Esselunga, un normale spot televisivo divide sinistra e destra

Nonostante temi più urgenti per il Paese, la politica pone attenzione a una pubblicità. C’è chi invita a considerarlo un soggetto emozionale, chi fa quadrato intorno alla famiglia e chi, infine, sorride e consiglia una sceneggiatura più coraggiosa. Come se caso-migranti, Pil, Manovra del Governo e Pnrr fossero temi secondari rispetto a un video promozionale di trenta secondi

 

«Sarebbe stato molto più originale se nella macchina ci fosse stata un’altra madre, oppure il padre avesse salutato un altro padre». Così Roberto Vecchioni, cantautore intellettuale, autore di “Samarcanda” e “Luci a San siro”, vincitore di un Festival di Sanremo con “Chiamami ancora amore”, sullo spot Esselunga, la catena di supermercati che in questi giorni ha riposizionato la sua immagine provando a fare breccia nei sentimenti popolari. Non è operazione semplice declinare il trasversale, ma come tutte le cose italiane, dai social in poi, nel nostro paese sembra che si ponga attenzione anche politicamente – soprattutto, politicamente – temi che possano assegnare consensi popolari, magari glissando su argomenti che invece stanno più a cuore a tutti noi. E’ il caso-migranti, decreto con proposta di espulsione dei minori; Pil e Manovra del Governo con in mezzo ancora una volta il Ponte sullo Stretto e Pnrr. Per fare una breve rassegna delle urgenze che la politica è chiamata a discutere.

Che ne parli un cantautore, ma anche un giornalista provocando un dibattito, ci può stare, ma assegnare a un messaggio di trenta secondi, con delle immagini realizzare per scatenare dibattito e fantasia, così da farne un Caso nazionale, ce ne passa. E allora, con una certa pazienza abbiamo cercato fra video, trasmissioni, social, trasmissioni tv e giornali, le diverse posizioni degli attori in campo. Ci fosse stato Gaber, a proposito dei suoi acuti distinguo fra destra e sinistra, prima di pronunciarsi avrebbe fatto una profonda riflessione. Cosa avrebbe detto o cantato, a proposito di uno spot commerciale non è dato sapere. O sì, avanziamo un’ipotesi: avrebbe mandato entrambe le anime politiche al diavolo, invitandole a discutere di cose serie.

 

 

NOSTRA RICOGNIZIONE

Dunque, una impegnativa ricognizione. Comincia l’agenzia giornalistica Ansa, che plaude Esselunga: avrebbe colto nel segno tornando a far parlare di sé: lo spot programmato una settimana fa ha subito diviso i social, tra chi sembra avrebbe colto il messaggio e chi, invece, avrebbe fatto considerazioni diverse.

Questo lo spot Esselunga. Protagonista del cortometraggio è una bambina (Emma), figlia di genitori che solo alla fine si scopre sono separati. La piccola, acquista una pesca assieme alla mamma per poi regalarla al papà, dicendo al genitore che gliela manda mamma. Una sorta di gesto distensivo, della serie «Hai visto mai, papà e mamma se parlano e tornano insieme?».

Interviene Giorgia Meloni che scrive sui social. «Leggo che questo spot avrebbe – questo in sintesi il pensiero del capo del Governo – generato polemiche e contestazioni: invece lo trovo molto bello e toccante».

Inevitabile, scrive Libero. «Sui social c’è chi confronta il nuovo spot ai classici del Mulino Bianco, sottolineando che “finalmente viene raffigurata una famiglia reale e non immaginaria”, mentre c’è chi, invece, si schiera dalla parte dei bambini sostenendo che la vicenda di Emma – la protagonista dello spot Esselunga – «risveglia sofferenze in chi ha provato l’esperienza della separazione».

 

 

“PARLA” ESSELUNGA…

Il punto di vista Esselunga. «La storia non riguarda la famiglia: l’obiettivo è indirizzato sulle emozioni che si provano quando si fa la spesa. «Con il film “La Pesca” – interviene con una nota con il Gruppo – abbiamo voluto porre l’accento sull’importanza della spesa, che non viene vista solo come un acquisto, ma descritta come qualcosa che ha un valore più ampio». Secondo Esselunga, infatti, «dietro la scelta di ogni prodotto c’è una storia e il soggetto del film non rappresenterebbe che una delle tante storie di persone che entrano in un supermercato».

Le opinioni, nonostante sia passata una settimana, continuano ad alimentare il dibattito social. La pesca è diventata il nuovo “frutto del peccato”, compiuto da chi sostiene che la pubblicità colpevolizzi i genitori separati e assolto da quanti, al contrario, lo colgono come una giusta rappresentazione della sofferenza dei figli. Un dibattito sul cortometraggio più divisivo degli ultimi tempi, che ha scatenato opinioni a non finire. E il tema non finisce qui, sicuramente proseguirà, come se non ci fosse un domani. O come se caso-migranti, Pil, Manovra del Governo e Pnrr fossero temi secondari. Ma così è, se ci pare.