Monteruga, provincia di Lecce
Durante il fascismo fu abitata da ottocento anime. L’idea era quella di bonificare la zona, produrre tabacco, olio e vino. Tutto dura fino agli Anni Settanta, Ottanta. L’imprenditore Maurizio Zamparini voleva farne un insediamento. Ma l’operazione non andò mai in porto
C’è un a cittadina nel cuore del Salento: Monteruga. E’ un monumento a se stessa, quasi indicasse uno stato di abbandono al quale l’hanno condannata, nel tempo, un po’ tutti. Dal governo agli abitanti: il primo, reo a non farsi carico degli errori del passato; i secondi, per non averci più creduto sul finire degli Anni Ottanta, quando ancora c’era qualcuno che non voleva sfacciatamente lanciare la spugna e lasciare questa cittadina. Monteruga conserva il suo fascino, oggi misterioso. La sua storia, incompiuta, scritta nel secolo scorso durante il Ventennio.
Nel tempo, come segnala Camilla Di Gennaro, nell’aggiornatissimo e professionale sito “Architetto”, questa cittadina è diventata un villaggio fantasma. Ad avvolgerla, quasi a proteggerla, per quanto possa contare una saltuaria attenzione che posta dalle autorità a un territorio letteralmente abbandonato, “i colori e i profumi del sud, quasi a raccontare una storia di vita, lavoro e comunità, dissolta nel tempo come sabbia tra le dita”.

AMBIZIONE, SPERANZA…
Ha una storia tutta da raccontare, Monteruga. Fatta di ambizione mista a speranza, come accadeva cento anni fa, con un Paese che sarebbe finito sotto dittatura, sceso in guerra, nonostante non avesse forza economica, né quel sostegno che poteva arrivare dalla terra. Dal Salento, la gente lavorava nei campi e, se solo avesse avuto, più coraggio, emigrava; raggiungeva la città, per studiare, evolversi culturalmente. Tempi difficili, cui provare a porre rimedio con delle idee. E proprio una di queste, fa di quel territorio un progetto agricolo durante il fascismo, facendo di quell’angolo di Salento una terra che accoglieva circa ottocento anime. Quanto avevano convinto i politici di allora, furono le terre. Una volta fertili e produttive, oggi testimoni silenziosi di un passato dall’ambizione gloriosa, ma che ora vive nell’abbandono.
Monteruga, spiegano le note aride di wikipedia, “fu assegnata alla Società Elettrica per Bonifiche e Irrigazioni, che rilevò mille ettari di terreno impiegando molti lavoratori provenienti soprattutto dal basso Salento”.
Fra i Settanta e gli Ottanta, Monteruga contava ottocento abitanti, maggior parte dei quali occupati nel lavoro agricolo e nella produzione di tabacco, olio e vino.

…POI IL NULLA
Purtroppo la sua storia di centro abitato finisce con la privatizzazione dell’azienda agricola negli anni Ottanta e con la divisione dei terreni sui quali qualcuno avrebbe voluto investire. E’ il caso dell’imprenditore Maurizio Zamparini, noto a quanti hanno seguito il calcio (fu presidente di Palermo e Venezia), che voleva farne un insediamento. Ma l’operazione non andò mai in porto.
Restano, a testimonianza di un recente passato, ricorda “Architetto”, gli alloggi, la scuola rurale, la piazza centrale, la chiesa intitolata a Sant’Antonio Abate, festeggiato ogni anno con una processione che attraversava il villaggio. E il deposito tabacchi, la caserma, un campo di bocce, il dopolavoro, lo stabilimento vinicolo.