Sarebbe di origini tarantine, ma residente nel Lazio il docente assenteista

Cinquecentocinquanta giorni di assenza, praticamente tre anni. Tanti certificati di malattia, perfino un’aspettativa, lasciando classi letteralmente sguarnite. L’istituto, nel Trevigiano, non poteva nemmeno nominare sostituzioni: l’uomo, sessant’anni, dava disponibilità di domenica e nei giorni festivi. Nei mesi scorsi una visita medica ne aveva certificato l’assoluta idoneità al lavoro

 

E’ una delle storie più lette del web e sul cartaceo, sia essa riportata nel portale dell’agenzia giornalistica Ansa, oppure ripresa dalla Gazzetta del Mezzogiorno, dal Nuovo Quotidiano di Puglia, giornali, questi ultimi, fra i più letti in Italia. Subito una puntualizzazione, stando a quanto riportato dai quotidiani locali di Treviso (dove è accaduto l’episodio) ma altrettanto importanti come i due giornali pugliesi appena menzionati: il protagonista della vicenda, originario della provincia tarantina, era da anni residente nel Lazio. L’uomo al quale alludiamo e che in un solo giorno si è attirato la scarsa simpatia del web e dei lettori, è il prof sessantenne licenziato dopo 550 giorni di assenza.

L’uomo si era presentato giorni fa all’istituto scolastico superiore di Treviso dove lo attendevano – ormai senza più speranze, dice qualcuno – da quasi tre anni. Purtroppo per il docente, dopo questa sua lunghissima assenza nell’istituto dove tutto questo tempo avrebbe dovuto insegnare, non l’hanno nemmeno fatto entrare. Il motivo, molto semplice: il docente assenteista, insegnante di diritto risultava essere già stato licenziato.

 

 

PROFESSORE, DOVE SEI?

I suoi colleghi, i suoi studenti, quell’insegnante mancato per circa tre anni “lavorativi” praticamente non l’avevano mai visto. Vinto un concorso e immesso in ruolo a tempo indeterminato dal 2011, il prof aveva accumulato negli anni, come riferiscono i giornali locali, assenze per 550 giorni totali. Di questi 550 giorni, il primo anno il docente non si era mai seduto ad una cattedra per fare un appello. Motivo: si era messo in aspettativa. Gli altri due anni, sono stati scanditi, sempre secondo il racconto, da continue assenze per malattia (non continuative, ma spezzettate), spesso tra il lunedì e il sabato, e, secondo l’istituto, altre assenze considerate “ingiustificate”.

Lunedì scorso il prof “fantasma” si era improvvisamente presentato nella scuola dove era stato immesso in ruolo nel 2021 (aveva firmato un contratto a tempo indeterminato). Fermato all’ingresso.

L’istituto superiore trevigiano aveva già timbrato il provvedimento per il licenziamento del docente. Se vogliamo dirla tutta, e capire meglio in quale ginepraio si sia andato a infilare il docente sessantenne, un procedimento non semplice, che va motivato con la massima precisione (pare che, nello specifico, le “pezze d’appoggio” non mancassero. Motivo basilare del provvedimento: il superamento dei limiti massimi di assenza: L’insegnante, di giorni di assenza ne aveva messi in fila centinaia e centinaia nel giro di tre anni.

 

 

«PER NOI E’ FUORI»

Per l’istituto la vicenda è chiusa, dello stesso tenore per l’ufficio scolastico di Treviso. Il docente in questione se dovesse ritenere il provvedimento un “abuso d’ufficio”, potrà impugnare il licenziamento facendo ricorso.

Detto che nessuno criminalizza le assenze per malattia, va detto che il docente di assenze ne ha messe insieme decine a singhiozzo, inviando con puntualità i certificati in questione. Non un’assenza prolungata, quindi, ma tante assenze spezzettate.

Forse ha indispettito istituto e l’ufficio scolastico, il fatto che il docente tornasse a disposizione nei fine settimana e nei giorni festivi, vale a dire proprio quando l’istituto era chiuso. Un modus che ha messo l’istituto interessato nelle condizioni di non poter nominare al suo posto dei supplenti annuali.

Stando alle norme che regolano le sostituzioni di docenti assenti, come è facile intuire, non è stato possibile far altro che continuare a tappare i buchi assegnando un’infinita sfilza di supplenze brevi.

I primi a farne le spese di queste certificazioni a pioggia sono stati gli studenti, costretti ad assistere alle frequenti staffette tra supplenti. Infine, stando a quanto emerso, nei mesi scorsi lo stesso “prof fantasma” si sarebbe anche sottoposto a una visita davanti a una Commissione medica di Bari, che ha certificato che la sua assoluta idoneità al lavoro.