Dal Camerun a uno studio legale internazionale

«Partito a diciassette anni, mi sono laureato a ventiquattro anni con 110. Tanti sacrifici, da mediatore a custode notturno, poi una compagna e una figliola splendide. Vorrei aiutare la mia gente, offrire consulenze e assistenza a titolo gratuito. Consultato il mio curriculum, parlando correntemente anche inglese e francese, sono stato contattato…»

 

Per diventare avvocato ed esercitare la professione tanto sognata nel suo Paese d’origine, il Camerun, occorre l’ultimo passaggio: il praticantato. Ma Randy, ventiquattro anni, una compagna, Filomena, che gli è stata accanto e lo ha incoraggiato, e una bimba nata tre anni fa dalla loro unione, si può dire sia già a buon punto. Ha conseguito la laurea tanto sognata e – “pescato” con grande intuizione da Chiara Marasca per il Corriere del Mezzogiorno, edizione Campania – già contattato da uno studio legale internazionale. Come si dice in Italia, Randy è già a metà dell’opera. Insomma, i sogni saranno pure desideri, ma occorre coltivarli, inseguirli, se possibile, perché più grandi sono, più grande deve essere l’impegno, il sacrificio. E così, lieto fine compreso, è stato per Randy Ashu.

Randy Ashu è diventato dottore in Giurisprudenza, all’Università “Federico II” di Napoli, ottima la sua tesi sul Terzo settore coronata da un sonoro 110. «Avevo un grande sogno – racconta Randy – ma mai avrei potuto realizzarlo restando nel mio Paese, così ho preso coraggio e, come tanti altri come me, ho affrontato un viaggio lungo e doloroso attraverso il Mediterraneo: avevo lasciato i miei affetti, perso compagni durante la traversata come spesso accade in questi viaggi della speranza: il lieto fine è quanto tutti si augurano, ma non sempre è così».

 

 

DOPO IL DOLORE, LA GIOIA…

Il suo viaggio, l’arrivo in Italia. «Sbarcato a Lampedusa, sono stato traferito ad Ascea – racconta al “Corriere” – in un Centro di accoglienza per adulti: essendo minorenne sono stato trasferito a Polla, per poi passare attraverso le comunità di Morcone e Torrioni. Avevo nostalgia del mio Paese, dei miei affetti, ma in quel momento percepivo che stava cominciando la mia nuova vita in Italia».

Fra le diverse facoltà, Legge. «Lo scopo di questa mia scelta risiede nel mio pensiero fisso: aiutare le persone nell’ottenere il riconoscimento dei loro diritti, come gli altri hanno fatto con me quando sono stato in difficoltà». Una laurea che non arriva subito. Randy deve compiere un importante percorso di studi. «Conseguito il titolo di mediatore culturale, ho studiato e lavorato, come mediatore e anche come portiere notturno, laureandomi nel rispetto dei tempi. Nel percorso di studi ho goduto delle borse di studio previste da un progetto che sostiene i giovani con background migratorio: fondamentale, in ogni momento, l’incoraggiamento da parte della mia compagna con la quale cresco la nostra bambina».

 

 

…E IL SOGNO CONTINUA

E il sogno si corona. «Sono stato contattato da uno studio legale internazionale che ha sede a Roma: inizio a giorni. Hanno consultato il mio curriculum trovandolo interessante: hanno apprezzato la mia determinazione, il mio percorso universitario e hanno voluto credere in me. Sogno di aiutare la mia Africa, che nei prossimi decenni dovrà affrontare la transizione energetica: ecco, sogno di diventare uno dei protagonisti di questo percorso. Ma vorrei conciliare questo con l’attività di avvocato pro bono (consulenza e assistenza a titolo gratuito): non dimenticherò di aiutare chi è in difficoltà».

Infine, l’augurio di Randy. «Mi auguro – conclude il neo legale – che la mia storia possa ispirare gli immigrati che arrivano con grandi sogni, spesso spenti dalle sfide dell’integrazione, che la mia testimonianza possa accendere in loro nuove speranze».