabilmente, la forza di una scuola che sa mettersi in gioco ponendo al centro di temi, anche articolati, se stessa.

Professore di fisica, divulgatore scientifico e volto noto del web, Vincenzo Schettini porta la sua passione per la scienza e la sua missione di supporto ai giovani sul piccolo schermo con “La fisica dell’amore”, in onda su Raidue. Nato a Como, da genitori pugliesi, con la famiglia si trasferisce a Monopoli, città nella quale risiede.

 

 

UN EPISODIO DOLOROSO

Un successo, il suo, dietro al quale si cela un’adolescenza segnata da un episodio doloroso, come racconta, appunto, alla rivista “Vanity Fair”. E’ una frase pronunciata da una sua professoressa, davanti a tutta la classe, a segnarlo, a farlo sentire “inadeguato” – come spiega lo stesso Schettini – perché magro. Sarà stata questa esperienza a segnarlo, a spingerlo fino a dedicarsi ai ragazzi, ad indicare loro la propria strada e a guardare dentro se stessi.

Schettini ha realizzato il suo scopo attraverso modalità diverse fra loro: l’insegnamento tradizionale, il web e, oggi, con la televisione. Con il suo nuovo programma, “La fisica dell’amore”, spiega le sfide emotive che i giovani affrontano, accompagnando i ragazzi con esperimenti scientifici, testimonianze e ospiti d’eccezione.

Per Schettini la tv è un’occasione per amplificare il messaggio e allargare la sua fascia di pubblico fino a raggiungere fasce d’età differenti. “La fisica dell’amore” unisce educazione e intrattenimento, spiegare temi come pressione, ansia, aspettative familiari e dubbi che portano a compiere le diverse scelte di vita.

 

 

CONFESSIONE A TUTTO TONDO

Ma torniamo per qualche istante all’intervista rilasciata a Manca (Vanity Fair). Al giornalista della prestigiosa rivista, Schettini racconta uno dei ricordi più dolorosi della sua adolescenza, quando la professoressa di francese lo schernì davanti alla classe dicendogli che sembrava «un mazzacano», per via della sua magrezza. «Mi fece sentire malissimo – confessa Schettini – perché mi denigrò davanti a tutti facendomi sentire inadeguato; oggi, con tutti gli attacchi e la corsa ai like e ai commenti che ci sono sui social, non so davvero cosa significhi essere adolescente, ed è per questo che sento di dover spiegare ai ragazzi come guardarsi dentro per motivarli».

A proposito del suo rapporto con i sentimenti. «Da quando ho cominciato a parlarne sono cambiato. Ho cominciato su YouTube pubblicando ogni venerdì un video in cui non tratto di fisica ma parlo di felicità, scelte di vita, omosessualità, orientamento universitario, metodo di studio, ansia, giudizio degli altri. Perché ne ho parlato? Perché sono in terapia con me stesso…».

A proposito di sentimenti, ma anche di fragilità. A diciannove anni il padre gli consigliò un esperto. «Probabilmente se anche io fossi stato padre nella fine degli anni Novanta avrei reagito allo stesso modo. Motivi di protezione: i genitori vogliono proteggerci a ogni costo e, in quel momento, mio padre deve aver pensato che la mia fosse una scelta e non una condizione…».

 

 

«COLPA DELLA MAGREZZA…»

Fra le domande poste a Vincenzo Schettini, quella se per caso fosse lui a sentirsi diverso o fossero gli altri a farlo sentire così. «Adolescente, mi veniva fatto pesare il fatto che fossi magro: i parenti mi dicevano di mangiare e io lo facevo, solo che non mettevo su massa e mi sentivo sempre giudicato per questo; in quegli anni cercavo come tutti il contatto, ma mi vedevo brutto: non sono mai stato bullizzato, ma mi sentivo isolato; i miei amici mi raccontano sempre che quando sono arrivato alle scuole superiori sembravo un personaggio uscito dal libro Cuore, con questi occhiali e questo fisico magro-magro, una sorta di manga».

Vincenzo Schettini, quarantasette anni compiuti lo scorso marzo. Nato a Como, da genitori pugliesi, con la famiglia si trasferisce a Monopoli, città nella quale risiede. Frequenta gli studi, la scuola media ad indirizzo musicale, il liceo scientifico “Marie Curie” del Polo liceale. Agli inizi del 2000 si diploma in violino e Didattica nel Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, nel 2004 si laurea in Fisica all’Università degli Studi di Bari. Si dedica all’insegnamento di Fisica negli istituti superiori, prima nell’Istituto tecnico “Basile Caramia – Francesco Gigante” di Locorotondo e Alberobello, infine nell’Istituto tecnico Dell’Erba di Castellana Grotte, dove attualmente presta servizio.