Estate, semina malanni e attenta alla Terza età

Suggerimenti su come assistere gli anziani. Ministero della Salute e “fai da te”. Strutture, Case di cura e Centri diurni, una soluzione per ciascun problema. Fidarsi di chi fa accoglienza e ha esperienza nell’assistenza.

Estate, arriva il caldo canicolare. Con l’aumento delle temperature per molti anziani si ripresenta il solito problema. Riconducibile, di solito, su due direttrici: la salute, da tenere ancora più sotto stretta osservazione, e parenti e familiari che si allontanano in quello che potrebbe essere il maggior periodo a rischio, perché incombono le vacanze per i ragazzi, le ferire per i più grandi. E i nonni, quelli restano a casa, a portata di cellulare. Gli anziani che non vanno a rimorchio di figli e nuore, restano in città. Qui la colonnina di mercurio sale alle stelle. A partire dai primi Anni 2000, le conseguenze gravi durante i giorni di massimo calore sono diventate più frequenti. Da quando in Italia come nel resto d’Europa, si sono registrate ondate di caldo anomalo che hanno provocato, specie nelle grandi città, un aumento dei ricoveri e dei decessi nella popolazione anziana.

Il Ministero della Salute in più occasioni ha realizzato e distribuito un opuscolo, che fornisce raccomandazioni e consigli per prevenire danni conseguenti a calore e garantire un adeguato livello di benessere.

Tra i fattori importanti da valutare: l’età, la presenza di patologie e l’assunzione di farmaci. Quando si è stabilito se la persona assistita può essere un soggetto a rischio, occorre essere in grado di individuare i sintomi che indicano un grave stato di sofferenza dovuto al caldo: crampi, piccoli arrossamenti e rigonfiamenti della pelle e la riduzione di alcune attività quotidiane sono i primi sintomi, non ancora gravi, di malessere della persona assistita. La salute, invece, è in pericolo quando l’anziano manifesta confusione mentale, o si verifica l’aggravamento di una confusione mentale già presente (mal di testa, convulsioni). Se si agisce quando si manifestano i primi sintomi, si possono trovare soluzioni per il recupero dello stato alterato, ma se i sintomi sono gravi occorre rivolgersi con urgenza al medico.

IL MINISTERO DELLA SALUTE CONSIGLIA…

Qualche indicazione sulle quali prendere nota. Quando fa molto caldo e in casa ci sono persone anziane, la temperatura deve essere mantenuta non oltre i 26° C e il tasso di umidità presente non deve superare l’80%; molto importante arieggiare la casa durante le ore notturne e proteggere porte e finestre dall’azione diretta dei raggi di sole durante il giorno; importante anche individuare nell’abitazione il luogo che meglio può essere mantenuto fresco e strutturarlo per poterlo abitare nei momenti più caldi. I ventilatori è bene siano disposti in modo da mantenere nell’ambiente un buona circolazione dell’aria senza coinvolgere direttamente la persona.

Se possibile, evitare di uscire nelle ore più calde della giornata: tra le 11 e le 18, ma è importante giornalmente fare un po’ di movimento riuscendo a frequentare parchi e luoghi verdi, indossando abiti leggeri in fibre di cotone, lino in grado di garantire la traspirazione, di colore chiaro e con il capo coperto da cappelli di paglia o cotone.

Passiamo all’alimentazione:  evitare bevande alcoliche, ghiacciate e gassate, i cibi grassi e di difficile digeribilità. Occorre bere molto, almeno due litri di acqua al giorno, ma non acqua ghiacciata, privilegiare brevi spuntini di frutta e verdura, anche sotto forma di spremute, frullati e centrifugati. Ecco perché compito principale di un parente o dello stesso anziano, è verificare che in casa si possa disporre sempre di ghiaccio, acqua e frutta.

L’anziano deve inoltre sostare per periodi di 3-4 ore in luoghi più freschi, se è allettato può essere utile sottoporlo a periodiche spugnature fresche e controllare con attenzione la temperatura corporea, evitando di somministrare antipiretici (aspirina e tachipirina) se viene la febbre: meglio in tal caso chiamare subito il 118.

STRUTTURE PER CHI HA SUPERATO GLI “ANTA”

Detto di come dovremmo prenderci cura di un anziano, passiamo ora a un altro aspetto che riguarda la terza età. Se gli anziani genitori, per mille motivi non possono essere assistiti direttamente dai propri figli o familiari, esistono strutture che possono prendersi cura di un congiunto che da tempo ha superato gli “anta”.

Diverse sono le tipologie di “Case di cura” che oggi ospitano gli anziani. Ognuna di queste, con caratteristiche diverse. Quando si parla di case di riposo, case albergo per anziani, case soggiorno o case vacanze per anziani, il più delle volte facciamo riferimento sempre allo stesso tipo di struttura: qualcosa di socio-assistenziale e residenziale per anziani che non presentano patologie particolarmente gravi e, quindi, solo in parte non in sono grado a badare a se stessi.

Le case di riposo forniscono agli anziani ospitalità ed assistenza, organizzano attività ricreative in modo da stimolare i propri ospiti a socializzare e a tenersi impegnati. Anche una comunità-alloggio rientra in questa categoria, ma in molti casi ha un dimensione inferiore rispetto alla casa di riposo: mentre la casa di riposo può arrivare ad ospitare fino a centoventi persone, la comunità-alloggio ha una capacità massima di dodici posti letto.

RSA, CASE PROTETTE E CENTRI DIURNI

Si tratta di strutture socio-sanitarie residenziali che si prestano ad ospitare persone che hanno un grado di non autosufficienza molto elevato: nella RSA vengono, infatti, forniti servizi riabilitativi che hanno l’obiettivo di migliorare lo stato di salute della persona anziana. In questo caso la capacità ricettiva massima è di centoventi posti letto, divisi solitamente in nuclei di venti o trenta anziani.

I centri diurni assistenziali invece rientrano nella categoria delle strutture socio-sanitarie che lavorano solo di giorno: in pratica sono dei circoli frequentati da anziani con diversi gradi di non autosufficienza. L’obiettivo di queste strutture è aiutare le famiglie di persone anziane e in difficoltà, cercando di stimolare ogni persona con attività ricreative in modo da preservarne l’autonomia. I centri diurni sono in grado di ospitare fino a venticinque persone.

In una casa di riposo sono garantite l’assistenza tutelare, i pasti, lo svolgimento di attività ricreative ed aggregative in modo che le persone socializzino tra loro, l’assistenza per lo svolgimento delle attività di ogni giorno e l’eventuale assistenza medica, che consiste nella somministrazione di medicinali e in attività riabilitative. Prevista, ovviamente, la presenza di medici, animatori, personale impegnato nelle terapie, infermieri professionali.

Decidere di trasferire una persona anziana in una casa di riposo oppure in una casa protetta non è una scelta facile, in quanto le variabili da valutare sono diverse. Prima di assumere una decisione, importante visitare una o più strutture. E’ bene che il trasferimento possa tenere costante benessere e abitudini dell’anziano. La scelta deve essere dell’anziano e in base alle sue necessità. E se la scelta dovesse essere più complicata del previsto, chiedete una mano a chi ha esperienza nell’accoglienza e nell’assistenza di gente bisognosa.