Meglio godersi l’estate, dicono in molti
A spasso fra gli organi di informazione che riprendono una provocazione di Massimo Giletti (La7). Sul Sole 24 Ore, Il Giornale, Libero e il portale Today, le dichiarazioni di imprenditori e le risposte dei candidati. «Mi tengo stretto l’assegno mensile, piuttosto lavoro in nero…». E un certo tipo di assistenzialismo crea una voragine tra domanda e offerta
Quando il palinsesto scarseggia, la redazione fa ricorso all’usato sicuro. Uno dei cavalli di battaglia è il Reddito di cittadinanza, tema trasversale, che interessa tanto quanti stanno a sinistra e non hanno del tutto condiviso la misura invocata e sostenuta dal Movimento 5 Stelle; quanto a destra, dove il “reddito di base” e, dunque, l’erogazione a pioggia di un minimo garantito, non ha mai convinto. Così, l’altro giorno, Massimo Giletti – simpatico o antipatico, ma sicuramente uno che conosce il mestiere e il sistema di fare ascolti – rilancia il tema dei temi: il Reddito di cittadinanza. Dalla sua ultima inchiesta, provocatoria, evidentemente, scaturisce una domanda e, in allegato, una risposta. “Lavorare? No, grazie, preferisco il reddito di cittadinanza”.
Nulla di cui stupirsi, anche se mette in evidenza una delle principali cause del fallimento del Reddito. La misura targata Movimento 5 Stelle, scrive Luca Sablone sul Giornale, avrebbe dovuto fare da spinta verso l’occupazione, ma in molti casi si è rivelata essere un vero e proprio disincentivo al lavoro.
E, infatti, a proposito di Giletti, come scrivevamo, la conferma viene dall’ultimo servizio di “Non è l’arena” andato in onda su La7 e all’interno del quale due percettori del rdc hanno rifiutato un contratto di lavoro per tenersi stretto il “sussidio”.
DISPONIBILITA’, MA IN NERO
«Spesso riusciamo a trovare la figura giusta ma quando chiediamo di portare i documenti per regolarizzare il contratto rispondono: no, grazie, abbiamo il Reddito di cittadinanza e non vogliamo perderlo: se vuole possiamo lavorare in nero». Sicindustria – riprende il portale Today – l’associazione di imprese della Sicilia che aderisce a Confindustria, sul Sole 24 Ore ha lanciato un grido d’allarme per l’occupazione dell’Isola. Secondo l’associazione le piccole e medie imprese faticano a trovare personale perché gli aspiranti lavoratori non vogliono rinunciare al reddito di cittadinanza. Non solo, manifestano disponibilità solo “in nero”: reddito, più salario più o meno pieno.
Torniamo a Sablone. L’imprenditore Valerio Laino – scrive il giornalista – da mesi ha messo annunci e sparso la voce, ma il risultato è sempre lo stesso: arriva una lunga serie di “no” da chi ha già un’entrata economica grazie al Reddito di cittadinanza. Così l’inviato Marco Agostini lo ha accompagnato a svolgere dei colloqui per l’assunzione di nuovi dipendenti: un posto da banchista, un contratto di terzo livello per 6 ore e 40 con una busta paga da 1.300/1.500 euro.
Il primo “candidato”, dopo essere venuto a conoscenza delle condizioni e degli aspetti del contratto, mette subito le cose in chiaro. «Ci sarebbe solo una cosa però, magari rimane tra me e lei… Se possibile non mi fa un contratto perché io già percepisco il reddito di cittadinanza». Il desiderio sarebbe dunque quello di un lavoro in nero così da non farsi mancare il sussidio grillino da 730 euro. «È un rischio stare in nero ma meglio così», aggiunge senza problemi.
La sostanza non cambia con un altro soggetto, già in passato candidato a lavorare nell’attività dello stesso Laino. L’interlocutore si dice disponibile, ma mette le mani avanti e fa sapere di percepire già il reddito di cittadinanza: «Facendo un contratto non… mi capisce?». «Questo lavoro potrei farlo – manifesta quasi magnanimo il “redditato” – se ci mettiamo d’accordo diversamente sì: resta il fatto, però, che al momento non lascio il reddito».
NUMERI IMPRESSIONANTI
Il quotidiano Libero parla di numeri drammatici circa la platea di beneficiari del Reddito di cittadinanza che non vuole saperne di accettare un lavoro. I Centri pubblici per l’impiego della provincia di Napoli, per esempio, hanno incassato risposte negative in molti casi. Nel 90% dei casi, i posti offerti agli assistiti sarebbero rimasti vacanti. Senza dimenticare l’enorme mole di truffe in tutta Italia, con i furbetti che incassano soldi pur non possedendo i requisiti necessari.
Anche per questa motivazione è tornato ad accendersi il dibattito sulla misura a firma del Movimento 5 Stelle. Le iniziative politiche non mancano. Italia Viva dal 15 giugno avvierà una raccolta firme per arrivare all’abolizione. Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, va giù dura: il reddito di cittadinanza, sostiene, «mortifica il merito e le competenze» e perciò propone di sospenderlo per la stagione estiva reintroducendo i voucher. «Questa cultura assistenzialista – completa la senatrice – penalizza anche gli imprenditori che non trovano più personale».
Alla fine, la riflessione degli imprenditori, ci ritroviamo in una situazione paradossale: esiste una ricerca di gente da contrattualizzare a tempo determinato, ma anche quest’anno le imprese stanno registrando grandi difficoltà a trovare gente che voglia lavorare. Si parla di numerosi colloqui per inserire in organico gente da poter far lavorare nei locali, ma la risposta è sempre la stessa: meglio il Reddito di cittadinanza e godersi l’estate. Detto che il reddito, in un momento di grande crisi sta aiutando tanta gente, un certo tipo di assistenzialismo ha creato una voragine tra la domanda e l’offerta».