Roberto Ciufoli, attore, parla di tolleranza e di “ultimi”
«Ogni giorno bisognerebbe avere rispetto per i deboli, la gente che ha un altro colore di pelle, non solo durante le festività. “A Christmas Carol” è come un abete: lo tiri fuori per tre mesi, lo rimetti a posto e lo rispolveri l’anno successivo». E torna a parlare di Premiata Ditta, Insegno e le colleghe Draghetti e Foschi.
Essere più buoni, tolleranti, essere dalla parte degli ultimi. E non solo a Natale, perché è così che va. Ma esserlo sempre, perché non serve che sia Natale. Roberto Ciufoli, in scena con la Compagnia dell’Alba di Ortona, provincia di Chieti, tira in ballo subito un episodio durante la Seconda guerra mondiale. Lo scenario proprio la cittadina marchigiana che ospita il progetto degli attori che in tre mesi hanno portato ovunque in scena “A Christmas Carol”, un successo che ogni anno replica entusiasmi e ottime critiche. Ortona, dunque. «Tedeschi e Alleati erano a qualcosa come cento metri distanti – racconta Ciufoli, documentato sull’accaduto – ognuno nel suo avamposto, esposto a un solo colpo di fucile, quando arriva Natale però i due eserciti compiono una tregua; una di quelle cose non scritte, ma condivise; nell’aria non vola un solo proiettile, mi piace pensare che anche in quell’occasione i soldati intonino una canzone natalizia, rivolta alle persone amate, lontane, pensando anche a quanto sia sciocca una guerra che miete arroganza e vittime; la potenza del Natale, un tregua alle cattiverie, come se non ce ne fossero già abbastanza in giro: nessun rispetto per i più deboli, per la gente che ha un altro colore della pelle, per chi soffre; questo e tanto altro è il lavoro teatrale che porto in giro in Italia con questi fantastici compagni di viaggio».
Ciufoli, attore e cantante, mimo, improvvisatore e altre cento cose sul palco, negli anni si è fatto le ossa con la Premiata Ditta, con Pino Insegno, Tiziana Foschi e Francesca Draghetti. Ha successivamente proseguito la sua attività artistica misurandosi in veste di attore, appunto, e regista di teatro, diventando per centinaia di repliche stella del musical “Aladin” di Stefano D’Orazio come Genio della lampada, fino ad arrivare al cattivo-redento Scrooge in “A Christmas Carol”, spettacolo natalizio con il quale il popolare attore è stato ospite in decine di teatri italiani.PIU’ BUONI NON SOLO NEI GIORNI DI FESTA
E’ stato un successo per il titolo ripreso e allestito, montato e smontato proprio come fosse un albero di Natale e portato in giro per almeno tre mesi. «E’ il bello di uno spettacolo natalizio – dice Ciufoli – fosse per me lo porterei in giro più a lungo, anche in estate, tipo “A Ferragost Carol” – sorride – è una storia così bella e popolare che nove spettatori su dieci conoscono perfettamente; poi le canzoni, che tento disperatamente di rovinare, restano intatte nella loro bellezza: autore dei brani è Alan Menken, uno che ha scritto, tanto per gradire, musical come “La Bella e la Bestia”, “La sirenetta”, “Aladdin” e altro ancora; diciamo che con questa commedia mi sono assicurato il pane per la vecchiaia: l’anno prossimo lo riproponiamo naturalmente…».
Scherza Ciufoli, fa due conti, un amministratore incallito. «Più passano gli anni, più risparmiamo con il trucco, invecchio di mio. Visto? Ho un principio di barba bianca…».
Il pubblico si spella le mani per quanto si diverte. «E’ il destino dei musical di successo: sul palco accade di tutto, ci muoviamo in ventuno, con noi tre bambini, grande affiatamento; preciso, a scanso di equivoci: non esistono protagonisti o comprimari, ma solo una squadra che sul palcoscenico gioca a memoria».
La magia delle tavole del palcoscenico e di “A Christams Carol”. «Sta anche nella durata: un’ora e mezza, come un film, solo che il ritmo è talmente serrato che la gente arriva a fine spettacolo senza quasi accorgersene, tanto che più di qualcuno dice “Ma è già finito? Era così bello!”: non ci risparmiamo, insomma, il pubblico lo avverte e applaude senza sosta».
Stacca un attimo, Ciufoli. Lo chiamano, l’attore è in camerino. La legge del teatro invita a rispettare i tempi, fare stretching, prove, mettere a punto l’ugola. Due ore dopo si va in scena e “Scrooge”, il personaggio di Ciufoli, non le manda a dire. «Ragazzi straordinari – sottolinea il protagonista, per un attimo mette sul capo un cilindro – ballano e cantano divinamente, qualsiasi aspetto è curato nei minimi particolari: si vede e si sente…»PREMIATA DITTA, «CELEBREREMO I NOSTRI PRIMI QUARANT’ANNI»
Uno sguardo al passato, uno al futuro. Parliamo della Premiata Ditta. «Ottimi rapporti con tutti, io e Pino ogni lunedì lavoriamo insieme: quando “A Christmas” è day-off, cioè osserva un giorno di riposo, io sto a Roma in teatro con Pino; ci divertiamo a divertire la gente, è l’unica condizione per cui saliamo sul palco, se così non fosse resteremmo a casa, a riposarci, a recuperare tutte le energie, perché io faccio teatro tutti i giorni, ma Pino è in sala doppiaggio un giorno sì e l’altro pure: le mie solo incursioni in quel mondo, Insegno è…Insegno; per quanto nel doppiaggio sgobba anche la Draghetti».
La Premiata Ditta non si è mai sciolta. «Ci siamo presi un momento di pausa, lungo, non dico di no, perché ognuno seguisse altre strade artistiche personali, ma alla prima occasione torniamo a fare cose insieme: non è detto, per dirne una, che presto o tardi si possa pensare a uno spettacolo per celebrare un quarantennale o qualcosa di simile, anche se per arrivare ai nostri “primi quarant’anni” mi sa che manca più di qualche giorno, ma è un progetto che potrebbe impegnarci mentalmente già da subito: chi può dirlo?». Si volta, Ciufoli. Come se cercasse qualcuno che sia disposto a dirlo. Fine della chiacchierata. I colleghi sono tornati ad invocarlo. Spettacolo collaudato sì, ma provano ancora, mettono a punto gli ultimi dettagli, a distanza di un’ora si apre il sipario.