Carlo Pistarino, comico brillante degli Anni 80 e 90, consiglia
«Avrei potuto gestirmi meglio. Non ho un agente, vivo con la pensione da ferrotramviere. Dovevo essere meno altruista e più egoista. Ho bussato a qualche porta, ma mi sono accorto che rischiavo di essere scambiato per un questuante…»
«Ho provato a tornare a fare il mio lavoro, quello di comico, di autore: ho chiesto una mano a qualcuno, bussato porte; poi mi sono fermato, ho detto basta: non mi ero accorto che stavo diventando un questuante: sembrava che elemosinassi, quando invece chiedevo solo un’occasione per poter tornare a lavorare»
Carlo Pistarino, genovese, settantatré anni, genovese, volto noto di una tv facile, monologhi “mordi e fuggi”, ma che negli Ottanta e Novanta registrava ascolti esagerati. Il successo, ascesa e caduta hanno un nome, precisamente quello di due programmi dagli alti indici d’ascolto: “Drive in” e “Colorado”.

FERROTRAMVIERE, POI “DRIVE IN”
«Guidavo bus di linea a Genova – riporta Huffpost Italia che riprende una intervista rilasciata dal comico ligure a Repubblica – con “Drive in” una botta incredibile di popolarità. Ero molto legato a Gaspare e Zuzzurro, poi, arriva Colorado, ma da lì comincia, o meglio, finisce tutto. Fortuna che ho la pensione da ferrotramviere», dice Pistarino. Comico e autore, ‘50, Pistarino è uno dei simboli della tv commerciale.
Una tv che ha avuto un inventore, Silvio Berlusconi. «Veniva spesso negli studi: mai visto suggerire una parola a registi o autori. Nonostante di tv se ne intendesse, un tipo speciale».
Il patron era affascinato dalle belle ragazze. «Le belle ragazze piacciono a tutti: con la sola differenza che io sono felicemente sposato da mezzo secolo; ora che ci penso: anche lui era sposato, però a tratti».

AVVOLTO DALLA POPOLARITA’
“Drive In” e la popolarità. «La gente mi fermava in continuazione per una fotografia, o un autografo; fortuna che non esistevano ancora i selfie, altrimenti non sarei sopravvissuto. La popolarità che aveva dato Italia 1 a me e ai miei colleghi era un po’ come tsunami, andato a finire in un mondo pieno di privilegi. Ma non ne ho mai approfittato, ho preferito essere sempre me stesso: disponile con tutti, anche a costo di passare per ingenuo. C’erano, invece, colleghi che si lamentavano perché sui giornali non scrivevano abbastanza su di loro…».
Le amicizie nel mondo dello spettacolo. «Molto legato a Gaspare e Zuzzurro. Soprattutto ad Andrea Brambilla, persona elegante e molto colta: un fratello. Gli ho fatto spesso compagnia in ospedale; quando, purtroppo, se ne è andato è stato un dolore fortissimo che porto ancora dentro».
A un certo punto, Pistarino smette. Non lo chiamano più, non scrive più i suoi testi, allegri, spesso pungenti. «L’ultimo programma è stato Colorado. Non ho più un agente. Non nascondo di aver bussato porte, poi mi sono fermato: sarei passato per quello che chiede l’elemosina. Forse, e dico forse, avrei dovuto essere più furbo, più egoista. Oggi mi tengo stratta la pensione da ferrotramviere: con quella da comico non ce l’avrei fatta…».