Jacopo Tissi, etoile a Mosca
Quanto sta accadendo in Ucraina fa porre domande. Ma l’arte prende le distanze dalla politica. In attesa di conoscere gli sviluppi del conflitto e delle trattative di pace sulla strada Russia-Ucraina, ecco la parabola del successo dell’erede di Roberto Bolle. Corriere della sera, Repubblica e la Gazzetta dello sport elogiano le sue evoluzioni
«Dico ai genitori che dubitano: abbattiamo le barriere, un figlio che sceglie l’arte, trova un mestiere speciale, dategli fiducia; i ragazzi che non hanno la fortuna di avere il sostegno dei genitori, devono credere ancora di più in sé stessi e cercare il supporto di parenti e amici. Il cammino è lungo». Così, Jacopo Tissi, italiano, etoile del Bolshoi, al Corriere della sera, per spiegare quanto sia complicato farsi strada nel mondo della danza classica, in apparenze tutta applausi e lustrini. E invece, minimo duecento rappresentazioni l’anno. Dovesse mollare, anche in un momento così critico – inutile nascondersi che la guerra sferrata dalla Russia contro l’Ucraina fa porre al grande ballerino più di una domanda – ce ne sarebbero dieci, cento, disposti a prendere il suo posto, a qualsiasi costo. Anche a costo di ulteriori sacrifici.
Per Jacopo bellezza e presenza non sono sufficienti per diventare una étoile. Occorre essere un vero atleta, prosegue Corsera, e, allo stesso tempo, anche un grande artista, perché la danza è un mix in cui il corpo e la perfezione del movimento sono al servizio dell’arte.
Jacopo Tissi è considerato l’erede di Roberto Bolle, simile a lui per bravura e aspetto fisico che lo rendono perfetto nel ruolo del Principe, una delle figure più ricorrenti in gran parte dei balletti. La sua avventura di étoile di uno dei teatri più importanti al mondo, il Bolshoi di Mosca, era cominciata a gennaio.
LA BELLEZZA NON BASTA
In numerose interviste Tissi ha ripetuto che «anche se aiuta, la bellezza non è nulla nella danza se non ci sono anche l’ostinazione, la perseveranza e la dedizione totale a questa disciplina: fondamentale deve essere la costanza negli allenamenti e nelle prove». Tissi, al Bolshoi, si è esibito di recente nella “Raymonda” e ne “Il lago dei Cigni”, balletto grazie al quale ha cominciato ad appassionarsi alla danza.
La folgorazione a soli cinque anni. Mentre guarda in tv “Il Lago dei Cigni”, Jacopo ha come una folgorazione. Chiede ai genitori di seguire delle lezioni di danza. La sua famiglia asseconda le sue richieste, lo sostiene, lo incoraggia. Quando il direttore del Bolshoi, a fine dicembre, al termine dello “Schiaccianoci” in cui Jacopo ha interpretato, nemmeno a dirlo, il Principe, ha annunciato che lo avevano eletto a furor di popolo l’étoile del teatro moscovita, i genitori del ballerino italiano erano lì con lui. «Non ti sei mai accontentato – ha ripreso il Corriere della Sera facendo sintesi di una dichiarazione della mamma di Jacopo – delle situazioni comode e hai scelto la strada più difficile: questa la ricompensa che meriti».
Jacopo ha poi dichiarato al “Corriere” quanto sia importante il sostegno della famiglia. «Papà, mamme, non fatevi assalire da dubbi: un figlio che sceglie l’arte trova un mestiere speciale, dategli fiducia». E, ancora: «I ragazzi che non hanno la fortuna di avere il sostegno dei genitori, devono credere di più in se stessi e cercare il supporto di parenti e amici, perché il cammino non è semplice: è lungo».
