Coronavirus, dipendente licenziato per commento su Facebook
Secondo un sindacalista, Arcelor Mittal non avrebbe gradito il commento “social” di un operaio a proposito delle misure adottate dall’azienda contro il Covid-19. Sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia. Calano intanto i contagi, aumentano i decessi di anziani nelle case di cura nel Salento.
Un dipendente di ArcelorMittal di Taranto sarebbe stato «licenziato per aver commentato sulla propria bacheca di Facebook quel che realmente accade in fabbrica». La notizia circola in queste ore, agenzie e testate online l’hanno subito postata, i quotidiani ieri stesso l’hanno pubblicata sui propri siti, mentre questa mattina la riportano sui giornali in edicola. La vicenda è stata resa nota con la denuncia fatta pervenire agli Organi di informazione, da Francesco Rizzo, coordinatore provinciale dell’Usb.
Secondo quanto appreso, l’operaio impegnato nel reparto Treno-nastri, aveva criticato attraverso il popolare social quelle che, stando sempre a quanto riportato nella nota sindacale, le condizioni di lavoro all’interno del siderurgico tarantino.
«Al lavoratore licenziato – che non è nostro iscritto, precisa Rizzo – va ovviamente la solidarietà di tutta la nostra organizzazione sindacale». All’interno di quanto inviato alla stampa, il sindacalista coglie l’occasione per segnalare una presunta disparità di trattamento nel pagamento delle aziende dell’indotto. «Ci risulta – sostiene Rizzo – che i bonifici siano arrivati ad alcune aziende del Nord, diverso trattamento per quelle locali, che attendono, invece, pagamenti degli arretrati».
DECESSI, VENTICINQUE IERI IN PUGLIA
Intanto sono venticinque i nuovi decessi in Puglia causati dalla pandemia da Coronavirus. Cinque in provincia di Bari, undici in provincia Bat, tre in provincia di Brindisi, tre in provincia Foggia, due in provincia di Lecce, uno in provincia di Taranto. E’ bene puntualizzare che la Regione Puglia, però, chiarisce che si tratta della somma di pazienti morti anche nei giorni scorsi, non solo nella giornata di ieri cui si riferisce il bilancio.
I decessi dall’inizio dalla pandemia, dall’inizio della pandemia sono 351. Cinquantacinque sono i nuovi casi di contagio (lunedì erano stati 38): 19 nella provincia di Bari; 3 nella provincia Bat; 4 nella provincia di Brindisi; 28 nella provincia di Foggia; 1 nella provincia di Taranto. Tre i casi registrati lunedì nella provincia di Bari e uno nella provincia di Brindisi, attribuiti nel bollettino di ieri. I pazienti guariti sono 459, quelli ricoverati 634 (lunedì erano 650). Sono, invece, 1.477 pugliesi in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 45.984 test, i contagi totali sono 3.622.
RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI, APPELLO
Salgono a sedici, invece, gli anziani ospitati nella Rsa, la Residenza sanitaria assistenziale “La Fontanella” di Soleto, in Salento, ad essere deceduti una volta risultati positivi al Covid-19. Ultima vittima, una donna di novantadue anni. Causa le criticità delle patologie di cui soffriva, l’anziana era stata condotta in ospedale, a Lecce, dove è deceduta. Nella residenza, da fine marzo commissariata dalla Asl, erano risultati positivi quasi tutti gli anziani ricoverati e molti operatori sanitari in servizio, tra cui la direttrice.
Intanto, a proposito delle Rsa, c’è l’appello del presidente regionale di Assoap, Fabio Margiglio. «Aiutateci, non sappiamo più come fare, non possiamo resistere così a lungo, venite a riprendervi i vostri cari, se potete, riportarteli nelle vostre case, abbiate cura personalmente di loro, oppure venite qui nelle residenze ad aiutarci, in barba ai divieti ma consapevoli che porterete il virus, fate la vostra scelta nel silenzio assoluto delle istituzioni che parlano con le loro circolari». E’ l’appello che lancia di Margiglio, per conto dell’associazione delle strutture socio assistenziali pugliesi.
Nella nota inviata alla stampa, Margiglio evidenzia che anche qualora si dovesse continuare «a negare le visite ai parenti, il virus entrerà attraverso il personale asintomatico che man mano ricomincerà a vivere, ad uscire, a vedere altra gente». Le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) e Rssa (Residenza socio sanitaria assistenziale per anziani) sono finite al centro di alcune inchieste delle Procure dopo contagi diffusi e decessi registrati tra ospiti e personale.