«Rispetto dei diritti umani»

«Una questione che per l’Italia era, è, e sarà irrinunciabile», sostiene il rappresentante del Viminale. Ospite di un incontro nella Basilica di San Martino a Martina Franca. Un meeting a sostegno del messaggio del papa in vista della Giornata mondiale della pace. La posizione

Il Ministro dell’Interno Marco Minniti, ospite della Basilica di San Martino a Martina Franca. «Il meeting è la risposta immediata al messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale della Pace», ha dichiarato il rettore della Basilica don Franco Semeraro, al quale si deve l’organizzazione tempestiva dell’evento. Introdotto da Luciano Violante e intervistato dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, fra gli interventi, previsto anche quello dell’arcivescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro. Tema centrale il trattamento dei migranti in Libia e l’accordo stretto tra i due governi.

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Si torna a parlare del rispetto dei diritti umani in Libia. Non sarebbe questione di oggi, visto che quel Paese non ha mai firmato la convenzione di Ginevra. Detto ciò, questa è una questione che per l’Italia era, è, e sarà irrinunciabile. E’ la posizione espressa anche in recenti occasioni dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Un tema sul quale l’Italia, parole sue, «sente l’assillo di agire». A proposito dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «Se l’Unhcr ha potuto visitare i centri in Libia – spiega Minniti – ed esistono una serie di attività in quel Paese, lo si deve anche all’impegno dell’Italia».

Diverse le iniziative italiane ed europee in corso per migliorare la situazione libica. «Se oggi l’Unhcr ha potuto visitare 28 dei 29 centri di accoglienza presenti in Libia, individuando oltre mille soggetti in condizioni di fragilità a cui potrà essere riconosciuta la protezione internazionale e la ricollocazione in Paesi Terzi, se l’Oim ha portato a termine dalla Libia oltre 9.353 rimpatri volontari assistiti verso i Paesi di origine, se c’è un piano italiano, già operativo, di aiuti umanitari coordinato con i sindaci libici, se la nostra cooperazione internazionale sta procedendo ad un bando per l’attività delle Ong in territorio libico, se a Berna i ministri dell’Interno dell’Europa e dell’Africa settentrionale, compresa la Libia, hanno firmato un documento di impegni sui diritti dei migranti e sul diritto alla protezione internazionale, lo si deve all’impegno, del nostro Paese e dell’Europa».

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L’alternativa non può essere rassegnarsi all’impossibilità di governare i flussi. «Ma neppure quella di consegnare ai trafficanti di esseri umani le chiavi delle democrazie europee: sconfiggere il traffico di essere umani e cancellare lo sfruttamento è l’unica strada possibile; farlo significa porre credibili condizioni per regolare legalmente la questione migratoria con l’apertura di corridoi umanitari come quello che ha già consentito di far arrivare in Italia mille profughi ed è già stato rinnovato per altri mille, e con ingressi legali concordati con i Paesi di provenienza».

La gestione dei flussi migratori, in vista del piano operativo 2018. «Si è proposto, in particolare – osserva il ministro Minniti – che il piano operativo 2018 abbia come oggetto la gestione complessiva dei flussi migratori del Mediterraneo Centrale, dal momento del soccorso in mare del migrante sino all’obiettivo finale del rimpatrio di coloro che non hanno diritto a permanere nel territorio europeo». 

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Il rimpatrio di irregolari nel corso del 2017 hanno registrato un +15,4%. Dall’inizio dell’anno al 5 novembre sono stati rintracciati in Italia 39.634 migranti irregolari, un più 15% rispetto all’analogo periodo del 2016, e ne sono stati allontanati (tra rimpatri e riammissioni nei paesi d’origine) 17.405, il 15,4% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Quanto alle espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato, ne sono state fatte 93 dall’inizio dell’anno, il 40% in più rispetto al 2016.

Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato da tempo una circolare alle questure con la quale si chiede di dare massimo impulso all’attività di rintraccio dei cittadini dei paesi terzi in posizione irregolare. Quanto ai Centri di permanenza per i rimpatri, le strutture che hanno sostituito i Cie, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha spiegato che ad oggi i Cpr operativi operativi sono cinque (Bari, Brindisi, Caltanissetta, Torino e Roma), mentre entro fine anno ne aprirà un sesto, a Potenza. Infine, sono state già individuate aree o strutture per attivarne altri 5 in altrettante regioni.