Cittadina pugliese, incastonata nella Valle d’Itria

Non si contano foto e selfie fra strade e panorami mozzafiato, stradine fiorite, chiese e antichi palazzi. Fra i trulli, pareti imbiancate, in provincia di Bari, confina con Ostuni (Brindisi) e Martina Franca (Taranto). Qui hanno girato film Rubini, Salemme, Aldo, Giovanni e Giacomo. E poi, Dodi Battaglia, fra amici e fan dei Pooh

 

Puglia, Italia. Non c’è stagione che possa convincere un turista, chiunque si attrezzi per compiere lunghe camminate, in gruppo, o in coppia, per visitare “la regione più bella del mondo” dal suo interno. Bene, una delle nostre ultime mete, della quale abbiamo spesso scritto insieme ad altre bellissime, affascinanti cittadine, è Locorotondo.

Ci abbiamo girato intorno, scritto di bellezze mozzafiato, perfino approfondito sulla costruzione dei trulli, una volta considerati dai contadini come vano per custodire attrezzi, oppure abitazione povera, costruita su pietra bianca per evitare di pagare tasse salate fossero stati considerati abitazioni. Parliamo di duecento anni fa. Buttare giù e ricostruire un trullo, alla faccia degli esattori che prevedevano la demolizione del manufatto in caso di mancato pagamento delle gabelle richieste, non richiedeva molto tempo. Una volta buttato giù, andato via l’esattore che aveva fatto eseguire l’abbattimento, il contadino insieme a un mastro trullaro, in quattro e quattr’otto rimetteva in piedi casa.

 

 

CITTA’ BIANCA…

Dunque, Locorotondo, una delle città bianche più affascinanti della Puglia. Fra balconcini e vialetti imbiancati, questa cittadina è immersa nella Valle d’Itria, nota ai turisti, non solo italiani, come Terra dei Trulli.

Tranquillo borgo dalle tipiche case basse imbiancate a calce, Locorotondo sorge in cima a una collina che domina la Valle d’Itria. Bella, Locorotondo, a forma circolare e le stradine disposte in modo concentrico, come se lanciassimo un sasso nello stagno. Ecco spiegato l’origine del nome. Fra i borghi più belli d’Italia, questa cittadina fa parte di  quel gruppo di città bianche pugliesi delle quali fanno parte, fra le altre, Ostuni, Cisternino e Martina Franca.

Borgo in provincia di Bari è stato eletto il Regno dei balconcini fioriti. Suggestivo il modo in cui, questi, sbucano  da architetture barocche e dalla pietra locale, ma anche la città delle cummerse, abitazioni rettangolari con tetti spioventi realizzati in chiancarelle (“cum vertice” per la conformazione del tetto).

 

Dodi Battaglia a Locorotondo (foto Mario Maggi)

 

SET CINEMATOGRAFICO

Non solo borgo da visitare e nel quale fermarsi, Locorotondo è stato anche scelto come set cinematografico di film che hanno fatto la fortuna di produttori e attori: “Mio cognato” con Sergio Rubini, “Così è la vita” con Aldo, Giovanni e Giacomo e “Baciami piccina” con Vincenzo Salemme. E poi, big della musica legati al territorio. Un habitué è Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh. Legato da sempre alla Puglia, non perde occasione di fare un salto, quando può, proprio a Locorotondo. Qui, fra amici e fan, trascorre giornate serene staccando la spina da un enorme tour de force con la formazione più amata d’Italia. Con Roby Facchinetti e Red Canzian, estate da “tutto esaurito”.

Anche il centro storico di Locorotondo è un percorso fatto di stradine bianche che nascondono chiese antiche, palazzi barocchi e botteghe artigiane. Un borgo, per intenderci, dove il tempo sembra si sia fermato, tanto che i turisti colgono subito l’aspetto di una cittadina che con i suoi abitanti, vive ancora di antiche tradizioni.

Ogni angolo è una forte suggestione. Piazza Vittorio Emanuele, elegante salotto della Città vecchia. Oppure la terrazza panoramica da cui si apre una veduta straordinaria sulla Valle d’Itria, sullo sfondo Martina Franca e Cisternino. Non è caso che chiunque visiti Locorotondo, si faccia immortalare in foto del panorama, oppure risolvendo il desiderio di immortalarsi in un giorno così speciale con un bel selfie.

 

 

MONUMENTI E CHIESE…

La chiesa dedicata a San Giorgio, patrono della città, è la chiesa madre di Locorotondo. Costruita nel 1825, sorge dove in passato erano state erette altre due chiese dedicate allo stesso santo (la prima nel 1200, l’altra nel 1600). Al suo interno, scene bibliche su quarantadue riquadri, recuperati dalla precedente cappella cinquecentesca, e l’Ultima cena del pittore napoletano Gennaro Maldarelli. Altro dipinto imperdibile: la Madonna del Rosario, incorniciato da 15 ovali raffiguranti i misteri, firmato da Francesco De Mauro. Fra le altre chiese, San Nicola e quelle della Madonna della Greca e della Madonna della Catena.

Da ammirare, infine, Palazzo Morelli, un esempio dell’architettura barocca di Locorotondo. Un portale d’ingresso, contornato da un’arcata in pietra, arricchita da volute e foglie di acanto mentre al centro spicca una maschera benaugurale con lo stemma nobiliare della famiglia Morelli.

Infine, ma non ultima suggestione: la Torre dell’Orologio. Risale al XVIII. Anticamente adibita a sede universitaria, oggi la Torre ospita l’Archivio Storico della città e il Centro di Documentazione Archeologica sull’Insediamento Neolitico Grofoleo (l’orologio un tempo adornava il campanile della Chiesa Madre di San Giorgio).