Salgono a sessantatré le vittime del naufragio sulle coste del Crotonese

Contestate le parole del ministro dell’Interno Piantedosi («La disperazione non giustifica i viaggi a rischio»). Rispondono le opposizioni. «C’è da inorridire alle sue parole», dichiara il Riccardo Magi; «Parole indegne», secondo Carlo Calenda; «Scandalose, un misto di cinismo e assenza di rispetto», dice Angelo Bonelli. Infine, la neosegretaria del Pd, Elly Schlein: «Quella di Crotone è un’altra strage che pesa sulle coscienze di chi impedisce i salvataggi in mare»

«La disperazione non giustifica i viaggi a rischio». Questa frase pronunciata da Matteo Piantedosi, napoletano, ministro dell’interno nel governo Meloni dall’ottobre dello scorso anno, lascia di stucco. Come a dire, con le debite proporzioni, rivolgendosi alle vittime delle Torri gemelle: «Ingiustificato lanciarsi nel vuoto per salvarsi la vita». La disperazione giustifica, invece, qualsiasi tentativo – anche il meno razionale – nel cercare altrove una vita che sia vita. Insomma, non è un bel segnale, tantomeno politicamente corretto lasciarsi andare ad una dichiarazione simile. Intanto, non avere rispetto delle vittime (sessantatré accertate nel momento in cui ci accingiamo a scrivere), non solo non è politicamente corretto, ma è inumano. Sarebbe, infatti, il caso di soffermarsi a pensare ai neonati, ai piccoli di due, tre anni, morti annegati: questi bambini non hanno avuto il tempo di rendersi conto di farsi un’idea sul valore della vita, figurarsi della disperazione.

Non sappiamo quali siano i risvolti delle indagini sulla vicenda, ma ci fermiamo intanto ai fatti e ad una delle considerazioni fatte a caldo da un rappresentante le istituzioni. Era di cinquantanove morti e ottanta superstiti in un primo momento il bilancio del naufragio di un caicco strapieno di migranti avvenuto all’alba a “Steccato” di Cutro (coste del Crotonese). Tra le vittime, molti bambini e donne.

 

PAKISTANI, AFGANI, TURCHI…

A bordo, come riportato dalle prime note dell’agenzia Ansa, pare ci fossero fra i centocinquanta e centottanta migranti (pakistani, afgani, turchi, somali). Il caicco, una imbarcazione di modeste dimensioni e di una tenuta inaffidabile specie per avventurarsi in mare aperto, si è spezzato in due a causa del mare agitatissimo.

«I migranti sono caduti in acqua a poco più di un centinaio di metri dalla riva, quando verosimilmente l’imbarcazione è finita contro uno scoglio a pelo d’acqua», secondo le prime testimonianze dei sopravvissuti.

«Quando siamo arrivati sul punto del naufragio – ha raccontato all’agenzia giornalistica italiana Laura De Paoli, medico che opera per la Fondazione Cisom Cavalieri di Malta – abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque così abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo di sette anni, purtroppo già morto». Intanto, un uomo di origine turca, sospettato di essere uno scafista è stato fermato. Proseguono nel frattempo, ancora con quel briciolo di speranza a cui è lecito aggrapparsi, le ricerche dei dispersi, mentre il numero delle vittime, si diceva, è salito a sessantatré.
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LA DISPERAZIONE

Del ministro Piantedosi abbiamo già detto. «La disperazione – in sintesi la sua dichiarazione – non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli; per evitare tragedie bisogna fermare le partenze lavorando con i Paesi di provenienza e chi entra in Italia lo deve fare attraverso i canali legali, non su barconi insicuri».

Non si è fatta attendere la risposta di opposizioni e ong: «Dal ministro uno schiaffo alle vittime». E chiedono che riferisca alle Camere sui soccorsi. «Serve un’Europa che, oltre a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta», scrive al Consiglio ed alla Commissione europea il premier Giorgia Meloni, mentre proprio da   Bruxelles arriva una prima doccia fredda: al momento sul tavolo non vi è alcuna proposta di una missione navale europea per il salvataggio dei migranti.

 

OPPOSIZIONI VS PIANTEDOSI

Piantedosi, reduce dalla visita a Crotone, ha dichiarato che «Tutto quello che si poteva fare per evitare il naufragio è stato fatto; le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza si sono attivate ma le condizioni del mare non hanno consentito l’intervento di salvataggio»; mentre dall’opposizione si alza un fuoco di sbarramento contro quello che viene visto come un tentativo di colpevolizzare le vittime.

«C’è da inorridire alle parole di Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi», dichiara il Riccardo Magi, segretario e deputato di Più Europa; «Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile», secondo il leader di Azione, Carlo Calenda. Non troppo distante da queste posizioni, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Si travalica il confine della decenza». Durissimo Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra: «Scandalose, un misto di cinismo e assenza di rispetto. Provo vergogna io per lui che le ha pronunciate». Gaetano Amato (M5S): «lCome ha potuto esprimersi così davanti a 60 morti tra cui 14 bambini?». Infine, la neosegretaria del Pd, Elly Schlein: «Quella di Crotone è un’altra strage che pesa sulle coscienze di chi pochi giorni fa ha approvato un decreto che impedisce i salvataggi in mare».