Roby Facchinetti, dalle canzoni al primo libro
Una diretta su Facebook è l’occasione per risentirsi. In attesa, Covid permettendo, di tornare fra gli amici e raccontarlo di persona. Copie autografate per i lettori. E poi, la nostra regione. «E’ la mia seconda casa». Una pioggia di foto, una masseria a un fiato da Martina Franca e il suo commento: «Che posto! Da restare senza fiato, arrivooo!». «Burrata, fave e cicoria, consideratemi già lì»
Roby Facchinetti e la Puglia. Un amore sviscerato. L’artista, diplomatico, prova a non si sbilanciarsi più di tanto, i Pooh devono il successo planetario a un “popolo” esagerato che non conosce latitudini. Alla fine, però, ammette: “Considero questa regione come la mia seconda casa». Di recente ci aveva anche confessato un peccato di gola, il pranzo perfetto, «Burrata, fave e foglie, possibilmente in quantità industriale…». E non solo, in quel momento, alla sua telefonata rispondo con una pioggia di foto. Il soggetto è una gran bella masseria, “Don Cataldo”, decine e decine di ettari, location mozzafiato nel cuore della Valle d’Itria, un fiato da Martina Franca. Restaurata e arredata con classe, ha rispetto dell’esistente e, soprattutto, degli animali che vivono indisturbati in ogni angolo. Qui, cavalli, mucche, lepri, galli, galline, oche, circolano indisturbati. Completano un quadro d’altri tempi. «Che posto! Da restare senza fiato, arrivooo!», digita entusiasta Facchinetti. «Affare fatto», risponde il direttore di questo posto incantevole, dove urla e clacson non si sa cosa siano.
L’occasione che ci mette daccapo in contatto con uno dei fondatori dei Pooh, voce di decine e decine di successi, è la presentazione via social del suo primo libro, un vero debutto, come a dire che gli esami non finiscono mai: “Katy per sempre”. Pubblicato da Sperling e Kupfer, duecento pagine di un romanzo. Una sedicenne, Rita, scopre “Piccola Katy”, vi si riconosce al punto tale che da quel momento adotterà quel nome per tutta la vita, per sempre.
«A novembre dovevo girare le librerie italiane per presentare il mio primo romanzo, “Katy per sempre”, ma il secondo decreto ministeriale ha posto un freno a un progetto di fatto solo rinviato. Poi la scomparsa di Stefano D’Orazio, un fratello, qualcosa che mi ha completamente devastato: non era il caso di pensare a programmare giri librari con il cuore a pezzi».
FACCHINETTI, UN LIBRO, UN SOCIAL
Nel frattempo, Facchinetti incontra gli amici di tre generazioni attraverso il social più collaudato: Facebook. Dunque, diretta con lo store Mondadori di via De Cesare a Taranto e via con la presentazione del suo debutto in veste di scrittore. Tastierista, autore e interprete celebrato, è stato per cinquant’anni con i Pooh, ma mai avrebbe pensato di realizzare un’opera di duecento pagine. E, invece, è accaduto. Dodicimila visualizzazioni, millecento commenti durante la diretta, trentacinquemila post. Un’apoteosi, secondo il direttore dello store tarantino, Carmine Fucci.
Dunque, i Pooh, centinaia di canzoni, successi che hanno fatto cantare almeno tre generazioni. Con Facchinetti, negli anni, hanno scritto per la “banda nel vento”, gli stessi compagni di viaggio: Valerio Negrini, Dodi Battaglia, Red Canzian e Stefano D’Orazio. «Solo pochi giorni fa – ha detto Facchinetti riferendosi alla scomparsa di quest’ultimo, il grande batterista dei Pooh – ho ripreso a fare cose bruscamente interrotte da questa mazzata tremenda».
Una modalità singolare, quasi un debutto “social”. «Mi è sembrata una buona cosa, propedeutica per quello che resta il mio obiettivo principale: riabbracciare i tanti amici dei Pooh con una serie di presentazioni alla prima occasione; quando quella sciagura chiamata Covid sarà definitivamente debellata: un incubo vissuto sulla mia pelle, con la mia Bergamo devastata dal dolore e dalla scomparsa di concittadini, conoscenti, amici, qualcosa di davvero tremendo».
Riflessione dovuta. Il libro, intanto, è già fra i più venduti, nello store tarantino è arrivata una cinquantina di copie autografate dallo stesso musicista già esaurite. Ma c’è ancora una bella scorta. Per Natale il regalo è garantito. Dunque, il libro, strumento inusuale per Facchinetti. «Avevo voglia di misurarmi con la scrittura – così spiega l’artista la sua scelta – vedere fino in fondo se avessi imparato a raccontare con tempi evidentemente diversi una storia; doveva esserci una scintilla, però, e questa è arrivata sul filo di lana: ultimo concerto dei Pooh, Casalecchio di Reno, 30 dicembre del 2016; frastornato da una marea di sentimenti, mi raccolgo in camerino solo con i miei pensieri: accendo il cellulare, decine di messaggi, un’emozione dietro l’altra; fra questi, uno in particolare…».
CHE ROMANZO LA VITA…
E qui comincia il racconto. «“Caro Roby – riprende Facchinetti – questa sera tutto è finito, anche la mia vita con voi, quella che conosci e potrai raccontare, se vuoi, Katy”. Lei, una fan dei Pooh. A sedici anni aveva scoperto la nostra musica senza più abbandonarla. Era partita da “Piccola Katy”, canzone nella quale si era riconosciuta al punto tale da assumerne il nome: la sua vita, a tratti felice, a tratti sofferta, aveva avuto una compagna fedele: la musica dei Pooh che, mi confessò, l’aveva salvata».
Le canzoni dei Pooh a braccetto con il carattere di Katy. «Una vita fatta di scoperte, amori, delusioni, momenti felici e cadute dalle quali poi riprendersi con più forza; la sua è una delle storie di ragazze e ragazzi che volevano cambiare il mondo e spesso si identificavano con le canzoni, italiane e straniere, che circolavano dall’inizio della storia, cioè dal ’68 in poi, anno di rivoluzioni e proteste; una ragazza sedicenne, una fuga-non-fuga di casa, un continuo confronto con amici e passioni. E, in tutto questo, le nostre canzoni a fare da cornice…».
Valerio Negrini diceva che i Pooh avevano ormai scritto tutto sull’amore, ma la canzone più bella, forse, sarebbe potuta ancora arrivare ancora da un momento all’altro. «Valerio era un grande – spiega Roby – senza lui non ci sarebbero stati i Pooh, senza le sue poesie non ci sarebbero state emozioni trasmesse, con la mia musica se vuoi, in questi cinquant’anni; anche Stefano è stato una grande scoperta: l’uomo lo hanno conosciuto in tanti, ma come autore, non solo di testi, ma anche di libri, è stato uno straordinario interprete di grandi sentimenti, basta prendere alcune delle sue canzoni: con lui avevo in piedi un progetto che presto tirerò fuori. Ma adesso, in un’altalena di emozioni, c’è lei, Katy: Rita, una ragazza più che adolescente, che un giorno ascoltò una canzone “rivoluzionaria” dei Pooh, scegliendo di cambiarsi nome, perché fosse Katy per sempre».