Martino De Cesare, chitarrista e autore di successo

«Capisco i ragazzi nordafricani: lasciare casa suona come una sconfitta. E’ raro mi spinga oltre Napoli. Avrei voluto scrivere con Pino Daniele, collaboro con artisti come Edoardo ed Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello e Tony Esposito, ho scritto con Fabio Concato sognando James Taylor…». Il successo del suo soggetto del film “Chi m’ha visto?” con Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino

«Quando parto per un tour ho due anime in perfetto contrasto: quella che mi spinge ad andare, perché è il lavoro che amo; l’altra che, invece, vorrebbe trattenermi qui, perché è complicato a spiegare a qualcuno che non è del Sud quanto dolore uno possa sentire nel dover lasciare le proprie radici, anche se il tempo di una serie di concerti». Martino De Cesare, uno degli amici di “Costruiamo Insieme”, chitarrista, autore, produttore discografico. Grande fantasia, tanto che ha voluto misurarsi con la sceneggiatura: farne un libro, una commedia, un film. «Avevo in mente già da tempo “Chi m’ha visto?”, diventato poi un film che nelle sale ha registrato buoni incassi e in tv ha fatto buoni ascolti: ne avevo parlato con Beppe Fiorello, protagonista della storia, un affermato chitarrista – nella fiction Martino, come me… – cui manca il guizzo di popolarità per diventare un artista famoso e rispettato: unico sistema, escogitare una sparizione assistita; da un amico, in questo caso, Pierfrancesco Favino, altro grande attore, Peppino nella finzione, uno che nonostante non abbia studiato, la sa lunga».

Il Sud, la nostalgia, la musica nel sangue. «Vivo fra la mia Crispiano e Napoli, mio quartier generale: conosco e suono con tutti lì, difficile spingersi oltre, con i Bennato, Edoardo ed Eugenio, Gragnaniello ed Esposito, Amoruso e Senese c’è grande empatia: figurarsi se non capisco il dolore che provoca un’amozione; ho conosciuto, conosco, molti ragazzi nordafricani, alcuni anche impegnati nella musica: quando parliamo del distacco dalla loro terra, mi dicono spesso che non vedono l’ora di tornare a casa, magari disponendo stavolta di che mangiare: perché è la fame, i conflitti a spingere i ragazzi a fuggire e trovare una destinazione quantomeno ospitale».

Anche noi, come quei ragazzi, il ritorno ce lo abbiamo nel sangue, spiega Martino De Cesare. Basta prendere il modo con cui il protagonista del suo film andato in onda sabato scorso in prima serata su Raiuno, viene accolto all’arrivo nel suo paesino pugliese. «Mo sei arrivato? E quando te ne vai?», una delle frasi più divertenti di “Chi m’ha visto?”. Il film, ovviamente, è ispirato alla più popolare delle trasmissioni sugli scomparsi, girato in buona parte anche nella provincia di Taranto, fra Ginosa, Mottola e Castellaneta. Ideato dal crispianese Martino De Cesare, protagonisti, si diceva, Beppe Fiorello e Pierfrancesco Favino. Comprimari e volti noti al grosso pubblico, Sabrina Impacciatore, Dino Abbrescia e Mariolina De Fano.

Beppe Fiorello nel film è Martino Piccione. Nel racconto ha conservato il nome dell’autore del soggetto, quel Martino De Cesare che nella sua Crispiano ha il quartier generale. Si sposta solo per lavoro, come ci ha confessato. Nei suoi viaggi privilegia Napoli, fa uno strappo per Roma. Mai in albergo, a Napoli è ospite di Eugenio Bennato; a Roma, quartiere Trastevere, a casa di Enzo Gragnaniello. Fra i suoi amici, oltre ad Eugenio ed Enzo, Edoardo Bennato, Pietra Montecorvino, Tony Esposito, Joe Amoruso, James Senese, Sandro Petrone, Giorgio Verdelli e altri ancora. DE CESARE Articolo 01Il primo sussulto che ti ha provocato il film una volta completato. 

