Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole
«Potrei togliere il disturbo, non faccio tappezzeria». Nella maggioranza, pro e contro. «Garantire i diritti, ma anche sicurezza sanitaria, mai così necessaria come in questo momento», secondo il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Perplessità di Vito Crimi (Cinquestelle): «Se c’è l’intenzione di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo». «Riapriamo i corridoi “verdi”, riporterebbero in Italia manodopera specializzata», la posizione del presidente Coldiretti, Ettore Prandini.
«Se la norma non passasse, dovrò fare una riflessione attenta: questo tema è motivo di permanenza nel governo, non faccio tappezzeria». E’ la posizione del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, all’indomani di posizioni non troppo convinte sulla sua proposta di sanatoria semestrale (rinnovabile per i successivi sei mesi) sulla posizione degli immigrati in Italia. Gli extracomunitari irregolari, secondo la “ministra” in una intervista rilasciata su Radiorai, verrebbero impegnati nelle diverse attività per le quali è richiesta mano d’opera, a cominciare dalla raccolta nei campi (decine di migliaia gli irregolari, venti euro per dieci ore di lavoro), proseguendo nel lavoro di badanti al servizio di disabili e anziani.
Ne abbiamo scritto sul nostro sito appena la scorsa settimana. Lo abbiamo fatto attraverso uno strumento a noi caro (e attendibile): “Storie”, la rubrica settimanale che dà voce a immigrati e quanti si trovano in situazione di disagio. Lo abbiamo fatto attraverso il racconto di amici già ospiti dei nostri Centri di accoglienza e di amici e colleghi disposti a parlare di un argomento così delicato.
«Se non passa la norma, tolgo il disturbo», il senso di quanto dichiarato agli organi di informazione dal ministro Bellanova. Lo ha ribadito rispondendo alla domanda sulle conseguenze che potrebbe avere se il provvedimento di regolarizzazione di lavoratori stranieri non passasse. «Per me – ha confermato il ministro – questa non è una battaglia strumentale, perché queste persone, gli immigrati, non votano; tanti badano ai consensi, la mia, la nostra, è invece una battaglia per persone che non votano». «C’è diffidenza fra la gente – ha ripreso Bellanova – in quanto per anni è passata l’idea che i diversi sono nemici e che, in particolare, gli immigrati vengono qui in Italia a toglierci il lavoro; ritengo, invece, siano fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane».
LE NOSTRE “STORIE”
Avevamo scritto che il ministro aveva avanzato la proposta di una norma con la quale rilasciare un permesso di “soggiorno temporaneo” per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che hanno intenzione di regolarizzare la posizione di quanti sono già impegnati in nero. Era stato posto l’accento su persone sfruttate per tre euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che, invece, rispettano le regole.
Bellanova nei giorni scorsi non si era espressa sulle stime (sarebbero 600mila le persone interessate da un provvedimento di emersione dal lavoro nero), dichiarando che «non sono in grado di dirlo, ma si tratta di chi può avere un contratto: partendo dai lavoratori nei campi, perché qualcuno dovrà pure assumersi la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi, e proseguendo con il lavoro delle badanti».
Sull’emersione dei lavoratori in nero c’è «una condivisione di fondo; abbiamo avuto degli incontri e riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri; c’è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito», ha dichiarato Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno sempre su Radiorai.
CRIMI, «NON CI STIAMO»
Ma c’è anche chi all’interno dello schieramento del governo ha qualche dubbio. E’ il caso di Vito Crimi, capo politico del Movimento Cinquestelle. «Sulla lotta al caporalato ed emersione del lavoro nero – ha dichiarato il parlamentare pentastellato – noi ci siamo, se c’è anche l’intenzione di fare una sanatoria modello Maroni, invece, noi non ci siamo». Non è l’unica voce fuori dal coro. Da qui la posizione netta del ministro Bellanova, nel caso entrasse in discussione nella maggioranza la sua proposta di sanatoria.
Come riportato organi di informazione, non molti in verità, la soluzione lascerebbe scontenti alcuni agricoltori, secondo i quali la proposta del ministro Bellanova non risolverebbe il problema. «Sarebbe stato importante riaprire i corridoi verdi che avrebbero riportato in Italia manodopera specializzata», ha dichiarato al quotidiano Libero il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Il settore, infatti, denuncia la mancanza di lavoratori che raccolgano frutta e verdura nei campi. «Il 40% dei raccolti estivi – ha proseguito Prandini – rischia di rimanere sugli alberi». Buona parte dei lavoratori del settore proveniva dall’Est Europa e, con il blocco delle frontiere, sono venuti a mancare circa 200mila stranieri che arrivavano in Italia per raccogliere frutta e verdura nelle aziende agricole, tornando nel proprio Paese a stagione finita. Ora, purtroppo, c’è carenza di manodopera. Alla luce di un dato così preoccupante, sarebbe importante «una proroga fino al 31 dicembre dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al 31 maggio al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne e, al tempo stesso, è altrettanto importante aprire il più possibile il mercato alle opportunità di lavoro per gli italiani che rischiano il duro impatto occupazionale della crisi economica da coronavirus».