Il 2 dicembre del 1949, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione. Solo nel 1967, a distanza di quasi venti anni, l’Italia ha recepito la Convenzione ONU.

Un dato, peraltro sottostimato, diffuso da autorevoli organizzazioni internazionali stima che siano più di 40 milioni le persone costrette in stato di schiavitù oggi.

In Africa 7,6 persone su 1000 sono vittime di tratta, lavori forzati, prostituzione.

Ma è in Asia che si registrano numeri che fanno rabbrividire: 25 milioni di persone!

E vi è ancora di più: nella stima totale delle persone che vivono in situazione di schiavitù, i bambini incidono per un quarto. Vale a dire 10 milioni di bambini!

Anche in Europa questo indicibile fenomeno è stimato con un dato che sfiora il 4% ogni mille persone.

Flavio Di Giacomo, portavoce dell’OIM, ha spiegato in questi giorni che “Le migrazioni incidono in modo molto importante sul fenomeno globale perché l’irregolarità dei migranti apre la strada allo sfruttamento senza controllo di persone prive di scrupoli nei luoghi di transito, ma anche nei luoghi di approdo come l’Italia, ad esempio. Un fatto drammatico che ci racconta di come i patimenti narrati dai migranti che raggiungono le nostre coste siano veri”.

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è intervenuto sul tema sottolineando che: “Le situazioni di conflitto, la povertà, la fuga da territori colpiti da fenomeni naturali, costituiscono terreno fertile per la diffusione di fenomeni quali lo sfruttamento sessuale, il lavoro minorile, i matrimoni forzati, il reclutamento di bambini nei conflitti armati. Malgrado i progressi registrati negli ultimi decenni in termini di tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel mondo, la schiavitù tradizionale è un fenomeno che non siamo ancora riusciti a debellare completamente Solo pochi giorni fa le brutali immagini di migranti venduti all’asta sulla base di un ‘valore’ che li equipara a merce ci hanno ricordato quanto sia ancora presente un fenomeno che nega alla radice la dignità dell’essere umano. A fianco della schiavitù tradizionale altre se ne sono aggiunte, quasi sempre collegate alla tratta dei migranti. Questa Giornata –conclude Mattarellaricorda l’esigenza di lottare, oggi come allora, per sradicare ogni schiavitù. In ogni sua manifestazione, la schiavitù è un’aberrazione che non può essere tollerata“.

Qualche giorno fa ci ha lasciati Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore da sempre in prima linea sui temi dell’integrazione e della lotta allo sfruttamento lasciando tracce fondamentali del suo lavoro di ricerca e di denuncia. Voglio chiudere con un breve stralcio della lettera scritta dal padre: “si è impegnato in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti : nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, ed ovunque ci sia stato un sopruso. Un lavoro svolto tutto alla ricerca della verità; ed era anche la denuncia; fatta con lo stile dell’annuncio, che, nonostante tutto, un mondo migliore, è ancora possibile”.

Chissà cosa avrebbe scritto Alessandro oggi? Certo, la sua penna ci mancherà così come la sua infaticabile ricerca di giustizia sociale.