Per tre giorni la facciata del Castello aragonese di Taranto ha “ospitato” i Pink Floyd

Videomapping ispirato al leggendario chitarrista e ai suoi compagni. “3D Pink Floyd: dalle porte dell’alba al muro”, il titolo dell’installazione. Autori Hermes Mangialardo e Valentina Iacovelli, una produzione esclusiva per Medimex. Poi David, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright concedono il bis al MArTA

M’illumino di Gilmour. E non solo. Sere fa il Castello aragonese di Taranto ha offerto il suo affascinante profilo alle proiezioni di immagini e cartoon in movimento dei Pink Floyd per celebrare la formazione musicale più originale e più amata del pianeta.

Per tre giorni il videomapping ispirato ai Pink Floyd ha animato il Castello. “3D Pink Floyd: dalle porte dell’alba al muro”, è stato il titolo dell’installazione firmata da Hermes Mangialardo e a cura di Valentina Iacovelli, produzione Contempo in esclusiva per Medimex.

Bene ha fatto, dunque, il Medimex che ha promosso una serie di performance live, fra queste Nick Cave, inventandosi un Castello aragonese che per tre sere ha assunto i colori delle copertine dei dischi di Roger Waters (basso), Nick Mason (batteria) e Richard Wright (tastiere). Loro i fondatori, insieme con Syd Barrett, poco tempo dopo sostituito, prima provvisoriamente, poi a tempo pieno, da Gilmour, chitarrista e cantante della formazione più iconica di sempre. Quella di “The dark side of the moon”, appena meno di cinquanta milioni di copie vendute in tutto il mondo, album rimasto in classifica non sappiamo nemmeno quanti anni, considerando le generazioni che si sono avvicinate alle loro idee e ai loro suoni. Dopo il gruppo battezzato con due nomi dei più straordinari bluesman americani, nulla è stato come prima nella musica.

IMG-20220625-WA0148ANCHE IL MUSEO…

Non solo il Castello tinto coi colori dei Pinks. L’International festival & music conference promosso da Regione Puglia e realizzato da Puglia Sounds si è ripreso il suo posto al centro dell’estate, dopo il fermo di due anni di pandemia. Anche il museo archeologico nazionale MArTA di Taranto, con l’entusiastico benestare della direttrice Eva degl’Innocenti, ha aperto le sue sale ai Pink Floyd con una mostra a cura di Ono Arte Contemporanea, in anteprima nazionale, che ferma lo sguardo sul rapporto fra la band britannica e Studio Hipgnosis.

Fu proprio Studio Hipgnosis, grazie alle visioni di Storm Thorgerson e Aubrey Powell, a rendere visibile l’universo immaginifico dei Pink Floyd, realizzando alcune copertine di dischi poi passate alla storia. Loro la firma, per esempio, la mucca di “Atom heart mother”, come il prisma attraversato dalla luce di “Dark side of the moon”. A Taranto sono in esposizione cinquantacinque opere di grande formato, e pure i lavori preparatori che hanno portato alle copertine definitive.

E, ancora, non solo Pink Floyd. Nel Museo archelogico nazionale della Magna Grecia, spazio per altri lavori che Studio Hipgnosis ha realizzato per altri colossi della musica mondiale: Led Zeppelin, Peter Gabriel, Genesis e Rolling Stones. Il coronamento della celebrazione dei Pink Floyd, però, resta la declinazione artistica di Medimex, spintasi fino al Castello aragonese, sulla cui facciata è stata protagonista, si diceva, un’installazione visiva tridimensionale.