Città vecchia, lunedì scorso la candidatura al Castello Aragonese

«L’Associazione nasce per le grandi potenzialità culturali, archeologiche e naturali dell’Isola», ha dichiarato il presidente Michele Rossetti. Nella candidatura, poste in evidenza, fra l’altro: le Colonne del Tempio, gli ipogei, l’architettura di età bizantina, i Vicoli, la Chiesa di San Domenico, la Cattedrale di San Cataldo, il Castello Aragonese, il Ponte Girevole, il Palazzo d’Aquino e il Museo archeologico nazionale.

 

La Città vecchia di Taranto come patrimonio mondiale culturale dell’UNESCO. Per realizzare un sogno o comunque lo si voglia vedere, un progetto che darebbe un atteso scatto in avanti alla nostra cultura, a una storia millenaria, ci ha pensato  un’associazione di promozione sociale, “Taranto Patrimonio nel Mondo”, un ente del terzo settore, costituitosi lo scorso febbraio per uno scopo ben preciso: avanzare la candidatura dell’Isola a una ricchezza da salvaguardare.

Il progetto è stato presentato lunedì mattina nella Sala convegni del Castello aragonese, altro grande attrattore e manufatto storico, di fronte alle due Colonne doriche, altra testimonianza di una storia infinita custodita dalla Città vecchia. Presenti all’incontro introdotto da Matteo Dusconi, il presidente dell’Associazione “Taranto Patrimonio del Mondo”, Michele Rossetti, il vicepresidente Dario Lupo, il segretario Valerio Lupo. A fare gli onori di casa, a nome dell’Ammiraglio Salvatore Vitiello, il comandante Sergio Lamanna. La sensazione è che per i promotori dell’associazione sia stato più semplice trovarsi insieme nel lavorare e mettere la Città vecchia al centro dell’attenzione (meritevole di un simile riconoscimento), che non curare i dettagli per realizzare un’associazione autorevole e con professionalità importanti e credibili.

 

L’ASSOCIAZIONE

«La lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO – ha dichiarato il comandante Lamanna, portando i saluti dell’Ammiraglio Vitiello – comprende beni naturali e culturali unici al mondo, la cui protezione è considerata, per la loro eccezionalità, responsabilità dell’umanità; non solo, dal 2003 l’UNESCO ha approvato la Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale dove sono stati inseriti spettacoli, rituali, feste, tradizioni, espressioni orali, le tecniche artigianali e relativi manufatti: Taranto, ben si colloca in questo contesto. La città vecchia con le Colonne del tempio, gli Ipogei, l’architettura di età bizantina, i vicoli e loro funzioni, la Chiesa di San Domenico, la Cattedrale di San Cataldo, il Castello Aragonese, il Ponte Girevole “San Francesco di Paola” sono elementi identitari, unici al mondo unitamente ai riti religiosi, alle capacità marinaresche dei nostri maestri d’ascia, alle tecniche di pesca e tanto altro».

«L’Associazione è sorta – ha detto nel suo intervento il presidente Rossetti – perché crediamo nelle grandi potenzialità culturali, archeologiche e naturali della Città Vecchia. Questo è certamente un fine principale, ma non esclusivo, perché tutta la città di Taranto merita di essere valorizzata e candidata, basti pensare a MArTA, ai Giardini dell’Ospedale militare, il Mar piccolo e altro ancora. L’augurio è che la nostra provocazione – che non è solo tale – venga accolta a qualsiasi livello per raggiungere gli obiettivi prefissati. “Taranto Patrimonio nel Mondo” nasce come associazione di promozione sociale, ente del terzo settore: ha svolto un approfondito studio del territorio per scrivere una grande pagina per la Città vecchia con un documento che diventa progetto. La nostra  è un’associazione aperta alla comunità: a breve inizieremo i tesseramenti e la consegna delle tessere onorarie».

 

LA CANDIDATURA

«La candidatura – ha puntualizzato il segretario Lupo – è stata posta all’attenzione degli Organi istruttori della Commissione Italiana Nazionale per l’UNESCO. La valutazione del dossier richiederà del tempo e, probabilmente, richieste di integrazione. Il documento presentato prevede la presentazione di ogni sito archeologico e bene culturale, con il relativo studio). Proprio a tale scopo abbiamo posto in evidenza: le Colonne del Tempio, gli ipogei di Taranto, l’architettura di età bizantina, i Vicoli e le loro funzioni, la Chiesa di San Domenico, la Cattedrale di San Cataldo, il Castello Aragonese, il Ponte Girevole San Francesco di Paola, il Palazzo d’Aquino e il Museo archeologico nazionale MArTA. La nostra è certamente un’idea ambiziosa, basata sul senso di responsabilità perché d’ora in poi dovremo ulteriormente impegnarci per custodire questo tesoro, che è grande parte della nostra eredità. La città di Taranto è testimone di una bellezza che finora non abbiamo saputo del tutto apprezzare».

Fra i presenti, Sergio Prete, presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Jonio; Cosimo Borraccino, Consigliere di staff del Presidente della Regione Puglia; Riccardo Pagano, direttore del Dipartimento jonico dell’Università di Bari; Tiziana Latorre, in rappresentanza del presidente dell’Ordine degli Architetti, Pietro Vito Chirulli (presidente reggente di Confindustria Taranto); Alberto Mosca, vice presidente Confcommercio Taranto; Annalisa Adamo, già assessore agli Affari generali del Comune di Taranto; Roberto Settembrini, segretario generale dell’Autorità di Sistema portuale dello Jonio. Fra gli interventi, quelli di Dario Lupo, vicepresidente dell’associazione, e dell’archeologa Silvia De Vitis.