Michele Emiliano, confermato presidente della Regione Puglia
Il governatore non dimentica. «Porrò massima attenzione – parole sue – punendo quanti non rispettano immigrati e lavoro dei ragazzi africani, a cominciare da quello nei campi in cambio di una manciata di euro». Scongiurata la vittoria della Lega di Matteo Salvini e della coalizione del centrodestra che voleva «rispedire a casa loro gli immigrati». «Oggi è ancora primavera pugliese!», chiosa il leader del vincente centrosinistra.
«Confesso di avere avuto una certa paura, provocata più che dai sondaggi, dalle tensioni, dalla gente disorientata sulle consultazioni elettorali gravate anche dal peso di un referendum». Michele Emiliano, riconfermato presidente della Regione Puglia, non ha resistito alla tentazione dell’outing davanti alle decine di microfoni. C’era tutta la nostra tensione in quelle parole nell’aver seguito una campagna elettorale piena di veleni. «Gli immigrati tornassero a casa loro», aveva minacciato nelle piazze, Taranto compresa, Matteo Salvini, leader della Lega. Quel movimento politico diventato partito e oggi sotto inchiesta per una cinquantina di milioni che ancora non si sa che fine abbiano fatto. «Gli immigrati dovranno chiederci il permesso e, in caso di accoglienza della domanda, restare sul suolo italiano». Come a dire, domandare è lecito, rispondere è cortesia. Meglio ancora, «Voi compilate moduli e domande per chiedere asilo, noi le selezioniamo…».
Ma ha vinto Emiliano, la Puglia è casa di chi fugge da fame, guerra e persecuzioni politiche. Emiliano, fra le altre cose, promette di porre «massima attenzione – parole sue, durante la campagna elettorale – punendo quanti sfruttano il lavoro di ragazzi africani nei campi in cambio di una manciata di euro».
Impossibile intercettarlo. Quel numero di cellulare al quale rispondeva personalmente durante la campagna elettorale, tace. Del resto, o risponde alle domande dei giornalisti che lo hanno atteso davanti al suo principale comitato elettorale, oppure ai complimenti dei suoi elettori, che comunque lo raggiungeranno più tardi nel suo quartiere generale a Bari. Doveva scendere fra la gente, per una dichiarazione ufficiale a reti unificate alle 21.00 o giù di lì, ma quando la forbice fra lui e Fitto racconta di una forbice che oscilla fra il 6-7%, ecco che il governatore appena confermato anticipa il suo incontro con la stampa e le tv locali e nazionali.
ARIA DI FESTA
Il governatore uscente festeggia i risultati che lo danno vincitore nei confronti del diretto competitor, Raffaele Fitto, per il quale spenderà parole di elogio per un dibattito politico mai degenerato.
«Il risultato è una straordinaria prova di democrazia, la gente ha compreso che era giusto salvare il nostro processo politico», una delle dichiarazioni del presidente della Puglia uscente Michele Emiliano, che cominciava ad accarezzare il sogno della vittoria.
Una vittoria di tutti, dice il governatore, per dimostrare all’Italia che la Puglia c’è: oggi è ancora “primavera pugliese”. «Voglio ringraziare tutto il popolo pugliese per la straordinaria prova di democrazia, abbiamo fatto una campagna elettorale casa per casa, strada per strada, paese per paese, città per città e abbiamo cercato di spiegare a tutti perché era necessario salvare un processo politico che dura da quindici anni e che ha fatto grande la Puglia: è stato un gioco di squadra; non ha vinto nessuno da solo: abbiamo vinto tutti insieme e dimostrato soprattutto all’Italia che la Puglia esiste, ce la fa e che oggi non è – come qualcuno si aspettava – il primo giorno dell’autunno, ma è ancora primavera! È ancora primavera pugliese ed è una primavera che appartiene a tutti, a tutti coloro che hanno dato una mano e sono tanti; è stato importante essere uniti: l’unità e la volontà di andare avanti sono stati gli elementi più importanti. Voglio ringraziare tante persone. Sicuramente i miei ex assessori che sono qui al mio fianco: Antonio Decaro, Francesco Boccia e Marco Lacarra, devo ringraziarli in modo particolare perché sono con me da tanto tempo. Non mi hanno mai mollato, mi hanno anche sostenuto nei momenti più difficili. Voglio soprattutto dire che il popolo pugliese ci ha anche perdonato le tante cose che avremmo potuto fare meglio».
E’ una serata che non scavalca e non cancella tutte le cose da migliorare, sottolinea Emiliano. «Siamo perfettamente consapevoli di dovere migliorare tantissime cose, ma contemporaneamente abbiamo fatto una campagna elettorale per spiegare che eravamo in grado di imparare anche dagli errori che avevamo commesso, penso sia stata una prova di umiltà da parte di noi tutti e grande voglia di andare avanti; siamo però consapevoli che la Puglia non ha piegato la schiena davanti a nulla e davanti a nessuno e che sta continuando il suo cammino verso il futuro».
«NOI SIAMO LA BASE!»
Il duello a distanza fra centrosinistra e pentastellati. «Sono certo che tantissimi pugliesi, che avrebbero votato anche per il Movimento 5 Stelle, probabilmente hanno preferito un voto utile sulla base di un progetto. Di questo siamo consapevoli e cercheremo di comportarci in modo coerente. Ci sono stati momenti durissimi, perché ci siamo sentiti in gravissimo isolamento. È qui che, tutti insieme, abbiamo dato il meglio di noi stessi, quando abbiamo capito che la difesa della Puglia passava da una campagna elettorale così difficile, anomala, che doveva spiegare le cose che sembravano essere evaporate nell’aria, perché alle volte la memoria non sempre può venirci in soccorso».
La Puglia come luogo più importante per l’elaborazione delle formule delle politiche del futuro. «Noi siamo la base, poi spetta ad altri darci lo spunto, per capire come possiamo essere utili a rendere migliore anche l’Italia». Una stretta ideale al competitor. «Fitto ha fatto una campagna elettorale corretta, è stata una battaglia dura e, ve lo confesso, ho avuto veramente paura di perdere, avevo davanti un avversario competente, bravo e capace di fare campagna elettorale, ma alla fine la gente ha premiato un progetto politico che vuole completare un percorso di crescita per portare la Puglia ad essere un faro per l’intero Paese».