Auguri a tutte le mamme del mondo
Adorata mamma,
so che non sono il figlio che avresti desiderato e, sono certo, non ti ho mai detto neanche che ti voglio un sacco di bene.
Anzi, no. Non ti voglio bene!
E’ una cosa diversa dal voler bene, perché puoi voler bene ad una persona altra ma la mamma è un’altra cosa.
E neanche ti amo, perché l’amore è un sentimento altro, è un’altra cosa.
Non so descrivere l’imprescindibilità della tua figura e della tua presenza racchiudendola in una parola: anche se mi vedi sempre scrivere o leggere, questa cosa non la so fare!
Non trovo le parole e non mi voglio nascondere dietro un racconto.
Semplicemente, non so come si dice, come si scrive, una “cosa” che porti dentro da sempre e dalla quale non ti separerai mai e della quale non puoi fare almeno.
Come scrissi in occasione della festa del papà su San Giuseppe, neanche Maria se la passava tanto bene dovendo gestire un bambino che si chiamava Gesù!
Con tutti i dovuti distinguo e lungi da ogni eresia o blasfemia, lo so che anche io sono stato “irrequieto” e che di problemi ne ho dati e creati parecchi nei miei quasi 50 anni.
E continuo, nonostante i consigli quotidiani: ma la colpa se non è tua e neanche mia, si può addebitare solo all’ostetrica e al ginecologo che qualcosa hanno sbagliato al momento del parto! Anche perché papà è un santo uomo e, sicuramente, non è colpa sua.
Ma il paragone (non oserei mai!), non è fra me e Gesù ma, piuttosto, fra te e Maria non fosse altro che per la capacità di sopportazione di dispiaceri, dolori, angoscia provocata dai figli.
Neanche tu, però, sei assimilabile a Maria!
Non penso che Maria abbia mai rotto cucchiaia di legno o lanciato zoccoli a Gesù provocando anche parecchio dolore fisico e lasciando segni che ancora oggi sono testimonianza!
Per l’amor di Dio (giusto per restare in tema), tutto meritato, come dire, guadagnato sul campo.
E sono colpi che ancora oggi non risparmi: la mira lascia a desiderare ma è anche colpa dell’età!
Vedi, nonostante tutto quello che fai ogni giorno per me e quello che di immateriale mi dai ogni giorno, non so neanche se ti voglio bene perché, dirti ti voglio bene mi sembra così riduttivo e insignificante, “massificante” (e qualche giorno fa mi hai chiesto che significa perché leggi anche le cose che scrivo), che no te lo dico.
Tu sei mia madre e, in quanto tale, al di fuori da qualsiasi cosa catalogabile.
Non perché mi hai messo al mondo!
Quando troverò una parola che abbia un significato che vada oltre “ti voglio bene”, te la dirò.