A UNDICI ANNI ALLA “SCALA”
La sua biografia spiega il percorso intrapreso dal ballerino italiano. Tissi ha preso le prime lezioni da bambino in una scuola di danza privata della sua città, Landriano, in provincia di Pavia, dove è nato nel ‘95. A undici anni è entrato nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala dove nel 2014 si è diplomato con lode. L’anno dopo ha danzato al Vienna State Ballet, diretto da Manuel Legris (che ora dirige la Scala), poi nel 2015-2016 è tornato a Milano, diretto da Makhar Vaziev che nel 2016 lo ha poi portato con sé nella compagnia del Bolshoi, primo italiano a essere scelto per il teatro russo. A Mosca, in pochissimo tempo, Jacopo Tissi è stato promosso da ballerino aggiunto a primo ballerino e poi ha raggiunto il grado più alto, quello di étoile.
La vita di Jacopo Tissi è stata finora scandita da lezioni di danza al mattino con il suo coach personale Alexander Vetrov , poi tante ore di prove per preparare gli spettacoli, che al Bolshoi sono numerosissimi, si balla per duecento giorni l’anno. Anche dopo la fine delle prove, Jacopo restava in sala per perfezionare passi e combinazioni o ripassare la coreografia, lavorare su qualche parte del balletto e studiare il personaggio e farlo proprio. E al di fuori della sala prove studia i personaggi riguardando i balletti del passato e come sono stati interpretati dai più grandi ballerini della storia della danza, poi, ovviamente, cerca di aggiungere qualcosa di suo. Infatti, come ha detto in una intervista a Repubblica, «più che bello e bravo, danzando devi essere speciale. Il che non vuol dire perfetto. Bisogna essere qualcuno che colpisce e resta».
E il lavoro in palestra. Fondamentale anche quello, almeno due giorni a settimana, e i risultati, sul suo fisico di un metro e novanta centimetri di altezza si vedono tutti.
IL RUSSO IN PUNTA DI PIEDI
Pendolare per otto anni Jacopo si è mosso tra Landriano e Milano. Niente in confronto a quello che ha dovuto fare quando a venti anni è arrivato a Mosca. Inizio non semplice. Ambientarsi a un inverno particolarmente freddo che noi italiani non possiamo nemmeno immaginare, e abituarsi a un cibo completamente diverso dal nostro, non è stato semplice. Tutto è cambiato, in meglio, non appena ha imparato a parlare russo. Perfettamente integrato a Mosca, Tissi oggi ha tantissimi fan che lo chiamano Jasha perché, dice, «Jacopo? Troppo difficile da pronunciare per un russo». Lì, in Russia, non tutti lo sanno: i ballerini sono delle star al pari dei più grandi atleti e hanno i loro tifosi, esperti di balletto, li seguono e vanno a vederli ovunque ci sia una rappresentazione.
Un elemento su Jacopo ce lo dà ancora un altro quotidiano, sportivo. La Gazzetta dello sport, la voce più autorevole in fatto di calcio e “altri mondi” (pagine che hanno avuto un certo successo fra i lettori della Rosea). Qual è la notizia. Bene, a fare compagnia alla popolare etoile c’è Leo, un volpino, arrivato nella primavera di due anni fa, dopo che Tissi aveva perso Jedy, la cagnolina che gli aveva fatto compagnia per anni.
Nel frattempo Tissi è diventato anche una star del web. Durante la quarantena ha mostrato ai suoi follower la sua giornata-tipo. che Comincia con un caffè, per proseguire con tante flessioni, esercizi alla sbarra, pasti sani ed equilibrati che si sa preparare da solo e relax con qualche lettura. Questo è, oggi, Jacopo Tissi, italiano, stella del firmamento russo che oggi deve vedersela nel rispondere, quando può, a domande a volte anche fuori luogo. Di questo, sempre in questi spazi, ne abbiamo già scritto. Guerra bocciata a prescindere, oggi uno spargimento di sangue, in nome di qualsiasi fede, non solo politica, non solo è fuori luogo, ma è fuori dal tempo.