Enzo Risolvo, operatore culturale

«Sono nato nel Borgo antico. Con le scuole ho istruito le prime “mini guide”, scritto un dizionario con più di ventitremila vocaboli. L’importanza di De Vincetiis e Gigante, ma anche del grande Giacinto Peluso»

Enzo Risolvo, operatore culturale, autore di numerosi libri sulle bellezze della Città vecchia, prima guida fra i vicoli dell’Isola, in queste settimane ha pubblicato un dizionario sulla lingua tarantina. Il dialetto è stato più volte oggetto di sue pubblicazioni, ma il vocabolario ha richiesto un impegno di più di sei ani. Di questo e altro discorriamo in questo breve incontro.

“Sono nato in città vecchia, vico Zippero, lo dico con orgoglio. A metà degli Anni 90, invece, mi sono allontanato, andando ad abitare al quartiere Tamburi, anche se l’amore immenso per quello che molti chiamano Borgo antico, è rimasto tutto.

In Città vecchia, non lo nascondo, ho vissuto la povertà, il periodo in cui alle famiglie bisognose si donava il pacco-viveri. Da piccolo vedevo in questo gesto una sorta di umiliazione, tanto che è proprio da lì mi è scattato qualcosa dentro: grande affetto e orgoglio nel rivedere riqualificati i palazzi della Città vecchia, ma permettetemi, grande amore per la gente che ha abitato e abita quei luoghi. Da quel momento ho visto il mio impegno sotto l’aspetto sociale, dunque continui contatti con i residenti, relazioni con parrocchie e associazioni, centri sociali, suore, parroci, confraternite, soprattutto con la scuola. Con tutte le scuole svolgo attività culturali, con quelle del Borgo antico anche attività sociale. E lì, quella povertà subita da piccolo, esiste ancora”.ENZO RISOLVO copertina definitivaUn invito forte il suo: prima conoscete la Città vecchia, poi parlatene.

“Quando i ragazzi della Città vecchia una volta superavano il Ponte girevole per affacciarsi al Borgo, venivano apostrofati come “cozzari”. Quasi fosse un’operazione di ghettizzazione del residente, che alla fine penalizza sì l’“isolano”, ma anche il resto della Città, perché Taranto alla fine è una sola. Ecco perché prima di apostrofare qualcuno è bene rendersi conto del suo vissuto”.

La sua associazione culturale “Taranto centro storico”, i turisti e la “sua” Città vecchia.

“Ho iniziato a fare visite guidate negli Anni 80, quando ancora nessuno accompagnava i visitatori a riscoprire le bellezze di una Taranto che ha numerosi tesori nascosti proprio in quel suo angolo. Questo fino a quando con la scuola “Galilei”, nella persona del suo dirigente scolastico, Gennaro Esposito, e alcuni insegnanti, abbiamo pensato a un laboratorio per preparare degli studenti giovanissimi come “mini guide”, che a loro volta accompagnassero coetanei di altre scuole cittadine alla scoperta delle bellezze della Città vecchia. Il destino ha poi voluto che molti di questi alunni, una volta diventati grandi, si iscrivessero all’istituto “Cabrini” e frequentassero corsi professionali per guide. Tornando all’associazione della quale oggi si occupa mia figlia: mediamente nella Taranto antica ogni anno vengono accompagnati dai tredicimila ai quindicimila visitatori”.
ENZO RISOLVO articolo 02Cosa ricorda di quella esperienza in veste di “istruttore”?

“Una cosa per certi versi dolorosa, molte delle scuole che avevano manifestato interesse nel far visitare la Città vecchia ai loro alunni, si presentavano con elenchi depennati: i genitori dei ragazzi non volevano che i loro figli entrassero nel Borgo antico; fine degli Anni 80, inizio dei 90, Taranto registrava conflitti sanguinosi da parte della malavita per il controllo del territorio, dunque comprendevamo anche certe scelte.

Oggi viviamo un’altra realtà, esistono centinaia di guide che accompagnano turisti affascinati dalle bellezze della Città vecchia; l’Isola accoglie ormai da anni la sede universitaria, nel periodo primaverile ogni giorno sono migliaia gli studenti che circolano per le strade della Taranto antica. Diciamo, con orgoglio, che quel nostro lavoro ha rappresentato il primo mattone nel recupero di una storia che diversamente ci sarebbe sfuggita di mano. Non ho mai smesso di coltivare corsi per “mini guide”, tant’è che in collaborazione con le scuole della Città vecchia nel periodo natalizio e in quello pasquale, gli alunni accompagnano coetanei e gente incuriosita da questa singolare modalità, a riscoprire le bellezze di un tempo”.

Infine, Risolvo, sei anni e mezzo per realizzare un dizionario di tarantino pubblicato con la “Scorpione Editrice”.

“Un’esperienza straordinaria, come può essere uno studio che alla fine ha condotto alla stesura definitiva – fino al prossimo aggiornamento – di 23.150 vocaboli, per 1.400 pagine, forse 1.200 se l’editore Piero Massafra, intendesse ridurre i caratteri di stampa; ho consultato il De Vincentiis e il Gigante, approfondendo lo studio con i dizionari siciliani, campani, toscani, perché esistono altri vocaboli che con il tempo i tarantini hanno fatto propri. Fra gli studi, mi piace segnalare quelli svolti su Giacinto Peluso, che andrebbe riscoperto: a lui va riconosciuto il grande impegno nell’aver qualificato la tradizione tarantina”.