Papa Francesco al “Corriere della sera”

«Paesi africani non sono padroni del proprio sottosuolo: dipendono ancora dalle potenze colonialiste, così è un’ipocrisia risolvere il problema dei migranti in Europa», dice il Pontefice. «Se vogliamo porre fine a questo grave tema, aiutiamo la gente nel suo stesso Paese», aggiunge. «Il Governo italiano non può fare tanto senza l’accordo con l’Europa, che scarica le responsabilità sulle sole Italia, Cipro, Grecia e Spagna»

pope-5519251_960_720Il nuovo governo, la guerra e le armi vendute che alimentano il conflitto, i migranti e la posizione dell’Europa che lascerebbe «a Cipro, Grecia, Italia e Spagna la responsabilità di tutti coloro che arrivano sulle spiagge». Papa Francesco incontra la stampa, fa gli auguri al nuovo premier, Giorgia Meloni, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglia, la condanna dell’Iran ancora ostile al sesso femminile.

Il Pontefice interviene su più punti, tutti condivisibili. Alla Meloni, il ringraziamento per l’incoraggiamento: nelle sue parole saggezza e carità; la Russia e il conflitto in Ucraina: è terza guerra mondiale, quando gli imperi si indeboliscono hanno bisogno di fare guerra per sentirsi forti; sull’Iran: una società che cancella le donne dalla vita pubblica si impoverisce.

E poi, altro argomento che ci sta a cuore: i migranti. Sul Corriere della sera, come su altri quotidiani, pubblicano una bella conversazione con Papa Francesco. Gian Guido Vecchi, autore dell’intervista, introduce l’argomento: quattro navi al largo della Sicilia. A bordo centinaia di donne, bambini, uomini, in difficoltà. Non tutti possono sbarcare.

«MIGRANTI, VANNO ACCOLTI»

«Il principio è che i migranti vadano accolti, accompagnati, promossi e integrati – dice il Pontefice – e non si possono fare questi quattro passi, il lavoro con i migranti non riesce ad essere buono; ogni governo dell’Unione europea deve accordarsi sul numero di migranti può ricevere, diversamente sono solo quattro i Paesi che ricevono i migranti: Cipro, Grecia, Italia e Spagna, i più vicini per i migranti del mare, e la vita va salvata. Oggi il Mediterraneo è un cimitero, forse il più grande del mondo. “Hermanito”, un libro spagnolo, narra di un ragazzo africano che, seguendo le tracce del fratello, arriva in Spagna. Ha subito cinque schiavitù prima di imbarcarsi. Molta gente, racconta, viene portata di notte alle barche: se non vogliono salire, però, sparano loro e li lasciano sulla spiaggia. La schiavitù di quella gente, il rischio di morire in mare. La politica dei migranti va concordata fra tutti i Paesi. Non si può fare una politica senza consenso. E l’Unione europea su questo deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, Grecia, Italia e Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano sulle spiagge. La politica dei governi fino a questo momento è stata di salvare le vite, questo è vero».

pope-1248270_960_720«PIANI DI SVILUPPO»

«Credo che questo governo abbia la stessa politica – conclude Sua Santità – e abbia fatto già sbarcare i bambini, le mamme, i malati, da quello che ho sentito, almeno l’intenzione c’era. Ma l’Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa. La responsabilità è europea. E poi io vorrei citare un’altra responsabilità europea rispetto all’Africa. Una delle grandi donne statiste, Angela Merkel, ha detto che il problema dei migranti va risolto in Africa. Ma se pensiamo l’Africa con il motto “l’Africa va sfruttata”, è logico che la gente scappi da quello sfruttamento».

L’Europa deve cercare di fare dei piani di sviluppo in Africa. «Pensate che in Africa alcuni Paesi non sono padroni del proprio sottosuolo che ancora dipende dalle potenze colonialiste. È un’ipocrisia, risolvere il problema dei migranti in Europa: no, andiamo a risolverlo anche a casa loro. Lo sfruttamento della gente in Africa è terribile, per questa concezione. Il primo novembre ho avuto un incontro con studenti universitari dell’Africa, ma questi studenti hanno una capacità, una intelligenza, uno spirito critico, una voglia di andare avanti ma a volte non possono per la forza colonialista che ha l’Europa nei loro governi. Se noi vogliamo risolvere il problema dei migranti definitivamente, risolviamo i problemi dell’Africa, aiutiamo l’Africa».