Striscia di Gaza, c’è la bozza sulla tregua

Israele e Hamas più vicini. Usa, Quatar ed Egitto a fare da garanti. Al centro della trattativa il rilascio degli ostaggi da ambo le parti. Poi si procederà con la firma. Nessuno sconto, da quel momento in poi per chi trasgredisce
 
Tregua a una svolta. Ma, attenzione, prima fuori gli ostaggi, poi il via al negoziato per porre solide basi e scrivere una volta per tutte la parola fine all’eterno conflitto sulla Striscia di Gaza. In campo, Usa, Qatar ed Egitto a mediare un negoziato sempre complicato, comunque articolato, per dirla in politichese.
Secondo quanto stabilito nella bozza degli accordi, la liberazione di tre donne civili e due bambini, di cui non si hanno più notizie da oltre un anno. Secondo Hamas, donneve bambini sarebbero morti in uno dei raid israeliani.
Settimana prossima toccherà alle cinque soldatesse e alle liste umanitarie delle quali fanno parte donne, anziani, feriti, trentatré ostaggi in tutto. Secondo fonti fonti israeliane gran parte degli ostaggi cui Hanas fa riferimrnto, sarebbe viva.
Insomma, in linea trorica ci sarebbe una buona base di partenza. 
 

 

SCIOLTI ULTIMI NODI

Sciolti i principali nodi della trattativa, si passerà a stilare l’intero accordo nei minimi particolari.
Come, per esempio, il fatto che durante la prima parte della tregua a Gaza resteranno prigionieri altri ventidue ostaggi.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia giornalistica Ansa, “nessun terrorista coinvolto nel massacro dello scorso 7 ottobre sarà rilasciato, come da veto imposto da Israele, così come il corpo di Yahya Sinwar non farà ritorno a Gaza”. 
Fra le tante notizie che si sono rincorse nella giornara di ieri, quella che Hamas avrebbe dato il suo benestare al Piano previsto dalla tregua.
Benyamin Netanyahu, intanto, nella serata di ieri ha convocato una riunione d’urgenza con i vertici della sicurezza, senza rilasciare dichiarazioni riguardo la trattativa. Le parole del premier israeliano, sempre secondo l’Ansa, sarebbero state riferite indirettamente dai familiari degli ostaggi incontrati in due diversi momenti:
“Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato – quanto raccolto da fonti vicine a Netanyahu – a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati; è questione di giorni o ore: attendiamo la risposta di Hamas e poi lo stop al fuoco può pure iniziare”.
 

 

NON CI SARANNO VIOLAZIONI

“Inoltre – è stato aggiunto – quando Donald Trump entrerà alla Casa Bianca, le regole del gioco cambieranno sostanzialmente: :ogni violazione del cessate il fuoco riceverà una risposta dura e potente, e una forma di combattimento che non abbiamo ancora visto”.
Nella serata di ieri, i Paesi mediatori, Usa, Qatar ed Egitto, hanno riferito ad Israele un ritardo nella risposta ufficiale di Hamas, su cui stanno esercitando pressioni. In risposta a questa considerazione, da parte palestinese immediata la risposta mediante l’agenzia tedesca Reuters: “A Gaza – hanno fatto sapere – siamo in attesa della mappa del ritiro dell’Idf dalla Striscia”. Controrisposta: i funzionari di Gerusalemme hanno alleggerito la tensione dichiarando alla tv pubblica Kan che “la risposta potrebbe arrivare in qualsiasi momento: siamo agli sgoccioli”.