fra Foucault e il tangibile

A guardare da lontano, anche se dall’interno, il clima che si respira nelle Comunità di Accoglienza Straordinaria tarantine in questo periodo natalizio, mi sono tornati in mente vecchi studi e teorie che mi hanno sempre affascinato per il loro principio intrinseco di mescolare “essere” e “non essere” per dare corpo al tangibile.

E, a ritroso, ho ritrovato un termine o, meglio, un concetto, che mi è sempre stato caro, ha sempre suscitato in me una curiosità nel continuo e utopico tentativo di indagare l’essenza dell’essere umano: Eterotopia, un termine coniato dal filosofo francese MichelFoucault per indicare «quegli spazi  che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano».

Avevo sempre considerato eterotopici teatri, cinema,treni, giardini, collegi, camere d’albergo, manicomi, prigioni tutti quei luoghi/non luoghi con i quali mi ero confrontato chiedendomi, spesso, cosa ci facessi la.

Non so come e neanche perché è scattata questa associazione di idee guardando le fotografie pubblicate sul sito di Costruiamo Insieme che ritraggono tante storie umane, tanti portati diversi, culture differenti identificando come eterotopico uno spazio di convivenza e di partecipazione attiva intorno ad una manifestazione simbolica estranea ma unificante come può essere l’allestimento di un albero di Natale.

Pluridimensionalità dello spazio vissuto e voglia di conoscersi, di condividere, di sperimentarsi nel rapporto con l’altro: questo ho letto nelle fotografie!

E questo sono i tanto vituperati Centri di Accoglienza Straordinaria al pari degli SPRAR, almeno quei pochi rimasti: luoghi reali (senza smentire Foucault!) che vivono di incontro e di scambio reciproco e che, più delle migliori Università, quotidianamente consentono di raccogliere, dentro un rapporto di gratuità, lezioni di vita, conoscenze, saperi.

Nel clima di festività natalizie, voglio condividere, con chi non l’ha già fatto, l’esperienza dei CAS di Taranto attraverso le fotografie, attraverso quella immagine che ferma un attimo, invitandovi a guardare negli occhi ritratti quanta voglia di esserci traspare.

Condividendo e votando su FB l’albero che vi piace di più fra quelli che vi propongo di seguito anche voi potete partecipare a questo bel momento di condivisione.

E’ una “gara” pulita, non messo all’asta il mio pacchetto di voti!

Non si vince niente e, alla fine, si festeggia tutti insieme: ognuno con le prelibatezze tipiche del proprio Paese per ricordarci, dal momento che siamo distratti da altre cose, che la Natività è soprattutto un messaggio di speranza e noi, che siamo fatti così, non rinunciamo ad immaginare e voler costruire insieme un mondo migliore!

PS: quest’anno non scrivo la lettera a Babbo Natale: mi ha sempre deluso!

Scriverò alla Befana: le donne sono sempre più sensibili e chissà che… anche un bambino cattivo venga ascoltato!

Non chiederò niente di materiale, lei sa già!