Il vicesindaco Attilio Lucia contesta un cartello leghista
«Cedere Lampedusa all’Africa, come furono cedute Dalmazia e Istria all’ex Jugoslavia», la provocazione leghista applaudita a Pontida. Ma il “secondo cittadino” dell’isola, leghista anche lui, sollecita l’intervento sollecito di Salvini: «Un’uscita irrispettosa, che il ministro intervenga subito»
Quando pensi di averle viste o sentite tutte, ecco che sbuca dalla moltitudine il solito personaggio che sopravanza altre iniziative grottesche. Un cartello, che sia provocatorio o meno, che sia istigato da qualcuno all’interno del partito, nato come movimento a tutela del “Laborioso Nord”, riporta: «Cedere Lampedusa all’Africa». La cosa buffa, di questi tempi, e non solo di questi, basti pensare all’Uomo qualunque (un ometto sopraffatto da un torchio, simbolo della sopraffazione del genere umano da parte dei poteri forti), è che frasi di questo tipo fanno proseliti, mediante la diffusione sui molteplici social trovano persone disposte ad appoggiare tesi a dir poco sciagurate. Sciagura è dir poco: Umberto Eco, ultimo genio di casa nostra, che odiava i social perché legittimavano anche lo scemo del villaggio, si sarebbe fatto una risata e avrebbe esclamato: «Altre domande, possibilmente intelligenti?».
Senza voler mescolare le carte, la cosa parte qualche giorno fa, quando uno dei fondatori della Lega si dimette. Personaggio in vista, uomo di governo, non accetta più la politica di Salvini, che della Lega Nord, ne ha fatto un partito esteso su tutto il territorio. Insomma, la Lega doveva solo battagliare per se stessa, provare a staccarsi dal resto d’Italia, fino a farne una sorta di repubblica della Padania. Oggi, si ripresenta il focolaio e non ci spiazza nemmeno tanto se gli ultimi sondaggi sui partiti certificano che la Lega è in discesa. Vedremo, fino alla fine, cosa accadrà. Certo che se provassimo a chiudere i rubinetti, al Nord resterebbero senza pane, vino, frutta, ortaggi; senza vacanze, case al mare o masserie.

CARTELLO SFACCIATO
Nel commentare quel cartello sfacciato che invitava alla cessione di Lampedusa all’Africa, tralasciamo altri sentimenti, la ricostruzione dell’Italia fondata sul lavoro e sul sacrificio di centinaia di migliaia di italiani, dal Nord al Sud, dei saccheggi alle nostre banche e ai nostri “granai” per pagare i debiti del Nord (se qualcuno potesse, provasse a leggere uno dei tanti trattati di Pino Aprile sul Sud).
Veniamo, dunque alla cronaca, alle notizie puntuali riportate dall’agenzia Ansa. Cartello esposto a Pontida, Casa della Lega: «Cedere Lampedusa all’Africa». Risposta del vicesindaco dell’isola siciliana, Lucia, per giunta leghista: intervenga Salvini. «Lampedusa merita rispetto perché ancora oggi si sostituisce all’Europa». Tutto vero. E già che ci siamo, alla faccia di chi vuole separarsene, Lampedusa si sostituisce anche all’Italia. Intervenga Salvini, e lo faccia, subito, ovviamente in difesa dell’isola e di una popolazione che da trent’anni continua, con il suo grande cuore, a dare». Insiste, e bene fa, il vice sindaco delle isole Pelagie, Attilio Lucia, leghista, dopo che uno dei militanti del suo partito, un brianzolo, a Pontida si è presentato con un foglio sulle spalle con la scritta: «Blocco navale subito! Cedere Lampedusa all’Africa». Cos’hanno detto i compagni di partito? Pare abbiano riso e applaudito. Evidentemente perché, come sosteneva Ennio Flaiano, «La mamma dei cretini è sempre incinta».

INVECE DI RISOLVERE…
Un problema tira l’altro. «Cosa ha fatto l’Italia con la Dalmazia e l’Istria?», ha provato a spiegare il leghista con cartello, sottolineando che la sua non era una provocazione, ma una vera richiesta per risolvere il problema degli esponenziali flussi migratori.
Le parole sono ovviamente rimbalzate a Lampedusa, facendo salire la pressione agli isolani che si dibattono con l’annoso problema sull’accoglienza dei migranti. Senza contare che i lampedusani stavano già protestando nel tentativo di evitare il montaggio di una tendopoli nell’ex base Loran. Perché, come sappiamo, in Italia non c’è nulla di più definitivo del “provvisorio”. Il timore, insomma, è che una volta montata la tendopoli, il problema non sia risolto, ma solo spostato.
«Dopo tutto quello che abbiamo e stiamo ancora passando – ha insistito il vicesindaco Lucia – portando a Lampedusa anche il premier Giorgia Meloni e il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l’auspicio è quello di trovare una soluzione per bypassare Lampedusa; invece, quest’uscita, da parte di un militante del mio stesso partito, è veramente irrispettosa, pertanto chiedo al ministro Salvini di intervenire. E anche subito». Attendiamo risposta di Salvini, uomo di Governo, che accettando l’incarico di ministro si è impegnato a svolgere il suo mandato a vantaggio dell’Italia tutta. E non per compiacere un soggetto politico o una sola parte del nostro Paese.