«Assistere alla proiezione alla “prima” a Milano, insieme con Beppe e Favino; ospiti gli amici che si sono prestati volentieri ad interpretare se stessi, lanciando appelli, o che, comunque, non hanno voluto perdersi l’anteprima: Noemi, Emma Marrone, le Vibrazioni, Mara Maionchi, Claudio Cecchetto, Saturnino e tanti altri. Voltarsi e guardarsi accanto o alle spalle stando seduti in prima fila, era come fare zapping con alla tv, incredibile emozione».

Domanda dalla quale partire: come nasce l’idea. Non di una canzone, ma di un soggetto cinematografico, una novità per De Cesare.

«Giunge improvvisa, come lo spunto per un testo, una musica, una canzone. Tornato a casa da Roma vedo mia madre rapita dalla tv, a seguire “Chi l’ha visto?”. Quasi in lacrime, tanto era partecipe al dolore dei familiari dello scomparso che in procinto di lanciare un appello. “Ma’, che è successo?”, io. “Non si trova più quella creatura: mo, statti zitto un po’, fammi sentire!”, telegrafica. Questo il dialogo. In quel momento ho pensato alla mia e a tante altre storie simili alla mia: ai mille artifici cui fa ricorso un musicista non disponendo di spazi televisivi: tu, a sbatterti per trovare un “buco” da tre minuti per eseguire una tua canzone; un anonimo, che per mille motivi decide di scomparire, a godere in un colpo solo dell’affetto di una platea sterminata e uno spazio illimitato, con trasmissioni “non stop” per seguire per gli aggiornamenti della vicenda; è stato in quel momento che ho pensato: “E se anche Martino, il mio omonimo, magistralmente interpretato da Beppe Fiorello, decidesse di sparire improvvisamente per avere il suo momento di popolarità?”».

Dunque, Beppe Fiorello, disponibile e interessato alla lettura del soggetto.

«Conosco Beppe da dieci anni, ci siamo visti e sentiti spesso: un film non lo fai in un attimo, non basta pensare a una trama per quanto interessante possa essere; occorre studiare il tratto di ciascun personaggio, i dialoghi, le riprese, le location. Lo avevo pensato per Crispiano, la troupe si è mossa per buona parte in Puglia: Ginosa, Mottola, Castellaneta, Conversano, Bari».
DE CESARE Articolo 02Con Beppe non parli solo di lavoro.

«Ci sentiamo per consigli gastronomici, lui ha un buon palato, trova superlativo il nostro olio e non solo quello; Pierfrancesco, invece, l’ho conosciuto in occasione dei primi ciak, poi l’ho rivisto alla “prima” a Milano, infine a cena: attore bravissimo, persona disponibilissima».

Non è l’unica idea che ti è venuta. 

«Non ne parlo, ma non per scaramanzia; vengo da un’esperienza non troppo incoraggiante e mi spiego: ricevo una telefonata da Giammarco Tognazzi; insieme avevamo in mente un’altra storia, originale e di sicura presa: Giammarco mi chiama e mi mette al corrente che una troupe da poco aveva dato inizio alle riprese con una storia in buona parte simile alla nostra: un buon ottanta per cento, per dirla tutta. Quello dello spettacolo è un ambientino politicamente scorretto. Un paio di idee, quelle sì, ce le ho, ma d’accordo con lo stesso Giammarco non ne facciamo parola».

Autore, produttore, chitarrista, ideatore insieme con Tony Esposito del gruppo Vibrazioni Mediterranee, Martino De Cesare ha altri sogni nel cassetto.

«Uno, purtroppo, non potrò mai più realizzarlo: mi spiego, volevo scrivere ed eseguire una canzone con Pino Daniele, uno dei grandi della nostra canzone. Altri grandi, ne conosco e ho la fortuna di collaborarci. Volevo suonare con Edoardo Bennato, ce l’ho fatta; e pensare che andavo matto per la sua “Sono solo canzonette”; volevo scrivere una canzone con Fabio Concato, ce l’ho fatta: “Tra la vita”, inclusa nella raccolta “Quando arriva un’emozione”; volevo realizzare progetti e suonare con un’orchestra e per questo devo ringraziare il maestro Piero Romano e l’Orchestra della Magna Grecia; infine, se i sogni sono no-limit: per un chitarrista, il top è una collaborazione con l’immenso James Taylor, ma qui entriamo nella sfera del “Chi lo ha visto, chi mai lo vedrà?”. Ma hai visto mai?».