Salentino di Galatone, undici anni, entra fra i banchi delle medie superiori

«Tutto comincia all’età di tre anni, realizza un impianto con il nonno. Non era un caso, a quattro anni leggeva le etichette nei supermercati, a cinque cambiava i sistemi operativi; a sei invocammo aiuto…», spiega la mamma. Il piccolo è osservato con stupore dai compagni più grandi, ma non si sente un fenomeno, tanto che sogna di giocare a pallacanestro e suonare la batteria

 

Diplomarsi a soli sedici anni. Sarebbero in realtà quindici, se Giulio, enfant prodige non fosse nato a fine giugno, sul filo di lana della fine degli esami scolastici. Prima che arrivi al diploma, però, parliamo del piccolo-grande Giulio che di anni ne ha solo undici e invece di frequentare la scuola media, nello scorso settembre è stato iscritto all’istituto superiore “Enrico Medi” di Galatone, cittadina in provincia di Lecce. E’ qui, a Galatone, che il ragazzo che bruciò le tappe vive con papà e mamma, orgogliosi di lui il giusto. Perché è giusto essere orgogliosi di un figlio, che invece di frequentare per il secondo anno consecutivo un anno scolastico, i gradini li sale tre per volta; ma è anche vero che non bisogna farne un fenomeno da baraccone, uno di quelli che spesso ospitava Maurizio Costanzo nei suoi show. Personaggi dei quali, detto per inciso, attori, cantanti, scrittori, filosofi e via discorrendo, si è persa traccia.

Fossi il direttore di un giornale a un mio cronista chiedere, invece di intervistare il piccolo stesso, i suoi genitori, di intervistare i suoi compagni di classe, i coetanei del piccolo Giulio. Per capire ome hanno vissuto e come vivono un compagno o un vicino di casa con una marcia in più: come se niente fosse, con un po’ di invidia, con indifferenza. E non per essere il direttore primo della classe, ma perché in un’epoca in cui viviamo e spesso malsopportiamo i divi della tv e dei social, credo piacerebbe capire altri aspetti di un “fenomeno”, meglio una sindrome, quella di Asperger.

 

 

QUELLA SINDROME UN PO’ COSI’…

che nei decenni, ma anche nei secoli, ha interessato personaggi come Mozart e, più recentemente, Einstein. Ma l’elenco è lungo e lo riporteremo in coda. Io, non come presunto direttore, resto comunque legato al talento coltivato con applicazione, alla genialità pura, quella che ha fatto conoscere l’Italia in tutto il mondo: Leonardo, Dante, Michelangelo, per fare i primi nomi che vengono in mente.

Dunque, Giulio, undici anni. Intervistato in questi giorni dal Corriere della sera. “All’inizio ero spaventato, ma felice: i compagni mi hanno accolto benissimo, anche se i ragazzi più grandi erano sorpresi nel vedere un bambino che sedeva al loro stesso banco”.

Giulio, ragazzo-prodigio, è il primo bambino italiano ad aver iniziato un percorso didattico personalizzato. Dovrà frequentare regolarmente la scuola seguendo anche ore di algebra previste nel biennio delle superiori. Un ciclo di studi che gli permetterà di accedere direttamente al terzo anno delle “superiori” dopo la terza media. Insomma, una corsa allo studio parallela. Come se allo start dei cento metri a Giulio assegnassero una corsia esterna. Corre, come e quanto i suoi compagni, ma si unisce allora praticamente al traguardo: agli esami di maturità.

 

GIULIO, SOGNI E BASKET

Giulio ha già un sogno nel cassetto: diventare un ingegnere informatico o un programmatore, una passione che coltivava già da piccolo. «A tre anni comprò – ha spiegato la mamma al Corsera – insieme a suo nonno, un pannello solare: eravamo stupiti quando ci accorgemmo che Giulio fu in grado di alimentarlo da solo». Altro scatto in avanti. «A quattro anni lo vidi per la prima volta leggere le etichette nei supermercati, a cinque cambiava i sistemi operativi. Non era, però, un bambino sereno, tanto che a sei anni ha chiesto aiuto».

L’aiuto in soccorso di Giulio ha un nome e un volto: Annamaria Manni, terapista neuro e psicomotricità dell’età evolutiva. E’ lei che nel 2018 Giulio scopre che il piccolo genio salentino è portatore della sindrome di Asperger. «Con la diagnosi ha finalmente dato un nome al suo modo di essere – spiega la mamma – così grazie al supporto della dottoressa Manni e degli insegnanti, a piccoli passi ha imparato a stare con gli altri: oggi, Giulio, è un undicenne che gioca a basket e suona la batteria».

 

 

LA SINDROME DI ASPERGER

La sindrome di Asperger (spesso abbreviata anche in SA) è un disturbo pervasivo dello sviluppo, annoverato fra i disturbi dello spettro autistico. Non comporta ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche né disabilità intellettive. La locuzione fu coniata dalla psichiatra britannica Lorna Wing in una rivista medica risalente al 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu pienamente riconosciuto fino agli anni novanta. Le persone Asperger, la cui causa è ignota, presentano una persistente difficoltà nelle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi ristretti a determinati ambiti. Diversamente da altre forme di autismo, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.

Tra i personaggi famosi portatori della sindrome di Asperger: Elon Musk, Greta Thunberg, Steve Jobs, Albert Einstein, Bill Gates, Dan Aykroyd, Anthony Hopkins, Alan Turing (creatore dei primi algoritmi, pose le basi per gli studi legati alla scienza informatica e all’intelligenza artificiale), Andy Warhol, Susanna Tamaro, Wolfang Amadeus Mozart, Satoshi Tajiri (creatore dei Pokemon), Tim Burton (regista), Bobby Fisher (il più grande giocatore di scacchi).