Pierguido Conte, direttore del Dipartimento di riabilitazione Asl

«Ma dateci tempo, spesso il cittadino non comprende che a fronte della domanda l’attesa è necessaria. Un reparto a Grottaglie, quaranta posti-letto, voluto dalla Regione. Personale ospedaliero: preparato e dedito all’accoglienza»

Altro ospite autorevole della rubrica “Assistenza & Assistiti”. Protagonista dell’incontro, il dott. Pierguido Conte, direttore del Dipartimento di Riabilitazione dell’Asl di Taranto

Dipartimento di riabilitazione, di cosa parliamo.

«E’ una struttura che raccoglie gran parte delle attività che la nostra stessa Asl in campo riabilitativo eroga ai cittadini della provincia di Taranto; questa è diffusa sul territorio in modo capillare con una quantità notevole di addetti ai lavori, circa duecentosettanta: le sedi periferiche, sette, e una centrale, in viale Magna Grecia, angolo corso Italia a Taranto, si organizzano per rendere fruibili le terapie riabilitative, soprattutto per i pazienti cronici, quanti cioè hanno una malattia disabilitante e non vanno incontro a una guarigione rapida, o, purtroppo, non vanno incontro a guarigione; dunque, per gestire più agevolmente questi pazienti, ecco le sedi dislocate un po’ ovunque. Detto questo, il nostro Dipartimento si avvale anche del supporto di strutture esterne contrattualizzate, una esternalizzazione del servizio, in quanto nel corso degli anni la quantità di terapie da erogare è cresciuta».CONTE articolo 01L’importanza di un servizio come questo.

«Siamo chiamati a seguire l’evoluzione del sistema, nato negli Anni 50, quando era prevalentemente rivolto alle patologie dei bambini con problemi alla nascita: all’epoca esistevano organizzazioni come Anffas e Aias, successivamente diventate Consorzio provinciale per portatori di handicap, a sua volta assorbito dal sistema pubblico. A questo punto, l’Asl ha cominciato a farsi carico di altri tipi di disabilità, soprattutto appannaggio dell’età avanzata: per esempio, la crescita esponenziale delle fratture di femore, politraumi e ictus, sempre più frequenti in individui che abbiano superato i settant’anni; oggi, che ci proiettiamo verso una popolazione con un 20% superiore alla soglia dei settanta, dopo la fase acuta questi casi richiedono un intervento ortopedico di stabilizzazione di una frattura; dopo il ricovero ospedaliero, dopo l’ictus, andiamo incontro a una fase riabilitativa: l’assistito deve essere restituito al mondo della lavoro, alla vita sociale, familiare, nella maniera più autonoma possibile».

Quali le attività per le quali, oggi, vi spendete di più.

«Oggi è importante comprendere che le risorse a disposizione del sistema vanno distribuite in maniera ragionata; per avere la gestione di una popolazione ultrasettantenne, pertanto occorre un impegno capillare sul territorio cercando di evitare gli sprechi; sostanzialmente, una volta si pensava che le persone dovessero essere ricoverate, oggi si intende “deospedalizzare”, fare assistenza a domicilio e registrare un rientro il più precoce possibile del paziente».CONTE articolo 02I tarantini agli sportelli.

«Chiunque faccia front-office, sa bene quanto sia complesso avere a che fare con utenza, a volte poco paziente; quando il dialogo è difficile, diventa anche complicato rispondere ad aggressioni non solo verbali; in gran parte registriamo i complimenti di cittadini che hanno appena concluso il ciclo di terapia, ma ogni tanto ci si scontra con gente che provoca, non intende aspettare, chiede la luna nel pozzo. L’invito a questi ultimi: siate comprensivi, spesso il personale ha già ore di lavoro sulle spalle e, dunque, non è giusto agire nei confronti di questo in modo sconsiderato; del resto, ogni giorno facciamo il possibile per essere sorridenti, accoglienti, gentili: se non riusciamo a dare risposte tempestive è solo perché il numero di richieste è davvero alto».

Offerta, auspici, cosa vorrebbe si riconoscesse al suo Dipartimento?

«Abbiamo costantemente cercato di implementare le nostre offerte, l’ultimo sforzo che contiamo di portare a termine è un reparto nell’ospedale di Grottaglie: la Regione Puglia ha intenzione di costruire un Polo riabilitativo con 40 posti-letto; ci stiamo sforzando per condurre in porto questo progetto nella maniera migliore, lo scopo è fornire qualità mediante interventi, limature, incontri con il personale per la messa a punto di meccanismi e procedure; cose che avvengono, sì, ma gradualmente.

L’auspicio: giudicateci a giochi fatti, quando avremo avuto il tempo, da qui a sei mesi, una volta messo a punto il sistema. Già oggi abbiamo una funzionalità di reparto eccellente; ho avuto un incontro con il personale, preparato e dedito all’accoglienza: infermieri, operatori sanitari, fisioterapisti, medici che vantano alta capacità professionale; dobbiamo sviluppare il sistema, dunque, al di là delle polemiche, aspettative a volte esageratamente frettolose, chiediamo solo il tempo necessario per fare le cose per bene in nome della qualità».