Papa Francesco in un negozio di dischi a Roma
Una improvvisata in un’attività del centro. «Una grande emozione, da cardinale era nostro cliente, poi lo abbiamo perso di vista, diciamo così…», la titolare di “Stereosound”. Dalla Santa sede raccontano che Bergoglio spesso sorvola sul protocollo. In altra occasione aveva comprato scarpe e occhiali. Il cinema di Anderson e Moretti aveva raccontato sortite non proprio simili
Non è la prima volta che papa Francesco esce da Città del Vaticano per fare shopping. Sia chiaro, non con carrello e mascherina in fila in un supermercato della capitale. Lo ricorda una nota della stessa Santa sede che specifica sortite simili, aiutando addirittura la stampa nazionale e internazionale a far passare il concetto di Uomo fra gli uomini. Stavolta, papa Bergoglio, si è recato in un negozio di dischi, come ci è capitato qualche volta. Come uno di noi è entrato in questa attività commerciale, “Stereosound”, ci ha spiegato il Corriere della sera, per salutare titolare e dipendenti, lui che ai tempi in cui era cardinale e di passaggio a Roma spesso, proprio lì, acquistava incisioni di esecuzioni di Mozart.
Nel cinema già due titoli, in modo totalmente diverso, avevano avanzato ipotesi su come potesse essere una scappatella del Santo padre fra le strade di Roma. “L’uomo venuto dal Cremlino”, film americano del ’68 interpretato da Anthony Quinn diretto da Michael Anderson e “Habemus Papam” con Michel Piccoli diretto da Nanni Moretti. Nel primo, Quinn, interpreta un arcivescovo prigioniero in un gulag dell’allora Unione sovietica, ispirato a una storia vera, tanto che per liberare un rappresentante della chiesa greco-cattolica ucraina intervennero a più riprese Papa Giovanni XXIII e il presidente americano John Kennedy; nel secondo, Piccoli, ha un attacco di panico tanto da fuggire per le strade della capitale fra lo sconcerto generale.
DUE SORTITE AL CINEMA…
Entrambi girano per Roma in abiti più o meno civili, quasi volessero vedere di nascosto che effetto fa. Quinn dà un tratto politico, Piccoli un segno psicologico. E Francesco? Jorge Mario Bergoglio è l’Uomo fra gli uomini. In passato ha tirato le orecchie a qualcuno, dato uno strattone a una fedele che lo aveva assalito. Cose così, facendo conoscere quello che è il lato umano di un papa, che deve manifestare, se possibile, il suo tratto semplice, di persona che qualche volta può concedersi mezz’ora fuori dal comune.
Dalla Città del Vaticano hanno ricordato che a papa Francesco era capitato di uscire dalla Santa sede, accompagnato per acquistare scarpe ed occhiali. Stavolta si è trattato di dischi. Bergoglio si è concesso un’altra uscita privata fuori le mura, questa volta per recarsi in un negozio di musica, “Stereosond”, in via della Minerva, accanto al Pantheon. Uno dei primi a notarlo, il vaticanista spagnolo Javier Martínez-Brocal, direttore dell’agenzia “Rome Reports”, che trovandosi proprio lì, per strada in quel momento, ha filmato l’uscita di Bergoglio dal negozio con un disco sotto un braccio. Immagini postate su twitter e giro del mondo, aperture di notiziari, tg e prime pagine sulla stampa, con buona pace della titolare del negozio che ne ha ricavato un po’ di pubblicità che di questi tempi non può che far bene.
SANTITA’, GRANDE COMPETENZA
La titolare di «Stereosound», infatti, ha spiegato al Corriere della sera che è stata un’emozione immensa, una visita a sorpresa. «Il Santo Padre – ha dichiarato la donna – è appassionato di musica ed era già nostro cliente, anni fa, quand’era ancora cardinale e passava per Roma; poi, ovviamente, non lo abbiamo più visto. E adesso è venuto a trovarci, per salutarci. Con che disco è andato via? Con un disco di musica classica che gli abbiamo regalato volentieri».
Papa Francesco non ne parla, ma pare sia un ascoltatore competente. A padre Antonio Spadaro, nella sua prima intervista a “Civiltà Cattolica”, aveva dichiarato: «In musica amo Mozart, ovviamente. Quell’Et Incarnatus est della sua Missa in Do è insuperabile: ti porta a Dio! Amo Mozart eseguito da Clara Haskil. Mozart mi riempie: non posso pensarlo, devo sentirlo». Altroché, grande competenza Santità. «Beethoven – aveva infatti dichiarato ancora a padre Antonio Spadaro – mi piace ascoltarlo, ma prometeicamente. E l’interprete più prometeico per me è Furtwängler. E poi le Passioni di Bach. Il brano di Bach che amo tanto è l’Erbarme Dich, il pianto di Pietro della Passione secondo Matteo. Sublime. Poi, a un livello diverso, non intimo allo stesso modo, amo Wagner. Mi piace ascoltarlo, ma non sempre. La Tetralogia dell’Anello eseguita da Furtwängler alla Scala nel ’50 è la cosa per me migliore. Ma anche il Parsifal eseguito nel ’62 da Knappertsbusch».