La vita vince. Nonostante tutto
Quando saranno più grandi forse scopriranno che hanno rischiato la vita ancor prima di nascere e magari, i piccoli ospiti del CAS di Bitonto, rimarranno stupiti, pensando e guardando le loro storie come un passato che, fortunatamente, non c’è più.
È il regalo che vorremmo fare a questi splendidi bambini, nati qualche giorno fa in Italia oppure arrivati su queste coste in tenerissima età.
Come Brithness che a soli 15 giorni di vita ha attraversato il mediterraneo partendo dalla Libia. Oppure come Efraim che di anni ne ha solo uno. Viaggi lunghi, lunghissimi: Brithness arriva dal Camerun, Efraim dalla Costa d’Avorio.
E poi ci sono Favour, nato il 5 giugno, e Alexandra venuta al mondo il 12 giugno: sono nati qui in Italia, trasportati su un gommone nel grembo materno.
Ma le storie belle non sono solo quattro: lo stesso viaggio è toccato ad altri cinque bambini che nasceranno tra poco, alcuni già nei prossimi giorni e altri il prossimo settembre.
Senza saperlo e certamente senza volerlo, hanno combattuto contro la morte per dare un futuro alla vita: perché la vita, spesso, vince. Grazie al sacrificio di madri coraggiose. È forse l’unico messaggio che credo si possa cogliere dall’esperienza di queste donne capaci di pensare a un futuro possibile per quei figli, appena nati o in procinto di farlo.
E a noi, messi di fronte a tanta vita che è venuta o sta per venire al mondo non resta che la speranza di poter donare loro un mondo nel quale i bambini e le donne non muoiano in mare e non siano vittime di violenze, traffici di carne umana, guerre. Un pianeta in cui non si sentano costrette, per salvarsi, a lasciare il proprio Paese. Un mondo in cui la vita possa continuare a vincere grazie ai figli e alle loro scelte. Perché come diceva Kahlil Gibran «I vostri figli non sono figli vostri: sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa».