«La Gioconda è di Michelangelo, I Promessi sposi di Boccaccio»
Scivoloni a non finire in un sondaggio riportato da “Liberiamo”. I nostri connazionali leggono poco. E quel che è peggio, studiano meno. Mentre i ragazzi arrivati dall’Africa provano subito ad imparare la lingua, gli usi e la storia dei Paesi che li ospitano.
«Per andare in Città vecchia, prendi corso Umberto, una volta arrivato al Ponte girevole, lo superi e ti trovi proprio lì…». Uno dei nostri ragazzi, Ayo, nigeriano, interpellato da un signore con zainetto, forse per testare la sua conoscenza dell’italiano o della città. E lui, senza scomporsi, fornisce le indicazioni, come se fosse a Taranto da più di qualche anno. Fornisce le indicazioni in un italiano quasi perfetto, se non fosse per quell’accento tipico di chi comunque si sta applicando. Ma a noi sta bene così, Ayo, un sorriso da fare invidia anche ad un testimonial del più noto dentifricio sbiancante, con quel turista ha fatto un figurone.
Breve premessa per introdurre un argomento che ci sta a cuore. Mentre i ragazzi che vengono dall’Africa, fuggono da persecuzioni politiche, religiose e, perché no, dalla fame, studiano, i nostri connazionali al cospetto anche di chi sta da poco nel nostro Paese, non fanno una buona figura in fatto di conoscenza. Nessuna reprimenda, sia chiaro, ma una delle ultime inchieste sulla conoscenza o, meglio ancora, sulla cultura degli italiani fatta da “Liberiamo”, espone tutti noi a una pessima figura. Infatti, vanno incontro a gravi topiche quando qualcuno chiede loro chi abbia dipinto La Gioconda o scritto La Divina commedia, piuttosto che I Promessi sposi. Può, invece, starci che qualcuno giudichi il Commissario Montalbano una serie televisiva, piuttosto che un personaggio scaturito dalla penna di Andrea Camilleri.
Dunque, si diceva di “Libreriamo”. In occasione del suo quinto anniversario, questo social media ha condotto un’indagine realizzata tramite la metodologia ”WOA’’ (Web Online Analysis). Lo ha compiuto attraverso un monitoraggio online su diverse testate e piattaforme digitali dedicate al mondo della cultura. Non solo, il social media ha anche istituito un insieme di esperti per comprendere il livello di preparazione degli italiani su temi di cultura generale. I risultati riportati al termine della ricerca sono a dir poco imbarazzanti. Secondo il sondaggio, un italiano su due (52%) è incompetente su ciò che riguarda la cultura. Sempre secondo gli esperti chiamati in causa, il motivo di tale ignoranza, è dovuto alla mancata predisposizione degli italiani alla lettura.
ECCOCI AL “DUNQUE”
Dunque, secondo quanto dichiarato da “Libreriamo”, il 16% degli italiani sono certi che “L’Urlo’’ sia il titolo di un film interpretato da Dario Argento, anziché il dipinto dell’artista norvegese Edvard Munch. Detto che non è una delle domande più semplici poste al campione di italiani (che di “campione” mostrano ben poca cosa…), gli scivoloni sulla cultura generale hanno avuto solo inizio. Continuando a “testare” il grado di cultura dei nostri connazionali con domande legate alla storia dell’arte, ci imbattiamo nel primo dei ciclopici strafalcioni: la ”Gioconda’’, dipinto di Leonardo da Vinci conservato nel Louvre di Parigi, «sarebbe opera di Michelangelo per un 32%», mentre per un 13% «di Raffaello Sanzio» e per un 5% «di Donatello». Restando sempre su da Vinci, in particolare sull’“Ultima Cena’’, il 27% degli italiani crede che sia «merito di Michelangelo» o addirittura, l’1%, «di Gesù».
