Rinvenuta a Luxor, in Egitto
Il più grande insediamento urbano rinvenuto nell’antica Tebe è la maggiore scoperta archeologica dopo tomba di Tutankhamon. Esultano gli studiosi, lo stesso il Ministero impegnato nel rilancio del turismo. Sembrerebbe uno degli episodi di una serie cinematografica: non è fantasia, bensì una straordinaria realtà.
Ritrovata a Luxor, l’antica Tebe, la Città d’oro perduta nel tempo. Secondo gli studiosi, sarebbe il più grande insediamento urbano in Egitto, una delle maggiori scoperte archeologiche, seconda si dice solo alla tomba di Tutankhamon, che è quanto dire. Sembrerebbe una di quelle storie cucite addosso a uno dei personaggi più amati del cinema (e dei fumetti), Indiana Jones. Stavolta la realtà ha superato la fantasia, nessun inseguimento: la Città d’oro perduta – così è stata subito ribattezzata la scoperta – è emersa dal sottosuolo, grazie al lavoro di studiosi e gregari che hanno avuto la certosina pazienza di proseguire nelle ricerche senza mai fermarsi davanti al primo manufatto rinvenuto.
A Luxor, a poca distanza dalla Valle dei Re, Zahi Hawass, fanoso egittologo, ha annunciato la scoperta del più grande insediamento antico mai scoperto nel Paese dei Faraoni. In un incontro con gli organi di informazione sono stati diffusi i primi importanti elementi. Sarebbe la città di Aton, risalirebbe a circa tremila anni fa. Aton sarebbe rimasta per millenni nascosta sotto la sabbia del deserto egiziano e che oggi il team di archeologi ha riportato alla luce.
LA PAROLA AGLI ESPERTI
Secondo gli esperti tra le più importanti scoperte della storia dopo quella che svelò al mondo la tomba di Tutankhamon. Il team di archeologia ha rivelato che la missione egiziana guidata dal dottor Zahi Hawass ha trovato la città perduta sotto la sabbia. Sempre secondo gli studiosi, la città risalirebbe al regno di Amenhotep III e continuò a essere abitata da Tutankhamon e Ay.
Betsy Bryan, professore di arte e archeologia egizia alla Johns Hopkins University, sostiene che il ritrovamento sarebbe la seconda scoperta archeologica più importante dalla tomba di Tutankhamon. Con un attento lavoro sono stati già portati alla luce anelli, vasi di ceramica colorata, amuleti dello scarabeo e mattoni di fango recanti i sigilli di Amenhotep III.
Erano state molte le missioni straniere secondo Hawass, ex ministro delle Antichità, ad avere cercato questa città con risultati mai incoraggianti. Il team aveva iniziato gli scavi nel settembre dello scorso anno, tra i templi di Ramses III e Amenhotep III, vicino a Luxor, cinquecento chilometri a sud della capitale, Il Cairo.
Il ritrovamento di “Aten”, sulla sponda occidentale del Nilo, è rispetta le linee-guida di una politica di rilancio del turismo egiziano attualmente in ribasso. Il rilancio, dunque, riparte attraverso l’archeologia, con l’insediamento in questione presentato in maniera evocativa con il nome di “Città d’oro perduta”, nonostante al momento non siano stati rinvenuti oggetti preziosi. Gli studiosi non si danno per vinti, anzi asseriscono che nuovi scavi potrebbero dare alla luce tombe mai ritrovate e depredate, dunque piene di tesori.
MISTERI PRESTO RISOLTI
La fondazione della città risale al regno del grande faraone Amenhotep III, uno dei ventidue regnanti egizi (tra questi, quattro regine) le cui mummie sono state trasferite nella capitale egiziana con uno spettacolare trasferimento dallo storico Museo di piazza Tahrir a quello della Civilizzazione egiziana appena inaugurato.
“Il Sorgere di Aten”, questo il nome completo dell’insediamento, secondo quanto comunicato dal ministero delle Antichità egiziano, come si diceva, sarebbe “la più grande città mai trovata in Egitto”: Amenhotep III, nono re della XVIII dinastia, regnò dal 1391 al 1353, e la città fu attiva durante la reggenza condivisa con suo figlio, il famoso Amenhotep IV/Akhenaton.
Lo studio della “Città perduta” aiuterà a fare luce su uno dei più grandi misteri della storia. Sul perché Akhenaten e Nefertiti decisero di spostarsi da Luxor (l’antica Tebe) ad Amarna. Oltre a questo mistero, il dicastero ne segnala altri due nei quali si sono imbattuti gli archeologi guidati da Hawass: la sepoltura di una persona trovata con i resti di una corda legata alle ginocchia, in un luogo e posizione non del tutto chiara, e quella di una mucca (o di un toro) in una delle stanze di uno degli edifici. In corso studi per saperne di più su questi due misteri.
Ultime curiosità. Alla datazione dell’insediamento si è risaliti attraverso geroglifici su tappi di ceramica di contenitori di vino, ma anche mattoni con il cartiglio di Amenhotep. Iniziati solo nello scorso settembre, gli scavi di Aten hanno riportato alla luce una città rimasta sepolta per tre millenni sotto la sabbia. Sempre secondo gli studiosi, l’intero insediamento sarebbe in buone condizioni di conservazione: muri quasi completi e stanze piene di strumenti di vita quotidiana. Un muro a serpentina con un solo punto di accesso testimonia di un sistema di sicurezza in un distretto amministrativo e residenziale con ambienti più grandi e ben strutturati, ancora in parte sotto terra.