Karim Khan, procuratore capo della Corte penale internazionale
La notizia è destinata a fare giurisprudenza in fatto di politica internazionale. Ne scrivono le agenzie di tutto il mondo, fra queste l’italiana Ansa. Questa l’accusa formulata: aver causato lo sterminio, usato la fame come metodo di guerra, la negazione degli aiuti umanitari, colpendo deliberatamente i civili durante il conflitto
Netanyahu e Sinwar criminali di guerra. Tanto tuonò, che piovve. Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan chiede di spiccare il mandato di arresto internazionale per Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, e per Yahya Sinwar, capo di Hamas. La notizia è di quelle che faranno giurisprudenza in fatto di politica internazionale, ma è quanto riportato le agenzie di tutto il mondo, a cominciare da quelle italiane, fra queste l’autorevole Ansa.
Il procurato ha rivelato questa sua forte, intransigente posizione, alla Cnn, in una intervista rilasciata all’anchorwoman Christiane Amanpour. L’accusa per i due uomini, al centro delle sanguinose ostilità al confine fra Israele e Palestina, è quella di «crimini di guerra e di crimini contro l’umanità».
Se c’è sempre una prima volta, questa è proprio la prima volta in cui la Corte penale internazionale si attiva perché venga spiccato un mandato di arresto per il leader di un Paese (Israele) alleato con gli Stati Uniti.
NON SOLO NETANYAHU
Non solo Netanyahu. La Corte sta considerando seriamente di provvedere a mandati d’arresto anche per Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, per Mohammed Deif, leader delle Brigate Al-Qassem, e per Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas. Le accuse, si diceva, sono pesanti come macigni.
Secondo il procuratore capo della Corte penale internazionale, l’accusa formulata è l’aver causato lo sterminio, usato la fame come metodo di guerra, la negazione degli aiuti umanitari, colpendo deliberatamente durante il conflitto i civili durante.
Non si è fatta attendere la risposta alla decisione assunta da parte della Corte penale internazionale. Secondo una fonte di Hamas, la CPI metterebbe «sullo stesso piano la vittima con il carnefice, provvedimento che non farà altro che incoraggiare la continuazione della guerra di sterminio».
KARIM KHAN, INTRANSIGENTE
La posizione intransigente di Karim Khan. «Ho convocato un gruppo imparziale – dice il procuratore capo della Corte penale internazionale – per sostenere l’esame delle prove e l’analisi legale in relazione a queste richieste di mandato d’arresto: il gruppo in questione è composto da esperti di diritto umanitario internazionale e diritto penale internazionale». «Questa analisi – prosegue Khan – di esperti indipendenti ha sostenuto e rafforzato le richieste presentate dal mio Ufficio».
«La scandalosa decisione del Procuratore Generale della Corte penale dell’Aja è un attacco frontale e senza riserve contro le vittime del 7 ottobre e i nostri 128 rapiti a Gaza – ha dichiarato Israel Katz, ministro degli Esteri israeliano – mentre gli assassini di i Hamas commettono crimini contro l’umanità contro i nostri fratelli e sorelle: una vergogna storica che sarà ricordata per sempre».I GIORNI