Se ci sono state figure non proprio da incorniciare, figurarsi di fronte ad un altro quesito, sicuramente più impegnativo. Passando, infatti, a porre domande su i ‘’Girasoli’’ o la ‘’Notte Stellata’’ di Vincent Van Gogh, pittore olandese che ha caratterizzato il secondo ‘800, un 13% sostiene che «il primo dipinto sia stato realizzato da Michelangelo», mentre il 9% attribuisce «il merito della seconda opera a Tiziano».
Anche prestando attenzione alle opere scultoree, la situazione resta più o meno invariata. Quando, infatti, si chiede cosa sia ‘”Il Cristo Velato”’, opera dello scultore Giuseppe Sanmartino, il 36% risponde che si tratta di un quadro, il 28% di un film e un 15% persino che sia un crocifisso. La meravigliosa e romantica scultura di Antonio Canova intitolata “Amore e Psiche’’, per il 25% degli italiani è invece un libro di psicologia.
«VIVA GLI SPOSI!»
E “I Promessi sposi”, chi lo ha scritto: Manzoni o Boccaccio? Il 38% della popolazione italiana è convinta che questa opera con protagonisti Renzo e Lucia, sia opera di Giovanni Boccaccio piuttosto che di Alessandro Manzoni. Mentre per quanto riguarda l’“Amleto”’, tragedia scritta da Shakespeare, il 21% pensa sia «merito di Dante Alighieri» ed il 17% «di Giacomo Leopardi». Stessa confusione anche per “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello: un 15% crede sia «un’opera di Eugenio Montale». Anche per la letteratura contemporanea fioccano errori: per il 75% degli italiani “Il Commissario Montalbano” è una serie televisiva invece di un personaggio che ha dato vita ad una collana di libri scritta da Andrea Camilleri.
E…DULCIS IN FINDUS
E per finire, come direbbe un italiano disattento scivolando su una citazione latina, “dulcis in findus”. Insomma, tanto per gradire il “dolce finale”, ecco “A Silvia” di Leopardi o “Soldati” di Ungaretti. Secondo i dati rivelati, il 72% degli italiani non conosce la prima e un 17% crede che la seconda sia «opera di Pascoli», contro un 15% che pur di non tacere, propende per «Umberto Eco».
Prendiamo un pugno di monete, osserviamo le figure raffigurate su ciascuna di esse. Le monetine da uno e due centesimi rappresentano, rispettivamente: Castel del Monte, ma per il 65% degli italiani è semplicemente «un castello medievale», mentre la Mole Antonelliana definita però dal 18% della popolazione come «un “razzo’’». La moneta da 20 centesimi, per un 34% riporterebbe «un guerriero» mentre per un 27% «un gladiatore», piuttosto che l’opera di Umberto Boccioni intitolata “Forme uniche nella continuità dello spazio’’. Qui, non neghiamo che qualche dubbio lo avremmo avuto anche noi, se non altro perché le monete vengono maneggiate senza troppa cura. Per quanto riguarda i cinquanta centesimi, il 37% degli italiani sostiene sia «un cavaliere» invece di Marco Aurelio, e per le monete da due euro il 21% pensa che vi sia «il volto di Giulio Cesare» invece di quello del Sommo Poeta, Dante.
Per concludere, un buon ripasso anche in quest’ultimo scorcio d’estate farebbe bene. Se non altro per misurare con noi stessi, prima che con gli altri la nostra formazione culturale. Poi, se proprio nessuno di questi argomenti vi sfiora, sappiate che «Per andare in Città vecchia – come indicherebbe un ben informato Ayo – basta prendere corso Umberto, una volta arrivato al Ponte girevole, lo superi e ti trovi proprio lì…». A proposito, ci sono due Colonne doriche. E non sono un monumento dedicato all’esploratrice Dora. Lì entriamo nel campo di una letteratura dedicata ai più piccoli, mentre sono l’unica testimonianza dell’esistenza del tempio dorico dedicato a Poseidone.